Fedriga sorprende se stesso: «Non mi aspettavo una vittoria così, ora completiamo il lavoro iniziato»

La soddisfazione del presidente del Friuli Venezia Giulia per la fiducia dei cittadini: «Nessuna facile promessa, ma solo tanto impegno»

Mattia Pertoldi
Massimiliano Fedriga ha ottenuto il secondo mandato da governatore del Friuli Venezia Giulia (foto Lasorte)
Massimiliano Fedriga ha ottenuto il secondo mandato da governatore del Friuli Venezia Giulia (foto Lasorte)

UDINE. In cuor suo, probabilmente, Massimiliano Fedriga sapeva di poter ottenere una rielezione pressochè scontata. Perchè quando si governa, e si fa politica da una vita, si ha spesso in mano il polso della situazione percependo il clima attorno alla propria persona. Altrettanto probabilmente, però, il governatore riconfermato non si attendeva questi numeri che lo avvicinano più a un trionfo che a un semplice successo.

Presidente come si sente dopo la rielezione?

«Ringrazio della fiducia i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Sarò onesto, non mi aspettavo una vittoria di queste dimensioni che mi fa sentire il peso di dover rispondere all’enorme consenso ottenuto dalle persone. Come ho detto più volte in campagna elettorale vorrei che il nuovo mandato si caratterizzasse, al pari del precedente, per un lavoro fatto di quotidianità, senza facili promesse, ma guardando al lungo periodo».

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Intende oltre al 2028?

«È nell’ordine delle cose perchè questo risultato dimostra come si possa amministrare con serietà, con visione di prospettiva e l’obiettivo di continuare a lavorare lasciando una regione, fra cinque anni, che sia stata in grado di compiere concretamente alcuni passi in avanti. Ma la prospettiva a cui penso io è quella del Friuli Venezia Giulia proiettato non soltanto nel 2028, bensì a dieci, vent’anni da oggi».

All’interno del risultato del centrodestra brilla quello della sua civica. Si aspettava di raggiungere un numero così grande di persone in appena due mesi di vita?

«No, il mio obiettivo era quello di arrivare attorno al 10%. I numeri della lista sono superiori a qualsiasi aspettativa. È una percentuale straordinaria che certifica come abbia raggiunto l’obiettivo per cui è nata: recuperare consenso anche tra chi ha apprezzato la nostra amministrazione, ma non si riconosce nei partiti tradizionali. Devo dire, tuttavia, che tutte le forze di centrodestra hanno ottenuto un ottimo risultato: Forza Italia ha mantenuto il suo consenso, Fratelli d’Italia è cresciuta molto rispetto al 2018 e la Lega è andata oltre ogni aspettativa».

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Secondo lei questo voto ha una connotazione nazionale oppure strettamente locale?

«Credo ci sia una forte correlazione tra voto ed esigenze del Friuli Venezia Giulia. Non c’è dubbio che le forze politiche nazionali abbiano portato il loro contributo, ma riuscire a superare il 60% significa avere alle spalle una squadra forte che ha governato bene la Regione: dalla giunta che mi ha aiutato nel corso di tutta la legislatura ai consiglieri. Abbiamo ricevuto un forte mandato dal territorio. Certo, mi auguro che il nostro successo aiuti anche il Governo nazionale ad avere più forza».

Ora, però, deve pensare alla prossima giunta...

«Intanto in questi giorni mi prenderò qualche giorno di pausa. Poi, come nel 2018, apriremo il confronto con gli altri partiti e costruiremo la futura squadra di governo».

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Li sceglierà in base alle preferenze personali?

«No, non saranno pesati in base ai voti, ma alle competenze».

Ha un suo piano d’azione per i primi cento giorni della nuova legislatura?

«Non ho fatto promesse iniziali nel 2018 e non le farò adesso. Anzi, una soltanto mi permetto di farla: quella di garantire il massimo dell’impegno nella consapevolezza che questo Paese abbia bisogno di ritornare a una politica che eviti gli annunci e parli di programmi».

Parliamo di programmi allora...

«Vorrei portare a compimento il lavoro sugli investimenti, da porto Vecchio a Trieste a quelli internazionali, trasformando il Friuli Venezia Giulia in un punto di riferimento mondiale per la logistica e la ricerca applicata. Mi piacerebbe, inoltre, potenziare la norma sul ritorno di talenti scritta assieme all’assessore Alessia Rosolen e implementare ancora di più le misure a sostegno della famiglia e della natalità».

C’è la possibilità di una riforma elettorale che, come si sta discutendo a livello nazionale, preveda il terzo mandato per il governatore?

«Posso soltanto dire, come presidente della Conferenza delle Regioni, che su questa opzione c’è il consenso unanime dei presidenti».

E l’eliminazione dei limiti di mandato per i consiglieri regionali, magari aggiungendo in legge la preferenza di genere?

«Nel corso della passata legislatura avevamo proposto un accordo per modificare la leggere elettorale coinvolgendo le opposizioni. E pensavamo di superare il vincolo del terzo mandato per i consiglieri considerato davvero come non capisco perchè se un politico ottiene il consenso popolare non dovrebbe essere premiato. Quanto alla doppia preferenza, resto convinto di quanto detto, e ribadito, in Aula in più occasioni: possiamo discutere di una revisione complessiva della legge elettorale, correggendo gli errori esistenti, non di modifiche che servono soltanto a qualcuno per dimostrare di aver ottenuto uno scalpo politico». —

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