Spazi risicati, prezzi alle stelle: perché tante imprese del Fvg non parteciperanno al Salone del mobile

L’investimento richiesto è di quelli importanti: sia per l’allestimento che per vitto e alloggio ai collaboratori

Maura Delle Case
Allestimenti in esposizione al Salone del Mobile
Allestimenti in esposizione al Salone del Mobile

Collocazioni inadeguate, spazi risicati e prezzi alle stelle.È quanto lamentano alcune delle imprese Fvg che hanno deciso di disertare il Salone del mobile di Milano. Quello che fino a qualche tempo fa rappresentava un appuntamento immancabile per il settore, oggi non lo è più. I numeri del resto parlano chiaro. Quest’anno alla volta di Rho partiranno appena 37 aziende, 35 per il Salone vero e proprio, 2 per Euroluce. Mai così poche.

Il trend

La diminuzione delle partecipazioni è un fenomeno iniziato ormai qualche tempo fa. Dall’entusiasmo del 2022 – primo anno post Covid in cui il Salone è tornato alla sua versione piena (nel 2021 c’era stata l’edizione straordinaria curata da Stefano Boeri e riservata a un numero ristretto d’imprese) – con 50 aziende partecipanti al Salone (66 comprese quelle presenti a Eurocucina e al Salone internazionale del bagno), negli anni successivi il numero si è andato via via contraendo: nel 2023 le aziende sono passate a 45 (48 con Euroluce), nel 2024 a 44 (59 con Eurocucina e Salone del bagno) per arrivare alle appena 35 di quest’anno (37 con Euroluce).

Disaffezione? Tutt’altro. Non c’è azienda che non riconosca l’importanza della vetrina milanese, il suo valore e la sua storia. Motivi che tuttavia non bastano più a giustificare un investimento come quello richiesto per essere presenti a Milano come spiega Fulvio Bulfoni, presidente de La Cividina, azienda di Martignacco produttrice di imbottiti di design, che al Salone non partecipa ormai da due anni. «Non è stata una decisione facile ma a un certo punto, pur restando convinti sostenitori della fiera, abbiamo scelto di non partecipare».

La mappa del Salone del Mobile di Milano: ecco dove trovare le aziende Fvg
La mappa del Salone del Mobile di Milano: ecco dove trovare le aziende Fvg

Spazi e collocazione inadeguati

«La collocazione che ci veniva proposta e gli spazi concessi non erano coerenti con il nostro progetto – continua Bulfoni –. Avevamo chiesto un’altra posizione e più metri. In mancanza di risposte abbiamo, nostro malgrado, deciso di non partecipare». Complice l’apertura, in via Manzoni, pieno centro di Milano, di un grande showroom all’interno di palazzo Borromeo. «Se l’anno scorso eravamo titubanti, quest’anno siamo convinti della scelta al 100%: nello showroom – fa sapere Bulfoni – abbiamo lavorato più e meglio che in fiera. E non siamo gli unici...».

A disertare Rho quest’anno saranno infatti anche big del mobile come Molteni e Flexform, segno che il fuggi fuggi da Rho non riguarda più unicamente le aziende piccole e non è solo una questione di costi. Parola di Elena Buttazzoni, socia della Blifase di Corno di Rosazzo, azienda produttrice di sedie e complementi d’arredo, che dopo oltre mezzo secolo di partecipazione ininterrotta al Salone quest’anno non ci andrà. «Negli ultimi anni – spiega Buttazzoni – c’è stata una riorganizzazione della fiera che ci ha un po’ penalizzati: siamo stati spostati qua e là, da un padiglione all’altro, senza tener conto della tipologia del prodotto e della nostra identità, il che ha confuso non poco i clienti, diversi dei quali, nel marasma generale, non ci hanno nemmeno trovato».  Per due aziende che hanno deciso di dire addio (almeno momentaneamente) al Salone, ce ne sono altre che sono tornate sui propri passi.

Chi se ne va e chi torna

È il caso della pordenonese Midj. Assente dalla fiera di Milano nel 2024, presente il prossimo aprile. «Lo scorso anno non siamo andati perché non eravamo soddisfatti della posizione che ci era stata assegnata. Abbiamo fatto il Fuori Salone, anche per conoscere quest’altra modalità, interessante ma non equiparabile al Salone per un’azienda che esporta come la nostra. E lì che si sviluppa il business, specie con i clienti esteri» spiega Miriam Vergner, direttore commerciale e marketing di Midj. «Detto questo partecipare al Salone sta diventando sempre più oneroso, sia per i costi legati alla fiera vera e propria, agli allestimenti, i servizi e le autorizzazioni, sia per quelli degli alberghi in città».

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