Assessori e consiglieri alla finestra, ecco chi non ha superato l’esame del voto a Udine: sono dodici gli uscenti non riconfermati
Con i loro risultati alle urne non riusciranno a tornare a palazzo D’Aronco: per la gran parte si tratta di esponenti del centrodestra, e della Lega in particolare
UDINE. Accanto a chi festeggia per i risultati delle elezioni, c’è una schiera di esclusi che invece, nelle ultime ore, rimugina, preferisce chiudersi nel silenzio, mastica amaro o semplicemente la prende con filosofia. In tutto una dozzina tra assessori e consiglieri uscenti che non riusciranno a tornare a palazzo D’Aronco (o a entrarci dalla porta principale dopo essere stati nominati nell’esecutivo), né se al ballottaggio dovesse vincere Pietro Fontanini, né il suo sfidante Alberto Felice De Toni.
Per la gran parte si tratta di esponenti del centrodestra, e della Lega in particolare. Dalla parte opposta, nel centrosinistra, in molti hanno preferito fare un passo indietro prima del voto, evitando così l’amarezza dell’esclusione.
Tra gli scontenti ci sono pure un parlamentare e sei presidenti di quartiere. Anche in questo caso, gli udinesi non li hanno ritenuti meritevoli di diventare consiglieri comunali.
I due assessori
Sono due i componenti della giunta Fontanini che non hanno raccolto abbastanza preferenze. Si tratta di Elisabetta Marioni (89 voti nella lista della Lega) e Silvana Olivotto (69 preferenze nella lista di Fratelli d’Italia).
La prima ha presieduto la commissione Cultura prima di assumere le deleghe all’Istruzione dimettendosi da consigliere. La seconda, invece, si è occupata, da assessore esterno, di Ambiente. «Sono molto soddisfatta del lavoro svolto – ha commentato Marioni –. Ho messo al servizio delle famiglie e dei cittadini le mie competenze, maturate durante una carriera da insegnante».
Chi pare aver già voltato pagina è Olivotto: «Ho fatto ciò che potevo, probabilmente altri si sono dati più da fare di me. Prendo atto del risultato».
Il caso Lega
Tra le file del Carroccio, a fare rumore, sono due esclusioni eccellenti: quella dell’ex senatore Mario Pittoni (48 preferenze) e quella dell’attuale deputato Graziano Pizzimenti (fermatosi a 83). Fuori dal consiglio anche la capogruppo uscente, Lorenza Ioan (74 voti per lei) e i consiglieri Claudia Basaldella (63), Paolo Foramitti (46), Enrico Andreucci Florio (25) e Carlo Pavan (5). «L’esperienza di questi cinque anni in consiglio mi ha dato tanto e mi ha arricchita a livello personale e a livello di competenze – ha detto Ioan –. Mi mancherà il mio posto da capogruppo. Non è la mia prima campagna elettorale, ho vinto e ho perso, come succede in politica. Mi sono impegnata con passione. Nessun rimpianto».
Se Andreucci Florio ha ammesso di aver fatto «ciò che era nelle mie possibilità per aiutare la lista e supportare il sindaco», Pittoni ha definito la sua doppia candidatura in Comune e in Regione «di servizio», messa in atto «per dare il giusto contributo alla forza politica con cui ho un debito di riconoscenza, avendomi portato la scorsa legislatura fino alla presidenza della commissione Cultura in Senato».
Queste le parole di Pavan: «È stata un esperienza positiva, che mi ha insegnato molte cose. Spero di aver dato il contributo che i cittadini si attendevano». Infine Foramitti: «Far parte del Consiglio è stata una bellissima esperienza. Continuerò a servire la mia città con impegno e in base alle mie competenze, da semplice cittadino».
Un bis mancato
Chi si è risvegliato con una doppia delusione è stato Marco Valentini, candidato con FdI sia in Comune (ha racimolato 58 voti), sia in Regione (non è andato oltre le 123 preferenze). «Il risultato elettorale è stato al di sotto delle aspettative personali. C’è molta la delusione. Ho preteso troppo e ho pagato a caro prezzo».
Fuori anche due ex consiglieri di Forza Italia: Paolo Pizzocaro (149 voti) ed Enrico Berti (86 preferenze), quest’ultimo presidente del consiglio uscente. «Ho corso per dare una mano – ha ammesso Berti –. Si è lavorato fino all’ultimo. Mi auguro che il nuovo consiglio possa essere produttivo».
Nessun commento da Pizzocaro, che probabilmente ha pagato la collocazione dell’ultimo minuto in Fi. Infine, c’è Domenico Liano, che con le 63 preferenze ottenute non rientra in consiglio, lasciando il M5S senza seggi. Anche in questo caso, nessun commento.
I quartieri
Un’ultima annotazione la meritano i consigli di quartiere. Dei sei presidenti in corsa, nessuno ha ottenuto i voti necessari per entrare a palazzo: Chiara Mattellig (91 preferenze), Gary Di Qual (70), Claudio Cattarossi (63), Miriam Di Vico (44), Marco Bernardis (35) ed Elena Viero (2). —
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