Fabbriche smart e all’avanguardia: così l’intelligenza artificiale entra nelle aziende del Friuli Venezia Giulia
Dopo i controlli di qualità, l’IA sarà usata per creare l’assistente virtuale. L’80,6% degli iscrittia Confapi Fvg pronti ad approfondire le conoscenze; Confindustria Udine innova con il progetto da 15 milioni di euro finanziato dallo Stato

UDINE. Dalla telecamera addestrata a individuare i difetti dei pannelli in produzione, all’assistente virtuale di impianto in grado di parlare con l’operatore. Anche nelle imprese del Friuli Venezia Giulia il passaggio è rapido dall’impiego della machine learning all’utilizzo della più innovativa intelligenza artificiale generativa. E se Confindustria Udine ha sviluppato un progetto da 15 milioni di euro, finanziato dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mise) e dalla Regione, per introdurre l’intelligenza artificiale in diverse aziende del manifatturiero, Confapi Fvg ha introdotto tra gli obiettivi elencati nello Statuto «lo sviluppo dell’intelligenza artificiale». L’ha fatto perché l’80,6 per cento delle aziende associate vuole approfondire le conoscenze sull’uso di ChatGpt o strumenti analoghi.
La fotografia
La velocità con cui avvengono i cambiamenti costringe le aziende ad adeguarsi per non rimanere indietro. Nel momento in cui, a vari livelli, si punta alla regolamentazione dell’impiego dell’intelligenza artificiale, dal mondo imprenditoriale arriva la conferma: «La usiamo da almeno una decina d’anni».
Ora si tratta di fare il passo ulteriore e di affinare gli utilizzi dell’IA generativa. Quella che – tanto per fare un esempio – caratterizza ChatGpt. La fotografia scattata da Confapi conferma che anche le piccole medie imprese sono pronte a entrare nel futuro: il 54 per cento conosce l’Ia e la ritiene un’opportunità, per il 70,5 per cento è un valido strumento per affrontare sfide ambientali e sociali.

Il 17,5 per cento delle imprese l’ha già introdotta nei propri stabilimenti e una buona metà la usa per sviluppare politiche di marketing. Altrettanti assicurano di volerlo fare nei prossimi due anni anche se il 60,3 per cento non trova sufficienti informazioni sul territorio e per questo motivo l’80,6 per cento degli interpellati vuole approfondire il tema.
«Il fatto che l’assemblea dei soci di Confapi Fvg abbia modificato lo Statuto per integrare gli obiettivi con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale – spiega il presidente Massimo Paniccia –, evidenzia la sensibilità che le piccole e medie industrie hanno sul tema e l’impegno che l’associazione si è assunta in questo senso». Confapi – sono sempre le parole di Paniccia – «ha progettato una serie di iniziative per accompagnare, gradualmente, le imprese alla conoscenza e all’approccio pratico dell’Ia». Riscontri positivi sono arrivati dalle imprese della logistica e trasporti, della meccanica e impiantistica, del legno-arredo, della gomma e della plastica, architettura e design, formazione e servizi.
Confindustria
Altrettanto vigore nei confronti dell’utilizzo dell’Ia giunge anche dalle imprese associate a Confindustria Udine, tant’è che la vice presidente, Anna Mareschi Danieli, parla di «trasformazione epocale» e avverte: «Chi è pronto a cavalcarla godrà i benefici di un mercato che è pronto ad accoglierla». Al momento, l’intelligenza artificiale «aiuta i robot a diventare sempre più autonomi, a farli collaborare con gli umani, ad anticipare anomalie o deviazioni dal processo di fabbricazione e a suggerire in anticipo i correttivi» continua la vice presidente di Confindustria Udine, soffermandosi sulle ricadute come sinonimo di sostenibilità ambientale e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Anche il consigliere dell’associazione, ceo & presidente di beanTech, Fabiano Benedetti, ritiene che la sfida sia il passaggio dall’intelligenza artificiale, intesa come machine learning o parte delle reti neurali, all’intelligenza artificiale generativa. Quella che «viene usata per dialogare con un operatore quando ha bisogno di sapere come si fa la manutenzione di una macchina». Questo vuole essere solo un esempio della trasformazione in atto nel sistema industriale con l’impiego di personale sempre più specializzato e formato.
«Cambia il modo di pensare – chiarisce Benedetti –, bisogna chiedersi se nell’Ia generativa si possono trovare le soluzioni ai problemi». Con l’impiego dell’intelligenza artificiale cambieranno anche i profili degli operatori: «Verranno meno le funzioni più basse, ma questo non lo vedo come un aspetto negativo» spiega il vice presidente di Confindustria Udine con delega all’Innovazione, Dino Feragotto, imprenditore del design, secondo il quale è fuori discussione che il cambiamento richiede l’impiego di lavoratori più specializzati.
«L’accelerazione che stiamo vivendo nell’impiego delle nuove tecnologie e anche dell’Ia, ci costringe alla formazione continua, io stesso – confessa Feragotto – dedico due ore al giorno allo studio dell’Ia per comprendere le potenzialità e i rischi a cui possiamo andare incontro». Come tutte le innovazioni, prosegue il vice presidente di Confindustria Udine, «bisogna individuare gli obiettivi, la mia azienda in Slovenia è tra le più digitalizzate, stiamo impiegando l’Ia generativa nelle applicazioni di marketing. Per usarla invece nei processi produttivi dobbiamo creare le basi dati per istruire l’algoritmo. Ci vorrà ancora un po’ di tempo». Altrettanta attenzione all’intelligenza artificiale viene riposta dal Ditedi, il distretto delle tecnologie industriali, dove il direttore Francesco Contin, resta convinto che «se usata correttamente permette di migliorare il lavoro, la qualità della vita e di aumentare la produttività. Le preoccupazioni sono esagerate».
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