Il turismo invernale cresce del 6%: nei poli regionali 600 mila presenze

Tarvisio, Zoncolan e Sappada trainano il comparto. Incassati oltre 12 milioni, in linea con lo scorso anno

Mattia Pertoldi

UDINE. Alte temperature, pioggia, come durante i giorni centrali di carnevale, che è costata più o meno un milione di incassi a PromoTurismoFvg, e caro-vita non fermano la stagione invernale in regione.

Anzi, l’andamento del 2023/2024, con più o meno ancora un mese alla chiusura degli impianti di risalita, conferma un trend di presenze in aumento a livello complessivo con il comparto montano invernale trainato soprattutto da tre località: Tarvisio, Zoncolan e Sappada.

«Nonostante una stagione a dir poco anomala come temperature – è il commento dell’assessore al Turismo Sergio Bini – i numeri sono positivi. Segno evidente, questo, di come gli investimenti effettuati in montagna siano stati apprezzati dai turisti».

I singoli poli

L’aggiornamento delle presenze, intese come primi ingressi, sulle piste del Friuli Venezia Giulia risale al 15 febbraio e dice che in regione si sono presentati in 582 mila, con un delta positivo del 6% rispetto ai 574 mila dello stesso periodo dello scorso anno. Il polo con più presenze è quello di Tarvisio dove i 174 mila 183 sciatori valgono una crescita del 3% rispetto al 2022/2023.

Ancora meglio, a livello percentuale, ha fatto lo Zoncolan: il “Kaiser”, come lo chiamano gli amanti delle due rote, ha avuto un impatto positivo del 9% e un totale di appassionati passato, in dodici mesi, da 159 mila 574 a 173 mila 620.

Pollice decisamente alto, poi, anche a Sappada la cui performance di 61 mila 532 sciatori equivale a un incremento del 15% nel confronto con i 53 mila 579 di febbraio 2023. Passando alle altre località, invece, il segno è negativo ovunque.

A Piancavallo si tratta di un -11% – 106 mila 242 contro i 119 mila 166 della scorsa stagione record –, che diventa -10% a Forni di Sopra (35 mila 21 sciatori contro 38 mila 892) e -6% a Sella Nevea (29 mila 536 contro 31 mila 370 ma qui va tenuta in considerazione la chiusura della parte slovena di polo).

A Sauris, infine, il segno negativo è del 28%, ma nel complesso si tratta di cifre sostanzialmente piccole se pensiamo che i 2 mila 559 appassionati di quest’annata sono oltre un quarto in meno dei 3 mila 515 della passata stagione.

Incassi e costi

Il numero degli sciatori si riflette, ovviamente, anche sulle casse di PromoTurismoFvg che quest’anno, al netto degli oltre 9 mila stagionali acquistati in prevendita, metteva a disposizione degli appassionati uno skipass a prezzo pieno, in alta stagione, a 44 euro.

In aumento rispetto all’annata passata, certamente, ma comunque ai valori più bassi dell’arco alpino.

Fino a una manciata di giorni fa, entrando nel dettaglio dei numeri, l’incasso è stato pari a 12 milioni 64 mila euro, di fatto in linea sia con gli 11 milioni 921 mila del 2022/2023 sia con l’ipotesi inserita in delibera di giunta di un valore complessivo della stagione invernale – alla cui fine ricordiamo manca ancora un mese – di 14 milioni 800 mila.

Vale la pena di evidenziare, inoltre, come per la gestione dei poli invernali PromoTurismoFvg stimi una spesa di poco meno di 10 milioni. Il costo per l’innevamento artificiale, invece, viene quantificato attorno ai 3 milioni anche se quest’anno, grazie al calo dei prezzi dell’energia, la Regione dovrebbe risparmiare circa il 10% della cifra ipotizzata.

«È chiaro che il conto economico della stagione ci porta a rimettere una quota di denaro – commenta Bini – legata anche al valore degli ammortamenti. È corretto sottolineare, in ogni caso, che gli incassi annuali aumentano di stagione in stagione, grazie agli skipass, e che ormai il prodotto montagna non è legato esclusivamente allo sci. I turisti, in primis gli stranieri, chiedono servizi sempre più all’altezza e stiamo migliorando, anche a livello di strutture. Bisogna lavorare ancora, ma direi che i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

Quanto alla correttezza o meno nell’investire notevoli risorse su poli che in prospettiva futura faranno sempre più difficoltà a essere operativi senza l’innevamento artificiale, Bini non ha alcun dubbio.

«Non viviamo su Marte – conclude l’assessore al Turismo – e analizziamo gli scenari futuri al pari delle prospettive climatiche. Detto questo, però, dobbiamo essere onesti e ammettere come per portare la gente in montagna si debba investire.

Esistono piste da sci attive a Dubai, per fare un esempio, e non vedo davvero il motivo di abbandonare le nostre. Anche perchè o continuiamo a credere nello sviluppo dell’economia locale, come sta facendo questa amministrazione regionale, oppure la montagna non potrà avere alcun futuro».

Vacanze in montagna

Lo scenario commentato da Bini, tra l’altro, si inserisce perfettamente nel quadro disegnato dall’Osservatorio turismo di Confcommercio in collaborazione con Swg.

Un panorama in cui emerge come siano 8 milioni 300 mila gli italiani in vacanza in questo primo trimestre dell’anno, ma le condizioni dell’innevamento, un’incognita sempre più rilevante e difficile da controllare, fanno sì che si facciano avanti nuove tendenze: soltanto uno su tre ha come interesse principale lo sport e si moltiplicano gli obiettivi meno agonistici come relax, degustazioni enogastronomiche, visita a mercatini tipici, spa e centri benessere. Le mete, tra l’altro, sono quasi esclusivamente italiane.

Si tratta dell’87% dei casi, con in testa il Trentino – oltre un quarto delle preferenze – seguito da Lombardia, Alto Adige e Valle d’Aosta. Poi, nell’ordine, troviamo Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Le altre regioni con offerta turistica montana totalizzano appena il 20% delle scelte.

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