BancaTer, l’istituto del territorio vicino a famiglie e imprese: «Ci aspettano mesi duri, fondamentale il ruolo del credito»
Luca Occhialini: «Ci sarà un rallentamento inevitabile sull’occupazione»
UDINE. La metafora sarà abusata, ma l’autunno si prospetta più caldo che mai. Agli strascichi della pandemia si sovrappone la crisi energetica e delle materie prime più dura di sempre. Ce la farà la mano pubblica, già provata da due anni e mezzo di ristori e aiuti, a tenere dritta la barra? E quale sarà il ruolo delle banche in un contesto radicalmente mutato dalla crescita dei tassi e dell’inflazione? Lo abbiamo chiesto al presidente di BancaTer Luca Occhialini.
Presidente, i grandi numeri ci dicono che l’economia finora ha tenuto. Cosa dobbiamo aspettarci per i mesi a venire?
«Vista la mole imponente di risorse già impiegata, la capacità di risposta pubblica non potrà essere così forte come sarebbe necessario. Tanto più in Italia, dove il sovrapporsi della crisi del Governo a quella economica complica ulteriormente il quadro. Un rallentamento sarà inevitabile e ne stiamo già vedendo i segnali: per ora sulle imprese, ma presto, temo, anche sull’occupazione».
La liquidità immessa dal Governo nel sistema ha aiutato anche le banche, dopo la durissima stagione delle sofferenze. Sarete in grado di continuare a svolgere un ruolo anticiclico?
«A mettere in crisi il sistema non è stato tanto il volume di sofferenze, ma i nuovi indici e parametri di copertura imposti da Basilea e dalla Bce. Se i conti economici ne sono usciti compromessi, il sistema creditizio italiano era e resta solido. Con qualche eccezione, legata però ad altri fattori».
Questo vale anche per il credito cooperativo?
«Le Bcc, tradizionalmente vicine al territorio e quindi più esposte in tempi di crisi, hanno iniziato prima degli altri, e motu proprio, quelle operazioni che il resto delle banche ha adottato solo sulla spinta di Basilea. E oggi abbiamo parametri in linea con quelli delle banche più performanti. Questo ci consente di stare vicino a famiglie e imprese nei momenti di difficoltà. E ci consente anche di continuare in una strada di crescita che credo sia obbligata: non solo per Banca Ter, che è l’unica delle Bcc che oggi abbia sede in tutte le province e punta ad avere un respiro sempre più regionale, ma credo anche per gli altri istituti. In termini di volumi stiamo crescendo parecchio, ma non so se sarà sufficiente. Soltanto una banca fortemente strutturata, infatti, può dare risposte mirate sulle esigenze delle imprese e delle famiglie: serve specializzazione, anche per gestire l’alluvione normativa che negli ultimi anni si è scaricata sulle banche».
Cos’ha fatto nello specifico Banca Ter per sostenere famiglie e imprese?
«Abbiamo garantito tutte le flessibilità previste a livello di sistema, a partire dalla sospensione delle rate. Abbiamo venduto tempo, in sostanza aiutando famiglie e imprese a risalire la china: che stavamo superando, prima che arrivasse quest’altra botta, temo ancora più dura. La forte crescita degli impieghi conferma dunque che abbiamo svolto in pieno il nostro ruolo di banca del territorio. Lo abbiamo fatto e certamente continueremo a farlo».
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