Cifre da record per i trapianti in Friuli Venezia Giulia: nel 2024 eseguite 132 operazioni

I dati sono emersi nel corso di una conferenza stampa a Udine. In aumento anche i donatori di  tessuti e midollo osseo. Riccardi: «Raggiunti risultati di eccellenza»

Un trapianto in una foto d'archivio
Un trapianto in una foto d'archivio

Sono 132 i trapianti di organi solidi eseguiti nel 2024 dal Centro trapianti del Friuli Venezia Giulia, di cui 29 di cuore, 43 di fegato e 60 di rene. La cifra record corrisponde a 110 trapianti per milione di abitanti, «un dato molto vicino al valore della Spagna di 120 e superiore alla media nazionale». E' quanto emerso martedì 28 gennaio a Udine, durante la presentazione delle attività del Centro trapianti regionale.

Nei 12 mesi si è registrato un incremento sia nel numero di potenziali donatori segnalati sia nel numero di donatori effettivamente utilizzati. I trapianti di fegato (43) - informa una nota - segnano un record storico per la regione: dal 1996 a gennaio 2025 si registrano complessivamente 824 trapianti di questo organo.

Inoltre, c'è stato un aumento nell'attività di donazione di tessuti: 360 donatori di cornee e 20 donatori multitessuto, contro gli 8 del 2023, con una conseguente riduzione della fuga di pazienti. Le iscrizioni al Registro regionale dei donatori di midollo osseo hanno segnato un incremento del 30% rispetto al 2023, superando il record storico raggiunto nel 2019.

«Questi successi non sono mai frutto del caso, ma del lavoro, della fatica, della capacità di raccogliere il testimone da altri e di aprirsi a nuove esperienze. Grazie alla sinergia tra i professionisti del Sistema sanitario regionale, delle terapie intensive, dei Centri di trapianto, delle Direzioni aziendali, dei cittadini e delle associazioni di volontariato, nel 2024 sono stati raggiunti risultati di eccellenza», ha affermato l'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi.

L’assessore è intervenuto anche sull'istituzione, dopo 30 anni, della rete oncologica regionale: «Non c'è alcuna volontà di proteggere alcune strutture a discapito di altre, e chi lo pensa può essere sciocco o in malafede. C'è, invece, la necessità di lavorare sulla cultura della salute, rispondendo agli effettivi bisogni e trovando i modi migliori per soddisfarli». 

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