La continuità o il cambiamento? Due consigli non richiesti al prossimo sindaco di Udine

Quale sarà il risultato lo decideranno gli elettori ma il prossimo primo cittadino dovrà darsi l’obiettivo di garantire a Udine un ruolo centrale nella politica regionale e porsi nella condizione di ascolto della città e delle sue problematiche

Paolo Mosanghini
I due candidati sindaco Pietro Fontanini e Alberto Felice De Toni
I due candidati sindaco Pietro Fontanini e Alberto Felice De Toni

Il ballottaggio a Udine è il colpo di coda della tornata elettorale 2023. Oggi e domani si vota per scegliere chi guiderà l’amministrazione comunale del capoluogo friulano.
 

Abbiamo ascoltato i programmi illustrati dai due candidati, l’idea della Udine che vorrebbero, le ipotesi su chi potrebbe affiancarli nel governo della città.

Quale sarà il risultato lo decideranno gli elettori che voteranno valutando come ha amministrato il sindaco uscente del centrodestra e di ciò che intende portare avanti o di quello che vorrebbero invece dall’altro candidato che guida il centrosinistra.

Il voto amministrativo viaggia con i volti degli aspiranti sindaci o consiglieri e con le preferenze racimolate, un percorso diverso da chi corre alle Politiche con liste bloccate. E per questo rapporto diretto i cittadini chiedono conto direttamente all’eletto.
 

Il primo passaggio nell’analisi del risultato sarà verificare domani il dato dell’affluenza, dopo che due settimane fa c’era stato già un calo rispetto alle Comunali del 2018.

Trieste, Pordenone, Gorizia sono città governate da amministrazioni di centrodestra. Domani pomeriggio constateremo se in Friuli Venezia Giulia il centrodestra si confermerà “pigliatutto” o se Udine diventerà una enclave del centrosinistra.
 

Due consigli non richiesti al sindaco dei prossimi cinque anni: darsi l’obiettivo di garantire a Udine un ruolo centrale nella politica regionale e porsi nella condizione di ascolto della città e delle sue problematiche.

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