In Friuli Venezia Giulia ci sono 8 branchi di lupi: la Regione stanzia più fondi per gli indennizzi
Il censimento con il Corpo forestale: numeri in costante crescita. Previsti contributi per l’acquisto di recinzioni elettrificate e cani da guardiania

Il ritorno spontaneo dei lupi in regione risale al 2010. E da allora la presenza è cresciuta considerevolmente: secondo i dati dell’ultimo report dedicato, in Friuli Venezia Giulia è certificata la presenza di otto branchi e una coppia, che si aggirano tra Val Degano, Tarvisiano, Cansiglio, Alto Tagliamento e Val Cimoliana.
Una presenza non sempre discreta: gli attacchi predatori non hanno risparmiato in questi anni pascoli e allevamenti. La Regione sta tentando di mettere in piedi una serie di contromisure, accompagnando agli interventi volti ad evitare gli attacchi di questi predatori, la possibilità di richiedere indennizzi in caso di danni.
I dati
Secondo l’ultimo report su status, distribuzione e monitoraggio del lupo in Friuli Venezia Giulia 2023/24 (realizzato dal Servizio Biodiversità in collaborazione con il Corpo forestale regionale, l’Università degli Studi di Udine, i carabinieri Reparto Biodiversità di Tarvisio e l’associazione Progetto Lince Italia, e con il supporto tecnico - scientifico dell’Università di Torino) oggi sono presenti, almeno cinque branchi e quattro coppie, distribuiti tra Val Degano, Tarvisiano, Cansiglio, Alto Tagliamento e Val Cimoliana.
Nel corso del 2024 tre delle quattro coppie (Polcenigo, Pontebba e Tarvisio) si sono riprodotte, raggiungendo quindi un numero complessivo di otto branchi e una coppia. Segnalazioni che al momento non è stato ancora possibile confermare fanno supporre che il numero delle unità riproduttive possa essere sensibilmente maggiore. Si tratta, in generale, di numeri in crescita rispetto al passato, un aumento influenzato in prevalenza dall’arrivo di lupi da ovest, oltre che da individui in dispersione provenienti dai Balcani.
Prevenzione
La prevenzione, secondo la normativa, ha lo scopo di eliminare o ridurre al massimo i danni che possono essere causati da lupo, orso bruno, lince e sciacallo dorato. Nel 2024 sono state accolte dalla Regione 31 domande (la maggior parte, 21, da aziende), per un impegno di spesa di 50 mila euro, una cifra in crescita rispetto al passato (investimenti inferiori a 40 mila euro nel triennio precedente).
Le risorse investite sono finalizzate prevalentemente alla predisposizione di recinzioni elettrificate, in misura minore alle spese di manodopera del personale che opera in alpeggio e alle spese per la protezione dei cani da affezione. Dal 2025 i contributi per l’acquisto (e il mantenimento) dei cani da guadiania sono dedicati oltre che al pastore maremmano abruzzese, anche al pastore della Sila.
Gli indennizzi
Accanto a queste misure, la Regione ha previsto la possibilità di compensare i danni causati da questa specie assegnando fondi per il loro indennizzo. Nel 2024 sono pervenute 45 domande. La maggior parte degli eventi denunciati (95 per cento) riguarda la predazione di animali d’allevamento (soprattutto ovi-caprini) e, per la prima volta, per il 5 per cento, la predazione di cani (d’affezione e da caccia).
Questi eventi predatori si sono verificati su un’area che va dal settore montano occidentale, alla pedemontana pordenonese fino alla Carnia.
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