Tragedia sul Natisone, la mamma di Patrizia: «L’ho persa per sempre ma ora saprò la verità, mi resta solo quella»

La madre di una delle vittime attende gli sviluppi investigativi su quanto accaduto il 31 maggio, quando la figlia venne trascinata via dalla corrente del fiume assieme agli amici Bianca Doros e Cristian Casian Molnar: «I ragazzi non hanno sbagliato, quel giorno non c’erano cartelli di divieto»

Elisa Michellut
Mihaela risponde alla stampa nei giorni della tragedia; a destra la figlia Patrizia Cormos
Mihaela risponde alla stampa nei giorni della tragedia; a destra la figlia Patrizia Cormos

Vuole sapere cosa è andato storto durante le operazioni di soccorso in quel maledetto giorno, il 31 maggio 2024, quando ha perso per sempre sua figlia, trascinata via dalla corrente del fiume Natisone assieme a Bianca Doros e Cristian Casian Molnar.

La madre di Patrizia Cormos, Mihaela, vuole che venga fatta chiarezza al più presto. «Nessuno potrà ridarmi mia figlia, purtroppo – le sue parole, che pronuncia con la voce rotta dall’emozione –, ma almeno potrò conoscere la verità e questa è l’unica cosa che ormai mi è rimasta».

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Le foto di Cristian, Bianca e Patrizia incastonate in una cornice bianca nel luogo dove familiari e amici hanno scrutato per giorni il fiume Natisone (foto Petrussi)

Cerca la verità, vuole risposte, Mihaela. «I ragazzi non hanno sbagliato – afferma – perché il luogo in cui si sono recati quel giorno non era pericoloso ed era segnalato come una spiaggia. Non c’era alcun segnale che indicasse un pericolo reale. C’era un cartello che vietava di fare il bagno ma i tre ragazzi non sono andati lì per quel motivo ma soltanto per scattare alcune fotografie al paesaggio. Attendiamo, a questo punto, di conoscere il nome degli indagati e poi valuteremo come procedere. Mia figlia ha chiesto aiuto chiamando il Numero unico di emergenza Nue 112. Sicuramente si poteva fare di più».

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La madre di Patrizia Cormos attende gli sviluppi dell’inchiesta della Procura. «C’è stato un ritardo evidente nei soccorsi – sostiene –. Qualcosa indubbiamente non ha funzionato come avrebbe dovuto. Questo è chiaro. Ora le responsabilità devono essere accertate. La prima telefonata da mia figlia per chiedere aiuto è stata fatta alle 13.29. Secondo le testimonianze l’acqua li ha trascinati via alle 14.20 circa, anche se non conosciamo ancora l’esatta dinamica dell’accaduto».

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Mihaela vorrebbe sapere «e spero che qualcuno me lo chiarisca, perché i soccorsi sono arrivati così tardi e perché non sono stati attivati altri sistemi per salvarli. I ragazzi non conoscevano la pericolosità del luogo ma chi è della zona e chi si stava occupando dei soccorsi avrebbe dovuto essere in grado di fare qualcosa. Io, da madre, penso così. Ho perso per sempre la mia bambina – le parole della mamma, sconvolta dal dolore – Per noi è una sofferenza quotidiana, un dramma che viviamo ogni giorno. La sorellina di Patrizia continua a dormire con la fotografia della sorella sul cuscino. È veramente straziante. Prima o poi dovrà emergere chi ha sbagliato e perché. Abbiamo ancora tantissime domande che attendono risposte e tanti dubbi».

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