Monete dell’epoca romana e gemme antiche dal grande valore vendute all’asta online: beni sequestrati dai carabinieri
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine presentano l’attività operativa relativa all’anno 2023. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a 43.950 euro

Nel 2023 l’attività di prevenzione e di contrasto alle aggressioni criminali al patrimonio culturale del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine, che ha operato con competenza territoriale sul Friuli Venezia Giulia e, sino al mese di febbraio, sul Trentino Alto Adige, la cui competenza è transitata al paritetico Nucleo di Venezia dal 01 marzo successivo, ma che ha anche svolto attività d’indagine al di fuori delle Regioni di diretta competenza, si è contraddistinta per la particolare incisività dei controlli posti in essere, in particolar modo, sulle piattaforme di vendita online nonché sulla presenza di beni culturali ed opere d’arte di illecita provenienza nei mercati di settore.
In particolare, l’azione preventiva si è concretizzata nell’esecuzione di:
- 13 sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei, biblioteche e archivi;
- 58 controlli ad aree archeologiche marine e terrestri, siti UNESCO in primis;
- 84 verifiche in aree con vincoli paesaggistici e monumentali;
- 122 controlli ad esercizi commerciali di specifico settore e 14 controlli a mercati e fiere antiquariali.
La fattiva e costante collaborazione intercorsa con l’Arma Territoriale che supporta le attività del Nucleo attraverso il prezioso apporto fornito dalle Stazioni Carabinieri, nonché le attività svolte congiuntamente con il 14° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Belluno, la Motovedetta CC 401 della Stazione di Grado (GO) e del Nucleo Carabinieri Subacquei di Genova, ha consentito di attuare un efficace monitoraggio terrestre, marittimo e aereo del territorio di competenza.
La gran parte dei beni e delle opere d’arte sequestrate, è stata sottoposta a successivo esame tecnico da parte di funzionari delle competenti Soprintendenze, da docenti universitari specializzati, principalmente facenti parte del D.I.U.M. dell’Università di Udine, nonché da esperti nei diversi settori artistici e dalle Fondazioni di riferimento. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a 43.950 euro.
Le monete romane sequestrate nel pordenonese
Tra le operazioni svolte, i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno consegnano alla Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio di Trieste 25 monete romane di epoca imperiale proveniente da un sequestro effettuato presso l’abitazione di una donna residente in provincia di Pordenone.
Le indagini sono state avviate a seguito del monitoraggio delle vendite online di beni culturali di tipo numismatico che i militari dell’Arma hanno eseguito nel corso del 2023 e che hanno portato a individuarle su un sito specializzato ponendole all’asta per il massimo realizzo.
Una volta operato il sequestro, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Pordenone, le monete sono state espertizzate da un docente di numismatica del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Udine che ne ha delineato le caratteristiche e le peculiarità trattandosi di monete di epoca romana ardo antica - basso imperiale e provenienti da un lungo periodo di giacenza nel terreno. Si tratta di reperti databili dal IV al V sec. d. C. e pienamente compatibili con analoghi ritrovamenti nel territorio del pordenonese. Ciò conferma come l’opera di scavo clandestino sia un reato particolarmente importante da contrastare e sul quale operare la massima attenzione nel corso delle indagini condotte dal reparto dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.
Al termine delle indagini, considerando la buona fede da parte della donna che ne era venuta in possesso attraverso la sua famiglia, il Gip di Pordenone ha disposto l’archiviazione delle responsabilità penali.
Le gemme preziose a Udine
Non solo monete, anche gemme preziose. I carabinieri hanno sequestrato due gemme antiche provenienti da un sequestro effettuato presso l’abitazione di una donna residente in provincia di Udine.
Le indagini sono state avviate a seguito del monitoraggio delle vendite online di beni culturali di tipo archeologico che i militari dell’Arma hanno eseguito nel corso del 2023 e che hanno portato a individuarle su un sito specializzato nel quale erano state poste in vendita per la somma di 60 euro come base d’asta di partenza.
na volta operato il sequestro, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Udine, le gemme sono state analizzate da un’archeologa esperta della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia che ha stabilito trattasi precisamente di un diaspro nero, ovvero una pietra preziosa che raffigura la Dea Fortuna con cornucopia ed elementi vegetali, databile tra il II e il III sec. d. C., ed una corniola la cui origine potrebbe essere di età romana, ovvero una copia di età rinascimentale. Entrambe sono beni culturali di tipo archeologico di proprietà dello Stato, la cui vendita non può essere consentita; motivo per il quale è stato operato il sequestro.
Al termine delle indagini, considerando la buona fede da parte della donna che ne era venuta in possesso attraverso la famiglia di origine, il Gip di Udine ha disposto l’archiviazione delle sue responsabilità penali, prevedendo che entrambe le gemme vengano confiscate a favore dello Stato, con assegnazione alla Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio di Trieste.
Le attività di indagine condotte dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale dimostrano l’importanza del costante monitoraggio del commercio, oggi spessissimo svolto su piattaforme dell’e-commerce attraverso il quale, molte persone, talvolta anche ignare, pongono in vendita dei beni culturali che, per loro natura, sono di illegittima provenienza in quanto non possono essere commercializzati da privati in assenza di specifiche autorizzazioni e perché appartengo alla collettività. Con il loro recupero e le successive restituzioni, si contribuisce a ristabilire l’equilibrio grazie al quale i beni ritornano nel contesto al quale essi appartengono attraverso l’assegnazione agli Enti deputati alla loro custodia e conservazione.
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