Approvato dal Cal il piano oncologico regionale, due comuni votano contro. Riccardi: «È un passo avanti»
Il provvedimento è passato con la maggioranza dei voti e ha visto l'espressione del parere negativo di alcune amministrazioni dell'Isontino e di altri voti di astensione
"Al di là dei due voti contrari, considero l'astensione espressa da alcune Amministrazioni anche di colore politico diverso dal nostro un fatto positivo e come uno sprone ad andare avanti su un tema che, da circa trent'anni, non ha trovato ancora una soluzione. Spiace comunque che continuino ad emergere rivendicazioni territoriali che non pensano agli esiti di salute i quali dovrebbero essere i primi indicatori da osservare".
Si è espresso così l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi al termine della seduta del Consiglio delle autonomie locali (Cal), chiamato ad approvare il piano oncologico regionale. Il provvedimento è passato con la maggioranza dei voti e ha visto l'espressione del parere negativo di alcune amministrazioni dell'Isontino e di altri voti di astensione.
"Prendo atto - ha spiegato l'esponente dell'esecutivo Fedriga - di quanto emerso nel dibattito e ribadisco che tutti gli aspetti del contenuto del Piano, stralciata la tabella come richiesto, procederanno secondo le condizioni stabilite. Questo era il nostro accordo: gli elementi legati all'interpretazione e alla declinazione dei dati saranno affidati, come da previsione, al Coordinamento oncologico regionale, luogo in cui i professionisti potranno confrontarsi e proporre soluzioni basate su evidenze scientifiche".
Riccardi non ha risparmiato critiche ai ritardi accumulati. "Sono trent'anni - ha detto - che si discute di questi temi, ma i cittadini sono già oltre: scelgono dove curarsi, anche fuori regione, se necessario. È nostro compito invertire questo flusso, garantendo loro servizi eccellenti sul territorio". Nonostante alcune divergenze espresse, Riccardi ha interpretato le astensioni come un segnale positivo, augurandosi che anche le posizioni più critiche possano rientrare in un dialogo costruttivo.
L'assessore ha poi richiamato l'importanza di un confronto sereno e professionale. "Tutte le componenti, inclusi i chirurghi, devono partecipare al percorso. La politica deve fare un passo indietro e lasciare spazio al sistema professionale, che spero sappia dialogare in modo più composto rispetto a quanto visto nelle ultime settimane". Riccardi ha evidenziato inoltre la necessità di adottare un approccio pragmatico e orientato ai risultati. "Il Friuli Venezia Giulia - ha detto - è una delle sole tre Regioni italiane a non avere ancora una rete oncologica strutturata. Non possiamo continuare a discutere in modo frammentato, pensando alla sanità come una questione di singoli territori o ospedali. La nostra linea è chiara: nessun nosocomio sarà chiuso, ma le attività devono essere concentrate, e le decisioni devono essere basate su criteri scientifici, non politici".
Guardando ai prossimi passaggi, Riccardi ha confermato che il Piano sarà discusso in Terza commissione. Se l'assise esprimerà parere favorevole, il documento sulla rete oncologica approderà poi in Giunta per l'approvazione. "Questo strumento, pur accogliendo il richiesto stralcio della tabella, non modifica il modello di governance del Piano e affida alla componente professionale la definizione e l'approfondimento dei dati". Infine, Riccardi ha lanciato un monito: "Ridurre questa iniziativa a una dialettica politica significherebbe replicare i blocchi degli ultimi trent'anni. Dobbiamo avanzare per offrire ai nostri cittadini esiti di salute migliori, all'altezza delle loro aspettative".
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto