Adunata di Udine, atto finale. La stecca passa a Vicenza: «Avete dato una grande prova nonostante il maltempo»

Tutta piazza Primo Maggio canta l’inno nazionale e, tra gli applausi, cala il sipario sull’adunata 2023

Enri Lisetto
Il cosiddetto passaggio della stecca tra Udine e Vicenza, che ospiterà l’Adunata 2024 (Foto Petrussi)
Il cosiddetto passaggio della stecca tra Udine e Vicenza, che ospiterà l’Adunata 2024 (Foto Petrussi)

«Siamo orgogliosi di ricevere la stecca da voi. Fatevi un applauso, avete dato una grande prova nonostante il maltempo». Sono le 20.09 quando la stecca passa ufficialmente a Vicenza, sezione che ospiterà l’adunata numero 95 il prossimo anno.

Col calar del sole che timidamente si è affacciato all’orizzonte solo al tramonto, cala ufficialmente il sipario sull’Adunata di Udine 2023, tanto ambita quanto attesa, visto che era slittata di due anni a causa del Covid.

È sotto le tribune – testimoni il presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, il comandante delle Truppe Alpine generale di corpo d’armata Ignazio Gamba, i presidenti dei consigli regionali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, Mauro Bordin e Roberto Ciambetti, della Regione Massimiliano Fedriga e dei sindaci di Udine Felice De Toni e di Vicenza Francesco Rucco assieme al presidente della Provincia Andrea Nardin e all’assessore comunale Marco Zocca – che i presidenti delle sezioni Ana di Udine Dante Soravito de Franceschi e Monte Pasubio di Vicenza, Lino Marchiori si passano la stecca al rullo dei tamburi della fanfara della Brigata Julia e tra gli applausi della gente assiepata.

Adunata alpini, Fedriga: "Oggi Udine è la capitale d'Italia"

Cerimonia cominciata con una decina di minuti di ritardo, coperti dall’esecuzione di alcuni brani alpini, in attesa dell’arrivo del primo cittadino di Udine che stava ancora sfilando a capo della sezione. Qualche fischio, una inattesa “invasione di campo” da parte di un uomo che è stato immediatamente allontanato dal servizio d’ordine dell’Ana e quindi il via alla cerimonia che segna anche la conclusione dell’adunata.

Onori al gonfalone di Udine, decorato di una medaglia d’oro al valor militare, e alla bandiera del Comune di Vicenza, scortata dal consigliere comunale alpino Donato De Marzio, unica in Italia decorata con due medaglie d’oro, una del 1848 e una della resistenza.

«È stata una grandissima manifestazione di gioia e affetto verso gli alpini per quello che hanno fatto dopo il terremoto», dice il sindaco di Udine. «Mi prenoto per il prossimo anno, è troppo bello», esclama poi tra gli applausi.

«Grazie Udine, a tutte le sezioni e gruppi che hanno sfilato sotto la pioggia. Senza Regione e Comune non si sarebbe potuto fare tutto questo. È stata una grandissima adunata – tira le somme Dante Soravito de Franceschi – di tutte le comunità del Friuli Venezia Giulia. La pioggia ha lavato via il Covid e tutto quello che non siamo capaci di fare», ha aggiunto ed è facile immaginare a cosa si riferisse, dopo le polemiche post Rimini.

Alle 20.09 Vicenza si prende la stecca. «Grazie per l’accoglienza – dice il sindaco –. Fatevi un applauso, avete dato una grande prova. Prometto che il prossimo anno garantirò il sole. Vicenza è la provincia più alpina d’Italia e dopo tanti anni ha la possibilità di riavere l’adunata».

L’ultima risale al 1991 «quando prestavo servizio militare, pertanto sarà la mia prima a casa», dice Lino Marchiori. «È una grande emozione, grazie: avete creduto in noi». Conclude con una battuta che diventa subito slogan: «Udine Vicenza nessuna differenza, si dice allo stadio».

Tutta piazza Primo Maggio alle 20.15 canta l’inno nazionale mentre s’ammaina la bandiera. Va in archivio un’altra indimenticabile adunata a Udine.

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