C’è la Pasqua ebraica, i seggi delle elezioni comunali resteranno aperti fino alle 22 del lunedì

Il 13 e 14 aprile si festeggia la Pesach, e la Regione ha deciso di ampliare l’orario di voto. Lunedì 10 febbraio presentato il disegno di legge necessario alla modifica

Christian Seu
L’assessore Pierpaolo Roberti e il municipio con la bandiera di Israele
L’assessore Pierpaolo Roberti e il municipio con la bandiera di Israele

Per venire incontro agli elettori di fede ebraica, che domenica 13 e lunedì 14 aprile celebreranno la solennità della Pasqua, la Regione ha deciso di ampliare l’orario di apertura dei seggi che saranno allestiti nei quattro Comuni che in primavera torneranno al voto per scegliere sindaco e consiglieri comunali: oltre a Pordenone – chiamata a individuare il successore di Alessandro Ciriani, eletto al Parlamento europeo – si voterà anche a Nimis, Monfalcone e San Pier d’Isonzo.

Gli elettori potranno recarsi ai seggi fino alle 22 di lunedì e avranno dunque sette ore in più di tempo per esprimere le proprie preferenze, rispetto a quanto previsto da un articolo inserito nell’ultima Finanziaria regionale, che indicava le 15 come orario per l’avvio delle operazioni di spoglio delle schede.

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Un allungamento che permetterà anche ai residenti di fede ebraica di votare: la solennità della Pesach, infatti, si conclude alle 20.43 del 14 aprile, concedendo agli osservanti un’ora e un quarto per presentarsi ai seggi, ritirare le schede elettorali ed esprimere il proprio voto.

Per rendere operativa la modifica degli orari non basterà, come previsto inizialmente, il provvedimento di convocazione dei comizi elettorali, che sarà firmato il prossimo 27 febbraio: bisogna agire a livello normativo e il primo passo – un disegno di legge regionale – è stato compiuto lunedì 10 febbraio con l’approvazione del provvedimento da parte della giunta Fedriga, che si è riunita in seduta straordinaria proprio per dare il via libera al ddl proposto dall’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti.

C’è da dire – e lo conferma lo stesso esponente dell’esecutivo regionale – che la misura avrà effetti pratici limitati, essendo davvero ristretta la presenza di residenti di fede ebraica nei quattro Comuni che andranno al voto tra due mesi: «Ci pareva però corretto – spiega lo stesso Roberti – consentire anche a quei pochi elettori di esercitare un diritto nel pieno rispetto dei dettati religiosi, che impediscono durante la Pasqua ebraica ogni genere di attività lavorativa e intellettuale».

Il disegno di legge dovrà essere approvato ora dal Consiglio regionale, probabilmente già la prossima settimana: a definire la data della riunione d’urgenza della massima assemblea regionale sarà la Conferenza dei capigruppo, che si riunirà giovedì 14 febbraio.

A quel punto, come previsto, gli orari saranno recepiti e ratificati dal decreto di convocazione dei comizi, che sarà firmato a fine mese e che conterrà tutte le indicazioni e i termini temporali che scandiranno le procedure di voto, dalla presentazione delle liste alle date dei ballottaggi, passando per i termini di presentazione delle liste, che dovranno essere depositate lunedì 10 e martedì 11 marzo.

La decisione della Regione è particolarmente apprezzata dalla comunità ebraica regionale: «È un bel gesto, un segno di attenzione che ci fa piacere e che apprezziamo – commenta il presidente della Comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonichio –. Ci fa piacere che la giunta regionale abbia tenuto conto della concomitanza delle elezioni con la solennità della Pasqua ebraica: durante le festività non si possono svolgere attività lavorative, creative e intellettuali. E anche il voto è considerata tra queste».

Del provvedimento della Regione, che arriva in un momento storico del tutto particolare, potrà beneficiare un numero limitato di elettori: «Il 90 per cento dei fedeli si concentra a Trieste – indica Salonichio –. A Monfalcone abbiamo una sola famiglia iscritta alla comunità, a Pordenone sono un paio di più: il numero è in ogni caso molto basso». 

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