Udinese, ecco i numeri del bilancio 2023/2024: passivo di 11 milioni, colpa del rischio serie B
Plusvalenze in arrivo, fatturato e patrimonio netto sono garanzie per il futuro per la società bianconera. il valore della rosa dei bianconeri è di 40 milioni a bilancio, sul mercato 3 volte di più. Qui tutti i dettagli
Avete presente gli iceberg? Affiora una parte, piccola, spesso piccola piccola. Il resto è sotto e non si vede, ma è imponente. Fuor di metafora, la prima cosa che emerge dal bilancio 2023/2024 dell’Udinese calcio è un passivo di 11,4 milioni di euro dovuto sostanzialmente al pessimo campionato concluso in maggio, che ha portato 13 milioni in meno di plusvalenze rispetto all’esercizio precedente, ma anche quasi 4 milioni in meno di diritti tv causa piazzamento infelice, appena sopra la linea di galleggiamento del terzultimo posto che vale il baratro della Serie B.
I numeri della solidità
Sotto l’acqua d’un calcio italiano in genere pieno di debiti, invece, c’è un iceberg di solidità finanziaria da far invidia alle più virtuose società italiane ed europee, figlia di una filosofia vincente che la società dei Pozzo porta avanti da oltre trent’anni.
Eccoli i numeri di questa solidità, che fanno sentire piccino piccino quel rosso di 11 milioni: 120 milioni di produzione, insomma, il fatturato, in diminuzione (-5,9% rispetto all’anno prima, ma comunque alto) e soprattutto un’Ebitda di 50 milioni, quasi 5 in meno rispetto all’anno prima ma solidissima. L’Ebitda è quel numeretto che gli analisti dei bilanci aziendali cerchiano subito in rosso perchè è l’indicatore di solidità di un’impresa. E per spiegare meglio questa solidità bisogna tornare a quel bilancio negativo iniziale.
Ricavi in aumento
Perchè è accaduto? Le plusvalenze sono state di 37,8 milioni, 12,4 in meno rispetto al precedente esercizio, come detto i diritti tv sono calati del 2,5% causa cattivo piazzamento in campionato, eppure i ricavi sono stati superiori di oltre l’8 per cento.
Stadio e altro, quelli sono i ricavi, quella insomma è la nuova miniera d’oro della società bianconera, che porta il Friuli Bluenergy Stadium a incassare circa 10 milioni l’anno, quanto cioè previsto in fase di business plan. Tre voci, dunque: plusvalenze, diritti tv e altri ricavi, vasi comunicanti in grado di far galleggiare la barca, o nel nostro caso l’iceberg, anche sopportando le tempeste più impetuose. Un anno cala uno o l’altro, ma la terza “gamba” aumenta e viceversa. Si chiama sostenibilità di un progetto, tornando alla metafora è l’iceberg che galleggia e non si scioglie anche nelle più calde acque dell’Oceano.
Vade retro serie B
Attenzione, i conti bianconeri hanno anticorpi per cacciare ogni male, lo hanno dimostrato pure con il Covid (al contrario di quanto avvenuto per altre società, in primis la Juventus che ha rischiato grosso), tranne uno: la retrocessione in Serie B. Insomma, il nervosismo in società della primavera scorsa era più che giustificato.
Perché il principio dei vasi comunicanti è la conseguenza di quella che è la linea guida della squadra dei Pozzo. Fatta di tre punti, imprescindibili: crescita del fatturato e riduzione del rischio agonistico, cioè quello di finire in Serie B con salasso economico conseguente. E poi patrimonio dei calciatori, vale a dire le plusvalenze, il cavallo di battaglia dell’Udinese, che nelle ultime venti stagioni ne ha portate a casa per oltre 500 milioni di euro. E poi una gestione virtuosa, perchè all’Udinese non troverete mai un monte stipendi (nell’ultimo bilancio fissato a 40 milioni di euro, stabile rispetto a quelli precedenti) molto più alto di quanto la società introiti dai diritti tv.
Il patrimonio netto
E si arriva alla chiusura del cerchio: i 112 milioni di euro di patrimonio netto di cui 40 rappresentato dal valore della rosa a bilancio. Ecco il segreto: a bilancio la rosa dell’Udinese vale 40 milioni, ma sul mercato il valore di Lucca, Pajero, Bijol e compagni supera già i 140 milioni di euro. Ed ecco che quegli 11 milioni di rosso, causa stagione infelice, sono già compensati dalle plusvalenze di fine mercato estivo. Solo con le cessioni di Perez, Samardzic o Walace i Pozzo hanno già incassato 33 milioni di plusvalenze per il prossimo esercizio.
Finale dalla punta dell’iceberg di miele per i tifosi con vista gennaio: la società non ha bisogno di vendere. E se arriverà nella parte sinistra della classifica eviterà anche quel rosso, anche se relativo, citando Tiziano Ferro, mai bello da vedere.
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