Influenza in aumento, nei pronto soccorso accessi su del 10%. Il picco a fine gennaio
Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi, ma ci sono stati anche ricoveri in terapia intensiva. La curva cresce a causa del mix di virus. Ecco i numeri del Friuli Venezia Giulia
Aumentano i casi di influenza. Tante le assenze in ufficio e a scuola con i medici di base alle prese con un boom di richieste. Nella maggior parte dei casi i sintomi non destano particolari preoccupazioni, ma non mancano le situazioni più critiche con i pronto soccorso che hanno rilevato un incremento negli accessi fino al 10% legato principalmente alla diffusione della sindrome influenzale.
Che può provocare anche febbre alta, difficoltà respiratorie e, a seconda del virus, degenerare in polmonite, rendendo necessario, nelle situazioni più gravi, anche il ricovero in terapia intensiva.
La sorveglianza
Durante la prima settimana dell’anno (dal 30 dicembre al 5 gennaio 2025), i medici sentinella hanno registrato le sindromi simil-influenzali osservate tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a 4,53 casi per mille assistiti (4,24 nella settimana precedente).
La popolazione osservata mediamente è pari a 33.651 ma la numerosità della popolazione può variare in base partecipazione di ogni singolo medico sentinella.
In Friuli Venezia Giulia l’incidenza nella popolazione è a livello basale con 4,53 casi per mille assistiti, mentre a livello nazionale sono stati registrati 11,3 casi di sindromi simil influenzali. L’incidenza a livello regionale suddiviso per azienda sanitaria di riferimento degli assistiti risulta essere di 3,64 per mille assisiti per Asfo, per Asufc di 4,57, e per Asugi di 5,82. I dati sono ricavati dal portale RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità.
Pronto soccorso sotto pressione
Negli ultimi giorni la curva del contagio si è alzata e nei pronto soccorso ci sono stati degli aumenti negli accessi che sono arrivati anche fino al 10%. In alcuni giorni a Udine e Trieste si è passati da 160 a quasi 200 utenti mentre nel Pordenonese l’aumento è stato attorno al 6%.
«Al momento – spiega Cristina Zappetti referente Malattie infettive della direzione centrale Salute, politiche sociali e disabilità del Fvg – i numeri non sono allarmanti anche se i pronto soccorso in alcune fasce orarie si trovano sotto pressione». I tempi di attesa, per i casi non gravi, è arrivata anche a 8 o 10 ore. E la situazione non pare destinata a migliorare. «La trasmissione andrà avanti per tutto il mese di gennaio e per buona parte dei febbraio anche se dopo il picco i contagi caleranno».
Il mix di virus
Quest’anno, rispetto al 2024, in Italia sta circolando un mix di virus respiratori, tra cui adenovirus, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e Covid, oltre al virus dell’influenza australiana che farà registrare il picco di casi probabilmente a fine mese. «Il dato attuale di diffusione dell'influenza è inferiore alle previsioni di inizio stagione, anche perché non c’è stata quella prevalenza del virus che ci spaventava di più, cioè l’H3N2 di origine australiana - afferma Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene generale e applicata all’università di Milano, direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it».
«Per il momento – prosegue – stiamo vedendo infatti un mix tra quel virus e l’A/H1N1, che ha effetti meno pesanti. L’epidemia influenzale in corso si sovrappone poi alla persistente presenza di altri virus che interessano le vie respiratorie come il virus respiratorio sinciziale, l’adenovirus e il Covid che, anche se meno cattivo, è ancora presente nel nostro Paese. Nei prossimi giorni, a causa della riapertura delle scuole e dell’ondata di gelo in arrivo, i casi di malattie simil-influenzali comunque si moltiplicheranno e tra due o tre settimane arriveremo al picco, probabilmente a fine mese».
I ricoveri
«Ogni anno ci troviamo a dover far fronte a casi anche gravi che comportano il ricovero in terapia intensiva per le conseguenze di virus influenzali - sottolinea il direttore della Clinica di malattie infettive dell’Asufc, Carlo Tascini -. Non sono coinvolti solo soggetti fragili ma anche giovani e adulti in salute, si tratta però di casi rari.
I principali virus di quest’anno sono l’H1N1 e l’H3N3, ma si fanno pochi test che invece sarebbero molto utili anche alle persone che non vengono ricoverate. Con la diffusione della sindrome influenzale aumentano anche i casi di pneumococco e abbiamo avuto anche 4 casi di meningite».
La campagna vaccinale
Al 10 gennaio risultavano vaccinate contro l’influenza 249 mila 600 persone quasi 19 mila in più rispetto a un anno fa quando risultavano iniettate 231 mila dosi. «L’aumento più significativo ha riguardato la fascia dai 65 anni in su con 179 mila 600 vaccini corrispondenti al 55,56% della popolazione - dice Zappetti - mentre da 6 mesi a 6 anni si sono vaccinati 8.500 bambini, il 17,81%, nella fascia 60-64 il 22,36% circa 20.200 persone e in quella 7-59 circa 38.300 persone ossia il 5,61%. Considerato che il picco non è ancora arrivato il mio consiglio è quello di vaccinarsi per aumentare le difese immunitarie».
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