Fedriga: sì al premierato e all’autonomia, mancherà la capacità di mediare di Berlusconi

Il presidente della Regione intervistato dal direttore Giannini su temi di attualità
Maurizio Cescon

Non solo turismo. L’intervista del direttore de “La Stampa” e direttore editoriale dei quotidiani Gnn, Massimo Giannini, al presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha spaziato sui temi di politica nazionale di più stretta attualità, dalla ratifica del Mes alle fibrillazioni nella maggioranza dopo la morte di Berlusconi, dalle riforme di sistema alla necessità di spendere, bene, i soldi del Pnrr.

E Fedriga, che si è dichiarato «innamorato della politica, come un imprenditore di successo può essere innamorato di quello che fa», non si è sottratto alle domande.

Sulla ricetta per rendere strutturale la spinta del turismo all’economia regionale, il presidente ha giocato in casa. «Noi abbiamo superato i dati pre Covid - ha affermato - . Ma è solo l’inizio del percorso, perchè abbiamo più sfide da affrontare e risolvere.

Il marchio “Io sono Friuli Venezia Giulia” ci ha dato riconoscibilità. Quando sono arrivato la cosa grave è che la regione era poco conosciuta e non entrava nemmeno nelle scelte ipotetiche del turista, c’era un deficit strutturale.

Abbiamo provato a dire eccoci, ci siamo, esistiamo. Altro problema è quello della capacità ricettiva: se avessimo più posti letto, avremmo più turismo, quindi è necessario innalzare la qualità dell’offerta.

La parte ricettiva è fondamentale, nella stanza di albergo ci passiamo un tempo importante, anche quando siamo in un posto bellissimo. Infine le infrastrutture che sono fondamentali, assieme alla sosteniblità.

Abbiamo un vantaggio, il nostro territorio è molto preservato, il turismo slow può essere protagonista».

Poi è cominciato il fuoco di fila di Giannini sui temi di maggiore dibattito nazionale. «Non rischiamo di perdere un treno, quello del Pnrr, che non passerà più?, ha chiesto il giornalista a Fedriga.

«Il Pnrr deve essere un investimento per far crescere il Paese - ha risposto il presidente - . Su alcune cose dobbiamo fare programmazione, dobbiamo escludere progetti strategici di valore europeo, perché non riusciremmo a concluderli entro il 2026.

L’alta velocità Venezia-Trieste non possiamo finanziarla perché non riusciremmo a concluderla entro i tempi. In compenso finanziamo con 500 milioni Cinecittà.

Ma se individuiamo 10 progetti strategici da rinegoziare con Bruxelles e chiuderli nel 2030, penso si possa fare, mi auguro che il governo riesca a farlo».

Riguardo al discusso progetto del ponte sullo stretto di Messina, Fedriga ha abbozzato: «Può essere un’opportunità per la Sicilia, per la Calabria, non lo vivo come una rivalsa nei confronti di altre opere strategiche che magari possono interessare di più il mio territorio».

Sul Mes Fedriga ha auspicato che arrivi «il momento della valutazione politica, che farà il Parlamento. Mi auguro che la valutazione sia scevra da ideologie, purtroppo in Italia stiamo ideologizzando qualsiasi cosa, invece di fare valutazioni basate sull’oggettività.

Ho apprezzato molto la scelta europea compatta sull’aggressione russa all’Ucraina, mentre quando ci danno regole oggettivamente bizzarre, per esempio sul semaforo che vorrebbero mettere sui prodotti alimentari, non sono d’accordo. Sul Mes comunque c’è differenza tra ratificarlo o utilizzarlo, sono cose molto diverse».

In merito a premierato e autonomia differenziata Fedriga si è detto d’accordo nell’approvare le riforme di sistema.

«Sono un convinto sostenitore del premierato - ha dichiarato - , darebbe stabilità al governo, stabilità per 5 anni. Esistono dei ministri francesi o tedeschi che si conoscono da 5, 10 anni, mentre al primo consiglio europeo dicono “vediamo chi arriva quest’anno dall’Italia”, questo è un problema.

Spero proprio che le riforme vengano fatte, sarà un metro per giudicare questo governo. Il premierato finora non è stato realizzato perchè indebolisce i partiti e rafforza l’esecutivo.

Ma pensare che togliere un po’ di potere ai partiti a favore della stabilità, non credo sia una tragedia».

Infine Fedriga ha chiesto ancora tempo per giudicare il governo, mentre ritiene che, riguardo ai rapporti di forza dentro la maggioranza, «Forza Italia non farà il Papetee, ma senz’altro mancherà la grande capacità di mediazione che il presidente Berlusconi aveva.

Spero che ci sarà responsabilità, da parte dei partiti, nel rispettare la volontà data dagli elettori alle elezioni del 25 settembre, su questo Berlusconi era una garanzia».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto