Via libera dei Comuni al Piano oncologico: Gorizia vota contro

Il consiglio delle autonomie ha approvato il documento senza la tabella. Astenuti Udine, Latisana e San Canzian d’Isonzo. Dice no anche Mossa

Cristian Rigo
La riunione del Consiglio autonomie locali. Foto Petrussi
La riunione del Consiglio autonomie locali. Foto Petrussi

Con il voto contrario di Gorizia e Mossa e l’astensione di Udine, Latisana e San Canzian, ma il Consiglio delle autonomie locali ha approvato il piano della rete oncologica regionale che mercoledì 29 gennaio sarà discusso in Terza commissione e venerdì 31 gennaio potrebbe quindi essere approvato dalla giunta guidata da Massimiliano Fedriga.

L’iter

A distanza di quasi trent’anni, quindi, la Regione potrebbe definire le linee guida per la realizzazione della Rete oncologica (Ror). A tradurre in realtà, definendo chi fa cosa, i principi del piano sarà invece il comitato tecnico scientifico come richiesto anche da alcuni comuni di centrodestra come Pordenone che hanno ottenuto lo stralcio della tabella precedentemente allegata al piano. Nella tabella di sintesi era riportava la proposta di redistribuzione delle sedi deputate a ospitare le chirurgie oncologiche per le singole specialità ed è su alcune di quelle indicazioni che si erano concentrate le critiche.

Salute e terzo mandato, la doppia partita che sta spaccando il centrodestra in Fvg

Ma per l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi non cambierà niente. «La tabella non è altro che la conclusione a cui si arriva applicando i principi del piano che sono stati condivisi da tutti». L’eventuale revisione dei dati competerà al Gruppo di lavoro (rigorosamente tecnico) che sarà indicato dal Coordinamento della Ror, dalla Direzione strategica dell’Azienda regionale di coordinamento della Salute e dalla Direzione centrale salute. Ma anche questo aspetto sarà oggetto di confronto politico, perché, da Fdi, pare arriverà la richiesta che la composizione del comitato rispecchi le posizioni emerse in queste settimane di discussione, coinvolgendo dunque anche quei professionisti che hanno espresso perplessità sul piano oncologico.

«Dopo l’approvazione della giunta - spiega Riccardi - le chiavi passeranno al Coordinamento oncologico regionale il quale dialogherà con tutti i professionisti, compresi i chirurghi, anche nella lettura dei dati che, voglio sottolineare, sono comunque caricati dai professionisti. Al di là dei due voti contrari – sottolinea -, considero l'astensione espressa da alcune amministrazioni anche di colore politico diverso dal nostro un fatto positivo e come uno sprone ad andare avanti su un tema che, da circa trent’anni, non ha trovato ancora una soluzione. Spiace comunque che continuino ad emergere rivendicazioni territoriali che non pensano agli esiti di salute i quali dovrebbero essere i primi indicatori da osservare».

Gorizia

A sorpresa il comune di Gorizia ha votato contro l’approvazione del piano e il motivo per il sindaco Rodolfo Ziberna è molto semplice: «Chiediamo che venga tutela un’eccellenza riconosciuti da tutti come l’Urologia. A differenza di ciò che avviene a Udine, sembra che nel presidio di Gorizia Monfalcone dove, con riferimento alla Chirurgia generale, è presente un'unica unità operativa, i numeri di interventi per i tumori del colon-retto vengano calcolati separatamente.

L’Urologia goriziana, struttura complessa, dotata di robot, con un direttore e 10 dirigenti medici, che nel 2024 ha eseguito oltre 1000 interventi rappresenta una vera e propria eccellenza riconosciuta, che richiama pazienti non solo extra Asugi, ma anche extra Fvg».

Udine

Il comune di Udine rappresentato in aula dal vicesindaco Alessandro Venanzi si è invece astenuto. «Siamo a favore della decisione della Regione di rivedere l’organizzazione della rete oncologica su basi scientifiche, con l’obiettivo di fornire qualità dei percorsi di cura ed equità - precisa il sindaco Alberto Felice De Toni -. La nostra astensione ha certamente il significato di valorizzare il lavoro effettuato dalla Rete oncologica regionale diretta da Gianpiero Fasola ma presuppone però una condivisione del percorso nei diversi presidi ospedalieri: l’obiettivo è evitare che questi centri vengano depauperati e privati di risorse professionali di alta qualificazione».

Latisana

Anche il comune di Latisana si è astenuto. «Aspettiamo di vedere definite le prerogative del Comitato oncologico affinché lo stesso abbia un ruolo effettivo alla definizione delle linee attuative del Piano, così da fornire un dettagliato supporto tecnico scientifico, indispensabile per esprimere un voto consapevole. Inoltre - aggiunge - su 45 interventi oncologici al retto all’AsuFc, 24 sono stati fatti dalla chirurgia dell’ospedale di Latisana, un’eccellenza che ritengo debba essere tutelata».

Pordenone

Favorevole il comune di Pordenone. «La mia – spiega il vicesindaco reggente Alberto Parigi – è una posizione di apertura rispetto alla stessa apertura dell’assessore Riccardi. Pur nel quadro di una necessaria e attesa riforma, ora si deve agire di conseguenza tenendo conto dei rilievi e delle proposte dei medici del Friuli Occidentale, anche riguardanti l’ospedale di Pordenone». —

 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto