Fedriga avvisa gli alleati: «Sul terzo mandato la Lega non può essere liquidata»
Il presidente della Friuli Venezia Giulia: «Mi auguro si possa trovare una sintesi efficace». La stoccata a Forza Italia: «In Piemonte ci hanno fatto votare per il Cirio-ter»
Prima le dichiarazioni di Luca Zaia, con quel «le strade si separano» che ha fatto sobbalzare sulla sedia mezzo centrodestra (e pure qualcosa di più). Poi il sigillo del Consiglio federale della Lega, che ha confermato le intenzioni bellicose del Carroccio sul terzo mandato. A mettere il punto esclamativo, a conclusione di una settimana tumultuosa per la maggioranza di governo, ci ha pensato domenica 19 gennaio Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, ma pure kingmaker di peso dalle parti di via Bellerio.
Senza giri di parole: «Mi auguro si possa trovare una sintesi» sulla dibattuta questione del mandato-ter dei governatori, «perché c’è stata una proposta di un partito di maggioranza, che è la Lega, che non si può liquidare con “non siamo d’accordo, arrivederci e grazie”».
Dinamiche nazionali, echi locali
È una presa di posizione – netta, per quanto non inedita – su un tema per così dire nazionale. Ma che evidentemente è perfettamente applicabile allo scenario politico della nostra regione, dove da mesi si dibatte sul possibile terzo mandato del presidente. Un dibattito che si è incendiato, letteralmente, all’antivigilia di Natale, quando il segretario regionale della Lega, Marco Dreosto, aveva invitato gli alleati a trovare una quadra in tempi stretti.
Il vertice romano di mercoledì 15 gennaio scorso tra i coordinatori regionali di Carroccio, Fratelli d’Italia e Forza Italia aveva un po’ stemperato gli animi, nella convinzione che la questione potesse tutto sommato essere affrontata con la dovuta calma, considerando che la legislatura si concluderà soltanto nella primavera del 2028.
Il messaggio a Forza Italia
Fedriga domenica 19 gennaio è stato chiarissimo, parlando a margine della cerimonia per la posa di diciotto nuove pietre d’inciampo a Trieste. «Alcuni partiti che oggi si esprimono contro il terzo mandato – ha detto – un anno e due mesi fa hanno fatto votare a tutte le forze di centrodestra il terzo mandato per un loro governatore: sto parlando del Piemonte».
Dove Alberto Cirio, vice di Antonio Tajani in Forza Italia, potrà correre per il tris nel 2029, visto la legge elettorale approvata due anni fa stabilisce che l’incandidabilità di chi ha già ricoperto per due volte consecutive il mandato di presidente si applica «a decorrere dalla XII legislatura», consentendo quindi all’attuale governatore piemontese di ripresentarsi.
Discussioni e blocchi
Secondo il presidente del Friuli Venezia Giulia, «è un po’ particolare che oggi si dica “è una vergogna la concentrazione di potere, bastano due mandati” e poi un governatore di quella stessa forza politica vota il terzo mandato con tutte le forze politiche di centrodestra che lo votano».
«Penso che Cirio sia un bravissimo governatore – ha puntualizzato Fedriga – ha fatto un’operazione corretta perché si è adeguato alla norma, ma la capacità di un amministratore del territorio che viene scelto dai cittadini penso che non possa essere fermata a prescindere da una norma, deve essere fermata nel caso dai cittadini in un libero voto evidentemente perché non considerano corretto il suo modo di governare». Sul terzo mandato, ha quindi insistito, «bisogna discuterne perché altrimenti su ogni tema potrebbe essere così. Su ogni tema su cui non c’è unità ci sarebbe un blocco».
L’autonomia e la «sintesi»
In fondo il Friuli Venezia Giulia potrebbe far da sé, sventolando lo statuto d’Autonomia. Ma è fin troppo evidente che la partita che si gioca a Trieste è legata a doppio filo ai risultati di quelle che si giocano a Venezia, a Milano, e più in generale in Parlamento, se si pensa al percorso della legge sul premierato e a quello, fin qui tortuoso, dell’autonomia differenziata. In regione tutti i temi «si stanno discutendo con la massima tranquillità e serietà – ha detto Fedriga –. È evidente che sul terzo mandato ci sono posizioni differenti. Su tante cose ci sono posizioni differenti ma siamo sempre riusciti a trovare una sintesi».
Nelle segreterie di partito, certo, ma anche tra le forze di maggioranza in Consiglio regionale: è lì che la discussione sulla riforma della legge elettorale dovrà prendere quota. Nel pacchetto delle proposte, inevitabilmente, anche il terzo mandato: ne riparlerà anche il tavolo di lavoro del centrodestra, che dovrebbe tornare a riunirsi nelle prossime settimane.
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