Omicidio di Limena, finita la fuga del coinquilino: ha confessato di aver ucciso l’anziano

Alessio Battaglia fermato a Monfalcone a casa di un’amica, ha ammesso il delitto. L’uccisione di Franco Bergamin a mani nude: morto per la rottura dell’osso del collo. Lo stratagemma del profumo nell’appartamento della vittima per camuffare l’odore della decomposizione del corpo

Alice Ferretti
Alessio Battaglia con la vittima Franco Bergamin
Alessio Battaglia con la vittima Franco Bergamin

Omicidio di Limena, nel Padovano: è finita la caccia all’uomo. Giovedì pomeriggio, 6 marzo, Alessio Battaglia, triestino di 41 anni, è stato trovato dai carabinieri nella zona di Monfalcone, dov’era ospite di un’amica da una decina di giorni, e posto in stato di fermo con l’accusa di aver ucciso l’ottantenne Franco Bergamin. Da qualche tempo, Battaglia viveva a casa del pensionato padovano.

Davanti alle forze dell'ordine sarebbero arrivate anche le prime, parziali ammissioni.

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Alessio Battaglia

La confessione e l’autopsia

L’uccisione dell’anziano risalirebbe al 22 febbraio e sarebbe avvenuta a mani nude al culmine di una lite degenerata. Secondo quanto ricostruito grazie all'esame autoptico eseguito nella notte, Bergamin sarebbe morto a seguito della rottura dell'osso del collo. Poi il corpo occultato in un armadio, dove è stato ritrovato mercoledì 5 marzo in avanzato stato di decomposizione

L'autopsia eseguita a partire dalla serata di giovedì dal consulente della procura, l'anatomopatologo Antonello Cirnelli, ha quindi confermato le prime ipotesi investigative.

Per depistare le indagini e non far trovare il corpo, Battaglia avrebbe anche cosparso di profumo l’appartamento.

Il blitz per la cattura

Secondo quanto riferisce in una nota il procuratore capo di Padova Antonangelo Racanelli, l'edificio dove si era rifugiato Battaglia era stato messo sotto controllo dai militari da circa 24 ore e il blitz è scattato appena le circostanze lo hanno permesso.

Nel corso della notte, l'uomo è stato sottoposto a interrogatorio davanti al Pm. Nei suoi confronti è stato ipotizzato il reato di omicidio volontario, in attesa della convalida del fermo da parte del Gip. 

Il quarantunenne triestino è stato portato in carcere a Padova.

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