Una delle Frecce Tricolori si schiantò al suolo uccidendo una bambina, l’audio del pilota: «Ho fatto birdstrike»
Lo rivela la consulenza affidata dalla Procura di Ivrea a un pool di esperti. Il 16 settembre 2023 il velivolo uscì di pista e centrò un'auto di passaggio: nell’impatto morì Laura Origliasso di cinque anni

Nella carcassa dell’Aermacchi MB-339, sigla “Pony 4”, precipitato il 16 settembre 2023 a Caselle (Torino) causando la morte della piccola Laura Origliasso, cinque anni, non ci sono tracce di volatili, ma è stato certamente un birdstrike (così viene identificato l’impatto fra un aereo e un volative) a causare la caduta della Freccia Tricolore.
Lo racconta con certezza – come riporta La Stampa – la consulenza disposta dalla Procura di Ivrea a un pool di professionisti. Un gabbiano, forse una cornacchia, si è infilato nel monomotore del velivolo causandone l’arresto.
La registrazione audio conferma l’impatto con un volatile. Al momento l’unico indagato nel procedimento è il pilota, il maggiore Oscar Del Dò, 37enne friulano originario di Martignacco e residente a Campoformido, che quando si rese conto dell’avaria indirizzò la sua Freccia Pony 4 verso la pista dell’aeroporto, in un punto completamente privo di mezzi e di persone, e si lanciò con il paracadute. L’apparecchio, però, dopo avere toccato il suolo continuò a strisciare in linea retta, fracassò la recinzione e urtò un’automobile di passaggio sulla strada limitrofa che prese fuoco. La bambina rimase intrappolata tra le fiamme.
La consulenza
Nel documento, lungo circa quattro pagine, si fa cenno alla registrazione audio captata dalla scatola nera in cui è lo stesso pilota a scandire queste parole: «Birdstrike, ho fatto un birdstrike», prima di azionare il pulsante di espulsione dall’aeromobile e atterrare con l’ausilio di un paracadute sulla strada pubblica che costeggia la pista dell’aeroporto nel comune di San Francesco al Campo.
Immagini e video mostrano stormi di uccelli sulla traiettoria. Quello non sarebbe l’unico indizio che ha portato gli specialisti alla conclusione. Agli atti dell’inchiesta della Procura ci sono delle fotografie e frame di video fin qui inediti che documentano la presenza corposa di stormi di uccelli sulla traiettoria di volo dell’Aermacchi. Immagini, si apprende, inequivocabili.
La scatola nera
Le telemetrie della scatola nera confermano l’arresto del motore. C’è tutta una serie di telemetrie di cui vi è traccia scrupolosa all’interno della scatola nera dell’aereo che – lette nel complesso e analizzate da un punto di vista tecnico – indicano la genesi dell’arresto del motore in un corpo estraneo penetrato dentro l’elica. Una serie infinita di dati numerici su temperatura, giri e caratteristiche del motore che non lascerebbe adito ad alcun dubbio.
La relazione è stata predisposta da tecnici guidati dall’ingegner Mauro Esposito che hanno effettuato un esame irripetibile sulla carcassa e sul computer che la governava. Le operazioni di smontaggio e analisi sono state complesse, necessitavano di professionisti e attrezzature particolarmente specializzate ed è su questo fronte che gli inquirenti (pm Valentina Bossi), guidati dalla procuratrice Gabriella Viglione, avevano impresso un’accelerazione alle indagini sostituendo d’imperio i consulenti ingaggiati a marzo (due docenti del Politecnico di Milano) con un nuovo professionista, Esposito appunto, già principale perito della Procura nella tragedia di piazza San Carlo a Torino, tragedia che causò due morti e 1.700 feriti durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid del 3 giugno 2017.
Le altre responsabilità
Anche lo scalo di Caselle resta sotto esame. L’attenzione degli inquirenti è probabile si sposti su eventuali responsabilità in capo allo scalo di Caselle. Oltre alle registrazioni delle comunicazioni tra gli aerei e la torre di controllo, sono agli atti dell’inchiesta i report effettuati dal dipendente deputato alla “dissuasione” dei volatili sulla pista che anche quel pomeriggio intervenne. E che scrisse, ad esempio, come nelle ore precedenti prima che le Frecce Tricolori si alzassero in volo, sulla lingua di asfalto di Caselle ci fossero fino a 170 tra gabbiani e corvi.
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