Venanzi, perché votare De Toni al ballottaggio: «Abbiamo le competenze che mancano al centrodestra»

Alessandro Venanzi ha raccolto 1.073 preferenze, il capogruppo dem: c’è voglia di cambiare, noi siamo una squadra 

Cristian Rigo
Alessandro Venanzi del Pd è stato il più votato in assoluto
Alessandro Venanzi del Pd è stato il più votato in assoluto

È stato il più votato nel 2018 con 1.037 preferenze che non sono bastate a far vincere Vincenzo Martines e il centrosinistra; poi, dopo cinque anni di opposizione come capogruppo del Pd e la decisione di ritirare la propria candidatura a sindaco per convergere su De Toni, Alessandro Venanzi si è ripetuto superando di nuovo quota mille e riuscendo pure a migliorare sè stesso portando a casa 1.073 preferenze.

Se lo aspettava?

«Ci speravo. Ho lavorato tanto sul territorio e sono contento che molte persone mi abbiano dato fiducia».

Qual è il suo segreto?

«Ho imparato da chi aveva più esperienza di me».

Per esempio?

«Ricordo la campagna per le politiche del 2006 con Ivano Strizzolo».

E cosa le ha insegnato l’ex parlamentare del Pd?

«A stare sempre con la gente e passare il bicchiere di vino a quelli dietro, altrimenti non si arriva a fine giornata».

Qualcuno dice che, anche alla luce di questo risultato, era lei il candidato giusto. Pentito di aver fatto un passo indietro?

«No, assolutamente. Quando fai politica devi avere anche una certa ambizione che però non deve essere calata su sè stesso ma sul territorio. Con De Toni c’è stata la possibilità di trovare un’ampia sintesi e il Pd che io rappresento ha dimostrato di essere un interlocutore credibile e un collettore efficace di un’alleanza che con Marchiol ha raggiunto il suo compimento».

Ottimista per il ballottaggio?

«Sappiamo che sarà tutta un’altra sfida e partiremo dallo zero a zero. Ma percepisco una voglia di cambiare che mi fa ben sperare. La quotidiana ordinarietà va bene, ma la gente vuole anche una prospettiva che, onestamente, in questi anni è mancata, non c’erano idee e voglia di collocare Udine in uno scenario regionale e comunale in evoluzione».

Perché scegliere il centrosinistra?

«Perché siamo una squadra con competenze e capacità di relazione mentre quella del centrodestra bocciata anche dal sindaco che ha scaricato più volte la responsabilità degli errori commessi agli assessori, sarà più o meno la stessa».

Pronto a fare il vicesindaco?

«Sono pronto ad assumermi qualsiasi responsabilità pur di far uscire Udine dal torpore».

Tre qualità di De Toni:

«Ha una grande capacità di ascolto e di dialogo e riesce a mettere insieme elementi diversi».

Perché votarlo?

«Ci sono tanti motivi, penso sia chiara la differenza tra i candidati: da una parte c’è un sindaco stanco che ha cercato invano un ripiego, dall’altra una persona che con grinta, entusiasmo e capacità vuole ridare a Udine la possibilità di competere a livello regionale e nazionale»

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