Regione e privato accreditato della sanità: l’accordo sarà rivisto entro marzo
La delibera di giunta approvata due giorni fa su proposta dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi.
L’accordo della Regione con il privato accreditato della sanità, già prorogato per il 2024, verrà allungato al 2025. Ma con un termine perentorio: rivedere l’intesa entro fine marzo.
Lo prevede una delibera di giunta approvata due giorni fa su proposta di Riccardo Riccardi. L’assessore alla Salute spiega che l’obiettivo è di «continuare a combattere il fenomeno delle “fughe”, soprattutto per l’ortopedia e la riabilitazione in Veneto», e anticipa che l’unica via sarà di «alzare il budget delle strutture convenzionate».
Un budget che, sul triennale 2021-23, vale poco meno di 110 milioni all'anno, circa il 5% del Fondo sanitario regionale di parte corrente. Per legge si potrebbe salire fino al 6% ed è verosimilmente questa la strada che prenderà la giunta, anche se Riccardi non parla di cifre, ribadendo che «la mobilità passiva è stata stabilizzata, ma si tratta ora di eroderla. E lo potremo fare solo se prevederemo parità di condizioni con il privato accreditato del Veneto. Altrimenti, sarà il nostro privato accreditato ad andare per conto suo».
Salvatore Guarneri, presidente dell’Aiop, Associazione Italiana Ospedalità Privata, conferma che l’accordo si dovrebbe trovare appunto sull’incremento del budget. «Di una trentina di milioni, tra ricoveri e specialistica ambulatoriale – quantifica –, così che potremo incidere sulle liste di attesa e ancora di più sulla mobilità. Ricordiamo che l’Italia, con riguardo alla spesa sanitaria in rapporto al Pil, si colloca al sedicesimo posto nel mondo, alla stregua di Corea e Portogallo. La Regione Fvg che investe più risorse sulla salute del cittadino rispetto al resto d’Italia trova in noi un alleato prezioso ed un valore aggiunto».
Nel nuovo accordo ci sarà pure l’innalzamento di un altro limite bloccato dagli anni della spending review. «Parliamo delle prestazioni ad alta complessità da riservare ai pazienti di fuori regione – fa sapere Guarneri –. Dal 2008 abbiamo una quota regionale di 21 milioni, del tutto insufficiente per risultare attrattivi. Puntiamo a rivedere le regole, così da aumentare la mobilità attiva».
Ma, sui numeri della mobilità sanitaria da poco resi noti da Agenas (-14,1 milioni il saldo Fvg nel 2023), interviene il responsabile Salute del Pd regionale Nicola Delli Quadri.
«Nel 2018 – ricorda –, quando Fedriga e Riccardi hanno preso in mano la Regione, il saldo registrava un attivo di 2,2 milioni. Quindi, rispetto ad allora, la perdita è di 16,3 milioni». Il dem pesca alcune cifre dal report dell’Agenzia: «I ricoveri in uscita sono 10.638, con prevalenza per ortopedia programmata (3.400 malati) verso il privato accreditato del Veneto. Altri 1.180 emigrano per la chirurgia generale e 1.130 per la riabilitazione».
Per Delli Quadri, «la destra si ostina a proporre soluzioni inefficaci, come il ricorso al privato convenzionato, che, guarda caso, opera talvolta con gli stessi professionisti in Fvg e Veneto. Da anni, però, si remunera il privato e la fuga aumenta. Delle due l’una: o Fedriga e Riccardi non sanno far di conto oppure sanno e persistono pervicacemente in soluzioni dannose. Invece di insistere su una strada sbagliata, bisogna mettere il servizio sanitario pubblico nelle condizioni di rispondere il più possibile alle necessità dei cittadini del Fvg avendo garanzie dal sistema privato che gli stessi siano trattati in tempi utili e ragionevoli sul territorio». —
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