Terzo mandato, la Lega in Friuli Venezia Giulia: «No alle imposizioni dall'alto, qui va esercitata l'autonomia»
Il segretario regionale Dreosto avverte che la partita non è chiusa «p er il bene del territorio» Rizzetto, responsabile FdI: «La premier è stata chiara, niente velocità differenti nel Paese»
Se le parole di Maurizio Gasparri, il responsabile forzista degli Enti locali che già aveva piazzato l'altolà sul terzo mandato nelle Regioni, hanno un peso, quelle di Giorgia Meloni sono un macigno. Ma, mentre Massimiliano Fedriga preferisce non ritornare sull'argomento, Marco Dreosto, segretario leghista, avverte che la partita non è chiusa, non in una Regione "speciale".
La linea della Lega
Il Governo può impugnare una legge elettorale della Campania, ma la specialità consegna al Friuli Venezia Giulia competenza primaria sul tema e la Lega la pensa in maniera opposta rispetto a Fratelli d'Italia: modificare la norma attuale consentendo il terzo mandato del governatore (in un "pacchetto" più ampio di modifiche) non sarebbe una fuga in avanti rispetto al Paese, ma, come sostiene Dreosto, la conferma di un diritto. «Detto che l'idea avanzata da Meloni di una possibile iniziativa legislativa per armonizzare il terzo mandato a livello nazionale è un'ipotesi che potrebbe aprire una discussione, è importante ribadire che la nostra è una Regione a statuto speciale – dichiara il segretario della Lega Fvg –, con un'autonomia che non è un privilegio, ma il risultato di battaglie e conquiste storiche».
Quindi, con parole ancora più nette: «Abbiamo sempre dimostrato di essere in grado di autogovernarci con responsabilità e competenza affrancandoci dal centralismo romano. I cittadini friulani e giuliani – insiste Dreosto – sono persone pienamente consapevoli e competenti, e sono perfettamente in grado di decidere in autonomia chi deve rappresentarli, senza dover subire imposizioni dall'alto. Francamente non capisco tutta questa paura di dare agli elettori più libertà di scelta». Infine, rivolto agli alleati, senza citarli: «Sorprende che si facciano calcoli opportunisti per posizioni e ruoli invece che guardare al bene della regione».
La linea dei meloniani
Per Walter Rizzetto, tuttavia, le considerazioni di Meloni «esprimono la linea che ho tenuto dall'inizio». Sin dal vertice di maggioranza a ridosso del Natale il segretario regionale dei meloniani ha parlato di questione di competenza nazionale, «al netto della nostra sacra autonomia». Sacra, ma, nel merito del prolungamento dei mandati dei governatori, da non mettere in moto, secondo Rizzetto. Non in solitaria. «Meloni, con riferimento al caso della Campania – dichiara il coordinatore di FdI Fvg –, spiega bene che non si può viaggiare a velocità differenti da Regione a Regione. L'autonomia può senz'altro avere un ruolo sul tema, ma non se nel Paese ci si muove in direzione diversa». O tutti o nessuno? «Questo è ciò che la presidente del Consiglio ha affermato a chiare lettere».
Forza Italia e Noi Moderati
In casa Forza Italia, Sandra Savino, che due giorni fa ha precisato che sul terzo mandato «la linea l'ha declinata Gasparri», non aggiunge altro. A intervenire è invece Giulia Manzan di Noi Moderati.
Dopo l'apertura del vertice di Natale (al pari dell'Udc, rappresentata da Angelo Compagnon), la scelta è di allinearsi al leader Maurizio Lupi, che proprio ieri ha definito il terzo mandato «un errore» e difeso il lungo corso dei parlamentari (se Gasparri è in Parlamento dal 1992, il centrista è deputato senza interruzioni dal 2001). «Il motivo è che non c'è elezione diretta – dice Lupi –. Il Consiglio regionale non è un Parlamento e sappiamo benissimo che quando i governatori diventano viceré fanno male alla democrazia, sia che siano di destra che di sinistra».
«È vero che sono i cittadini a scegliere da chi farsi governare, ma ritengo che due mandati siano un tempo sufficiente per un presidente di Regione per dimostrare di essere un buon governatore – afferma da parte sua Manzan –. La questione del terzo mandato sta diventando più una tenaglia strumentale per regolare i conti tra i principali partiti del centrodestra. Meglio sarebbe utilizzare le energie per progetti e iniziative concrete per il territorio».
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