In Fvg dipendenti pubblici in calo, ma stipendi più alti dei privati

Ricerca dell'Ires. Il numero è sceso a 90.050. Sono per lo più donne assunte a tempo determinato. Crescono scuola e sanità , diminuiscono ministeriali, regionali e comunali.

Giacomina Pellizzari

Sono in 90 mila 050, in calo rispetto al 2021 quando negli uffici pubblici, nelle scuole e negli ospedali, lavoravano 337 dipendenti pubblici in più.

Ma se spostiamo il mirino verso il 2014, otto anni prima rispetto a quelli dell’ultima rilevazione, il numero risulta superiore di 3 mila 500 unità.

A determinare flessioni e incrementi incidono soprattutto gli andamenti registrati negli ultimi otto anni nelle scuole e nelle strutture sanitarie.

L’analisi effettuata dall’Ires, l’istituto di ricerca udinese, sui dati rilevati nel 2022, motiva la flessione con la mancata assegnazione del personale a tempo determinato concesso, straordinariamente, per gestire la pandemia nelle scuole.

E se in ambito scolastico si contano circa 600 dipendenti in meno, pari al 2,1 per cento, il calo è piuttosto evidente anche nelle amministrazioni centrali, vale a dire negli uffici giudiziari, nelle agenzie fiscali, nei ministeri, nello staff della Presidenza del consiglio, nelle sedi diplomatiche e prefettizie, dove la flessione tocca quota 3,8 per cento.

Stipendi medi più ricchi di quelli percepiti nelle aziende private

Meno significativa la minor presenza di dipendenti registrata nelle amministrazioni locali, non ultimi i Comuni, dove il calo non supera lo 0,6 per cento. I dipendenti crescono, invece, nelle università e nei centri di ricerca troppe volte interessati, in passato, dai tagli del personale.

L’occupazione

Soprattutto negli ultimi quattro anni si registra un aumento dei contratti a tempo determinato, a conferma che il precariato è diventata una costanza ovunque. Questa dinamica, scrive il ricercatore dell’Ires, Alessandro Russo, «ha subito un’accelerazione nel 2021, quando i tempi determinati in regione erano al 14,6 per cento del totale e rappresentavano una risposta all’emergenza epidemiologica da Covid-19 nei comparti della scuola e della sanità».

Nonostante, l’anno successivo la stessa incidenza sia scesa al 13,6 per cento, ancora oggi la percentuale dei precari nella scuola raggiunge il 33,6 per cento. L’altro dato che non va trascurato è quello riferito alla presenza femminile negli uffici pubblici, che arriva al 59,9 per cento, con picchi del 78,7 nella scuola e del 75,1 per cento in sanità.

La minor presenza femminile si registra, invece, nelle Forze armate, nei Corpi di polizia e nei Vigili del fuoco, dove si ferma al 9,3 per cento. Nel profilo del dipendente pubblico diventa fondamentale pure l’età, tant’è che questo è il settore con l’organico più giovane: solo il 15,5 per cento dei lavoratori ha più di 55 anni, contro una media generale del 32.

Va ricordato che soprattutto nei comuni molte assunzioni erano state perfezionate dopo il terremoto del 1976, si tratta di tecnici e amministrativi che hanno già raggiunto l’età della pensione.

Questo fatto ha favorito il ricambio generazione in blocco. Sempre nel 2022, in termini relativi, è diminuita del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente, l’occupazione a tempo parziale ed è risultata più stabile quella full time con un meno 0,2 per cento.

La classifica

Il Friuli Venezia Giulia si colloca al quarto posto in Italia per numero di dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione.

Al primo posto con 102,5 dipendenti pubblici ogni mille residenti c’è la Valle D’Aosta, seguita da Trentino-Alto Adige (101) e Lazio (87,2). Al quinto posto la Sardegna con 74,2 lavoratori pubblici ogni mille abitanti. «Questo rapporto – scrive nel report Russo – è più elevato nelle regioni a statuto speciale, con la comprensibile eccezione del Lazio: solo la Sicilia (63) è in linea con la media nazionale (62,8).

Inoltre, tre province del Friuli Venezia Giulia si collocano nei primi sedici posti: Trieste, con 96,5 dipendenti pubblici ogni mille residenti, è quarta dietro a Bolzano, Aosta e Roma. Sempre Trieste risulta al settimo posto per quanto riguarda le retribuzioni.

Udine è quattordicesima (73,2), Gorizia sedicesima (72,7), mentre Pordenone presenta un quoziente meno elevato (64,5) ma pur sempre superiore alla media nazionale.

Questo per dire che la corsa al posto pubblico tiene ancora nonostante, negli ultimi anni, i concorsi non risultino gettonati come un tempo. Tant’è che la carenza di personale colpisce i comune dove il turnover resta elevato. I più sguarniti continuano a essere gli uffici tecnici e le ragionerie, non a caso, soprattutto nei comuni più piccoli e periferici molti tecnici e amministrativi lavorano a scavalco, in più sedi.

Il metodo

I dati analizzati da Russo per scrivere il report, si riferiscono ai lavoratori dipendenti del settore pubblico assicurati all’Inps che, nel 2022, hanno percepito la retribuzione per almeno una giornata di lavoro.

Il lavoratore che nel corso dell’anno ha sottoscritto più di un rapporto è stato conteggiato una sola volta e classificato per gruppo, tipologia contrattuale e luogo di lavoro, sulla base della sua ultima prestazione contrattuale.

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