I primi “big” in Friuli sono Conte e Calenda, Fratelli d’Italia vuole la premier Meloni per la chiusura
Il 3 marzo a Udine il leader grillino e quello di Azione, Rizzetto tratta con il presidente del Consiglio per il gran finale della campagna elettorale
UDINE. Il piccolo Friuli Venezia Giulia, probabilmente, non rivivrà più la situazione di cinque anni fa. Nel 2018, infatti, la Regione andava al voto un paio di mesi dopo le Politiche del 4 marzo e il successivo lungo stallo romano sulla composizione del Governo.
Così, mentre Sergio Mattarella svolgeva a vuoto una serie di consultazioni parlamentari, antecedente l’esecutivo gialloverde, il Friuli Venezia Giulia si trasformò nel primo test di rilievo post-elettorale, utile anche ai fini romani.
E se è ormai praticamente assodato il racconto secondo il quale Forza Italia “scambiò” la presidenza del Senato (andata a Maria Elisabetta Alberti Casellati) con quella del Friuli Venezia Giulia (schierando Massimiliano Fedriga al posto di Renzo Tondo scelto originariamente da Arcore), è storia recente il fatto che in regione, specialmente a destra, arrivò davvero chiunque.
Matteo Salvini, all’epoca con il vento in poppa, si presentò due volte a Nordest, con tanto di chiusura di campagna elettorale in una piazza della Borsa a Trieste stracolma di sostenitori. Silvio Berlusconi fece addirittura di più, atterrando in Comina a Pordenone e girando per una settimana, assieme a vertici e onorevoli azzurri, tutto il Friuli Venezia Giulia.
Oggi la situazione è diversa. Il centrodestra ha vinto nettamente le Politiche di settembre e governa senza patemi. Ma questo non significa che anche per queste Regionali non vedremo una calata di big nazionali.
Domani, tanto per capirci, arrivano sia Giuseppe Conte sia Carlo Calenda. Il programma dell’ex presidente del Consiglio prevede, inizialmente, un primo confronto, alle 12 all’hotel Executive di Udine, con associazioni di categoria e sindacati per affrontare il tema del superbonus.
Nel pomeriggio (alle 15) Conte incontrerà invece il candidato presidente del centrosinistra per la Regione, Massimo Moretuzzo. Il M5s, nella corsa per piazza Unità, sta nella coalizione in cui siede il Pd, mentre alle Comunali di Udine no.
Nel capoluogo, infatti, i grillini sostengono Ivano Marchiol che l’ex premier incontrerà, assieme agli aspiranti consiglieri comunali grillini, alle 17.
Un’ora dopo, alle 18, toccherà invece a Calenda. Il leader di Azione, nel dettaglio, sarà in sala Madrassi, sempre a Udine e nella medesima location scelta da Matteo Renzi per la sua tappa locale durante la campagna elettorale delle Politiche. Una salita al Nord pensata per spingere la candidatura di Alessandro Maran alla presidenza della Regione.
A Udine, Calenda non sarà solo, ma verrà affiancato dall’ex ministro per la Famiglia – nel secondo esecutivo Conte e in quello di Mario Draghi – Elena Bonetti e dai due parlamentari regionali del Terzo polo e cioè il triestino Ettore Rosato e la friulana Isabella De Monte.
Fino qui siamo alle certezze, ma mentre il Pd attende di capire le evoluzioni e gli scenari romani dopo lo choc legato alla vittoria di Elly Schlein alle primarie di domenica, è soprattutto il centrodestra a lavorare per l’arrivo dei propri big nazionali in vista del mese esatto che ci separa dal voto di primavera.
Partiamo dalla Lega dove la segreteria regionale, al netto della presenza di Salvini, sta preparando due eventi separati. Il primo dovrebbe fare ritrovare in regione tutti i ministri leghisti: quindi, oltre allo stesso vicepremier, Roberto Calderoli (Affari regionali), Alessandra Locatelli (Disabilità), Giancarlo Giorgetti (Economia e finanze) e Giuseppe Valditara (Istruzione).
Il secondo, invece, è pensato sul modello di quanto già avvenuto poche settimane fa in Lombardia e prevede l’arrivo in Friuli Venezia Giulia dei governatori del Carroccio a partire dal veneto Luca Zaia e da un Attilio Fontana, fresco di riconferma al Pirellone.
Tutto ancora da decidere, proseguendo, in Forza Italia, partito in cui si scommette soprattutto sul ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre punta davvero in alto Fratelli d’Italia.
I meloniani, in realtà, hanno già portato in Friuli Venezia Giulia il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – che dovrebbe tornare ancora in regione prima del voto –, oltre a Giulio Tremonti e al capogruppo al Senato Lucio Malan.
Per le prossime settimane, tuttavia, si cercherà di fare arrivare il ministro della Giustizia Carlo Nordio e soprattutto Giorgia Meloni.
La presidente del Consiglio ha giù chiuso, assieme agli altri leader del centrodestra, le campagne elettorali in Lazio e Lombardia e il coordinatore regionale Walter Rizzetto vorrebbe replicare questo schema anche in Friuli Venezia Giulia.
Portare Meloni il 31 marzo, data di chiusura della campagna, per Rizzetto, in fondo, non significherebbe soltanto provare a trainare il partito a pochi gironi da volto, ma anche rappresentare, plasticamente, il passaggio di testimone di leader dell’alleanza dalla Lega a Fratelli d’Italia. —
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