Progetti con fondi regionali in ritardo, all’imprenditore austriaco pignorato il castello

Nel mirino i lavori per il parco giochi nel centro commerciale di Tavagnacco. Friulia chiede indietro 2 milioni, ma per il suo referente in Italia «i ritardi sono dovuti a permessi non ottenuti»

Giorgia Pacino
Nel mirino i lavori per il parco giochi nel centro commerciale di Tavagnacco
Nel mirino i lavori per il parco giochi nel centro commerciale di Tavagnacco

Poco più di due milioni di euro. A tanto ammonta il valore del pignoramento deciso dal Tribunale di Trieste sui beni di Walter Mosser, l’imprenditore immobiliare di Klagenfurt titolare della Mid Holding. Società, specializzata in “rigenerazioni urbane”, che ha più di un progetto in campo in Friuli Venezia Giulia.

I progetti della Mid Holding in Fvg

Si tratta della holding che nel 2017 ha acquistato all’asta dal Comune di Trieste per 13,3 milioni di euro il complesso dell’ex Fiera, per riqualificare l’area di 24 mila metri quadrati compresa tra le vie Revoltella, Rossetti, Settefontane e piazzale De Gasperi. Nel 2019 la Mid ha investito anche sul centro commerciale Friuli a Tavagnacco (conosciuto anche come ex Berlusconi), costruito negli anni Novanta e trainato per un decennio dall’Euromercato del gruppo Fininvest. Al posto dei negozi sarebbe dovuto sorgere entro il 31 marzo 2023 il parco giochi “Funiversity”, un’operazione da 30 milioni di euro per un’attività che non ha ancora visto la luce.

La proprietà contestata a Mosser a Klagenfurt (Foto credit. Kleine Zeitung)
La proprietà contestata a Mosser a Klagenfurt (Foto credit. Kleine Zeitung)

Il pignoramento e il coinvolgimento di Friulia

E proprio da questa operazione nasce la pronuncia del Tribunale di Trieste che, come riporta il giornale austriaco, ha portato al pignoramento del castello di Seltenheim, la proprietà dove abita Mosser. Friulia, la finanziaria della Regione, che era intervenuta con una partecipazione di 2 milioni di euro per sostenere l’operazione di rilancio del sito di Tavagnacco, chiede ora di essere liquidata, visto che, si legge nella sentenza, gli obiettivi dell’operazione «non sono stati raggiunti (né avvicinati)». Ed esige il pagamento di 2 milioni 184 mila euro. A tanto ammonta il prezzo della partecipazione, maggiorata dagli interessi pattuiti.

Friulia era entrata nella compagine di Cct Friuli srl (Centro commerciale Tavagnacco Friuli), creata dalla Mid Holding di Mosser. Non vedendo risultati, ovvero la realizzazione del “Funniversiy”, Friulia – che al momento preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione – aveva prima chiesto spiegazioni e poi si era mossa attraverso le vie legali.

Ritardi per lungaggini burocratiche

Una cifra che l’imprenditore austriaco non ha versato, facendo scattare il pignoramento. «La causa è aperta: se il dottor Mosser non avrà ragione pagherà, altrimenti pagheranno altri». Armin Hamatschek, referente di Mosser per l’Italia, esclude che dietro la scelta di non versare quanto richiesto da Friulia ci siano ragioni finanziarie. Nessun problema di liquidità, assicura («Si è visto il castello in cui abita. Non avrà problemi per due milioni di euro»). Mosser non ha pagato perché non ritiene di essere responsabile del mancato avvio del progetto di Tavagnacco. «I ritardi sono dovuti a permessi non ottenuti, a lungaggini burocratiche. Entro marzo avrebbe dovuto aprire il parco giochi, ma non sarebbe stato possibile considerato quando sono arrivati i permessi dal Comune. E non si potevano fare i lavori senza quei permessi».

Il ricorso di Mosser

L’imprenditore di Klagenfurt ha già presentato ricorso contro il pignoramento, azione che, a dire di Hamatschek, «non lo ha reso contento, ma non lo preoccupa. Il suo legale si è espresso molto tranquillamente sul punto». La data dell’udienza è già stata fissata per il 27 febbraio. Intanto, i progetti dell’ex Fiera a Trieste e del centro commerciale Friuli a Tavagnacco – assicura il suo braccio destro in Italia – andranno avanti. «E non solo quei due, anche da tutte le altre parti, in Friuli Venezia Giulia e in Austria».

Dopo un’attesa di sette anni, per l’ex Fiera l’ultima previsione ipotizzava l’avvio delle demolizioni per la primavera del 2025. «Ormai ci siamo abituati al fatto che in Italia tutto dura più a lungo che da altre parti», osserva Hamatschek. Ma su Trieste e sul Friuli Venezia Giulia da parte di Mosser e della sua Mid Holding non c’è «nessun ripensamento».

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