Mereto, nel 2012 trecento firme per l’ultravelocità: «Nulla si è mosso»

La petizione sta lì, in un cassetto, in municipio. La data è quella del 24 febbraio 2012, la prima delle firme in calce è quella di Gilberto Bernardis

MERETO DI TOMBA. La petizione sta lì, in un cassetto, in municipio. La data è quella del 24 febbraio 2012, la prima delle firme in calce è quella di Gilberto Bernardis. Che racconta: «Avevamo richiesto al sindaco l’urgente attivazione della rete a Ultra banda larga, attraverso il collegamento dell’anello in fibra già esistente e dormiente a una delle dorsali. Non si è mossa foglia». A Mereto e dintorni («Ma il problema riguarda anche le frazioni di Fagagna, Coseano, fino a Basiliano», indica Bernardis) si naviga invece a velocità ultra-lenta, ancora oggi: «In entrata arriviamo a 0,6 Mbps, non è possibile neppure organizzare una semplice videoconferenza», tuona ancora il promotore della petizione. Le alternative sono rappresentate dagli operatori del segmento mobile, «con problemi insormontabili in caso di maltempo».



Lo spiraglio s’era aperto in occasione del referendum per la fusione tra Mereto, Flaibano e Sedegliano: «Ci avevano detto che la fibra si sarebbe fatta in caso di vittoria del sì – graffia Bernardis –. Invece ha vinto il no: vogliono farcela pagare?». La petizione del 2012 era stata sottoscritta da trecento persone in appena cinque giorni, con le firme rastrellate unicamente a Mereto. Non è servito, non è bastato: eppure la relazione a corredo della raccolta firme era articolata e circostanziata. «In queste condizioni è impossibile fare impresa, sfruttare le nuove tecnologie. Dunque, è impossibile il rilancio di un’area depressa che avrebbe invece bisogno come l’aria di nuovi impulsi in grado di rianimare il tessuto imprenditoriale ed economico», conclude Bernardis».

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