Dalla Barcolana all’amicizia con Illy e Nonino: il legame con il Friuli Venezia Giulia di Rosita Missoni
La celebre stilista trascorreva le vacanze a Grignano e amava cucinare la jota e lo stinco alla triestina. Il presidente Fedriga: «Ha fatto la storia di queste terre»
Trieste, diceva tre anni fa Rosita Missoni al Piccolo, «è una città fantastica, vorrei tanto tornarci». Erano i giorni in cui la stilista si apprestava a festeggiare il suo Ottavio, a cent’anni dalla nascita. L’occasione per citare Barcola, le vacanze a Grignano, il piacere di cucinare la jota e lo stinco alla triestina, le Barcolane con il marito.
Non a caso, Mitja Gialuz, patron della regata, trasmette un pensiero per l’icona della moda: «Se ne va una tessera del grande puzzle della Barcolana. Nel 2014 ci avevano colpiti l’affetto e l’entusiasmo con il quale, insieme al figlio Luca, aveva voluto rendere omaggio a Ottavio e alla sua passione per Trieste e il suo mare, disegnando il manifesto della Barcolana 46».
I ricordi sono di famiglia per tanti. Anche per i coniugi Illy. Rossana Bettini non dimentica l’ultimo incontro, nell’autunno del 2023: «Sono andata a trovare Rosita a Sumirago, nella sua bella casa. Abbiamo guardato le fotografie e non è mancato un cin cin con il vino bianco, piacere che condivideva con Ottavio».
«Quando Riccardo divenne sindaco – racconta Bettini –, pensai di vestirmi Missoni nella convinzione che pure quel gesto significasse territorio. Di Ottavio ricordo, tra l’altro, quel dito intinto in un vino rosso a disegnare in diretta l’etichetta “Neri Furlan”: una bellezza. Di Rosita mi vengono in mente le discese in immersione, i dondoli che portava dal mare per condividerli in barca, la sua presenza a Quochi di Cuore con l’ossobuco Missoni, l’amore per gli anelli grandi e, tra tanti vestiti colorati, per il bianco nero».
«Ho apprezzato l’imprenditore e creatore di moda Ottavio e la moglie, madre, imprenditrice che ha avuto sempre i consigli giusti – aggiunge Riccardo Illy –, una situazione di famiglia che mi ricorda quella dei miei genitori. Sono certo che Angela saprà interpretare con lo spirito di papà e mamma le necessità di una splendida impresa della moda italiana».
Anche Giannola Nonino ricorda Rosita Missoni come una cosa sola con Ottavio: «Persone speciali, amici veri con cui abbiamo passato momenti bellissimi. Non mancavano mai al Premio Nonino, abbiamo festeggiato i compleanni assieme, siamo stati con loro in vacanza tante volte. Ottavio era sindaco onorario della libera città di Zara, scendevamo lungo la costa fino a Trogir e Rosita era eccezionale nella pesca subacquea».
Un’amicizia lunga più di quarant’anni, prosegue Giannola: «Avevo conosciuto prima Ottavio alla cerimonia dei Cavalieri del lavoro e poi lei e la sua meravigliosa famiglia. Benito, io e le nostre tre figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta li abbiamo portati e li porteremo sempre nel cuore». Com’era Rosita? «Non stava mai ferma, era sempre positiva, in gambissima. Con Loredana ed Ermanno Olmi, con Claudio Magris, con i Missoni si era creato un gruppo bellissimo, che a pensarci mi commuovo ogni volta. Una cosa che conforta, pur nel dolore della morte, è che, come il mio Benito, Rosita se ne è andata nella sua casa. Un valore immenso per chi resta».
Parole di ricordo anche del presidente Massimiliano Fedriga: «Se ne va l’altra metà del cielo di un grande protagonista della storia di queste terre: una coppia che ha avuto il merito di creare un brand divenuto celebre nel mondo, ma che ha voluto rivolgere il proprio impegno a mantenere viva la memoria del dramma degli esuli istriani, fiumani e dalmati e delle foibe». Il presidente delle associazioni Renzo Codarin sottolinea a sua volta «l’opera di testimonianza e vicinanza al nostro mondo» di Rosita Missoni.
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