Bryan, la lealtà sul campo di calcio: dice all’arbitro di aver fatto un fallo da rigore e riceve un premio

Il riconoscimento al piccolo calciatore delle giovanili del Tamai, in provincia di Pordenone: la sua squadra ha perso ma su indicazione del direttore di gara il bambino ha ricevuto una Green card

Rosario Padovano
Un primo piano di Bryan Fava, a destra mentre riceve il riconoscimento dal presidente Verardo
Un primo piano di Bryan Fava, a destra mentre riceve il riconoscimento dal presidente Verardo

Segnala all’arbitro di aver commesso un fallo su un avversario nell’area di rigore presidiata dalla sua squadra. L’arbitro concede il penalty, trasformato dalla formazione rivale. La sua squadra ha perso, ma il gesto di fair play viene riconosciuto e al giovane calciatore viene assegnata una Green card.

La bella storia ha visto protagonista Bryan Fava, impegnato con gli Esordienti del Tamai in un’amichevole sul campo della Sanvitese.

La mamma di Bryan, Elisa Cicuta, è tecnico in seconda degli Esordienti del Tamai. Il ragazzo ha ricevuto una coppa in un momento conviviale prenatalizio da parte del presidente della Polisportiva, Elia Verardo, alla presenza dell’assessore allo sport del Comune di Brugnera, Michele Boer.

Una storia da cui possono trarre insegnamento anche gli atleti più grandi, come ha evidenziato uno dei responsabili delle squadre giovanili, Marco Matteo. «La gara in questione non aveva punteggio, ma, verosimilmente, a fine gara eravamo sotto nelle segnature. Il gesto di Bryan assume quindi un valore ancora maggiore – ha spiegato –: siamo fieri di lui».

Boer ha espresso compiacimento. «Richiamando l’attenzione dell’arbitro, il giocatore ha dimostrato di essere un campione nei valori che il calcio e lo sport vogliono trasmettere. Siamo fieri del fatto che sia stato protagonista di un gesto così importante un ragazzo del comune».

La Green card si assegna in casi sporadici, quando il gesto di fair play è conclamato e molto evidente, plateale. La gara Sanvitese–Tamai era arbitrata da un dirigente che possiede il patentino di arbitro che, a fine partita, ha aggiunto la postilla al suo rapporto, appunto la Green card al giocatore. Quel fallo da rigore l’arbitro non l’aveva visto. «Il nostro giovane atleta – ha sottolineato il Tamai calcio – si è distinto durante il secondo tempo per aver segnalato spontaneamente all’arbitro un proprio fallo in area di rigore, penalty trasformato dagli avversari. Sono questi i piccoli ma grandi gesti che fanno bene al nostro calcio giovanile e che mantengono saldi i valori della società Tamai calcio, quali correttezza e disciplina».

Così Elisa Cicuta, mamma di Bryan. «Abbiamo capito che aveva richiamato l’attenzione dell’arbitro, spiegando di aver commesso il fallo. Da allenatrice mi è dispiaciuto per il rigore, da mamma sono orgogliosa».

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