Elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia, quando si vota e cosa c’è da sapere

Alle urne domenica 2 e lunedì 3 aprile (fino alle 15) per eleggere il nuovo governatore e il sindaco in 24 comuni 

Domenica e lunedì prossimo si torna alle urne in Friuli Venezia Giulia. Questa volta i cittadini sono chiamati a eleggere il nuovo governatore, i componenti del Consiglio regionale e il sindaco in 24 comuni della regione. 

Tra i centri al voto anche il comune di Udine e Sacile che hanno più di 15 mila abitanti e che possono andare ad eventuale ballottaggio.

Alle urne
Le elezioni si svolgeranno il 2 e il 3 aprile con le urne aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. L’eventuale turno di ballottaggio si svolge domenica 16 aprile, dalle 7 alle 23 e lunedì 17 aprile, dalle 7 alle 15.

Lo scrutinio

Lo scrutinio delle elezioni regionali ha luogo lunedì 3 aprile, a partire dalle 15. Seguirà, immediatamente dopo, quello per le amministrative. 
 

Come si elegge il presidente della Regione
Le norme che disciplinano l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sono contenute nelle seguenti leggi:

  • legge regionale 18 giugno 2007, n. 17 (Determinazione della forma di governo della Regione Friuli Venezia Giulia e del sistema elettorale regionale, ai sensi dell’articolo 12 dello Statuto di autonomia), indicata anche come legge statutaria, in quanto approvata con un iter rafforzato, la quale definisce l’assetto istituzionale della Regione e  le modalità di elezione degli organi;
     
  • legge regionale 18 dicembre 2007, n. 28 (Disciplina del procedimento per la elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale), che regolamenta le diverse fasi del procedimento elettorale nonché l’organizzazione e le operazioni degli uffici elettorali, completando ed integrando il sistema delineato dalla legge statutaria;
     
  • legge regionale 29 luglio 2004, n. 21 (Determinazione dei casi di ineleggibilità e incompatibilità relativi alla carica di consigliere regionale e di membro della Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 12, secondo comma, dello Statuto).

Quello disegnato dall’insieme delle leggi regionali citate è un sistema di tipo sostanzialmente proporzionale, però qualificato da significative correzioni, quali la soglia di sbarramento ed il premio di maggioranza, volte ad assicurare il raggiungimento di specifici obiettivi politico-istituzionali: la formazione di coalizioni ampie e non eccessivamente frammentate, la semplificazione del quadro politico, una maggioranza consiliare in grado di esercitare l’attività di governo, un’equa rappresentanza territoriale.

Come si dividono i seggi e i collegi sul territorio
Ai fini della elezione del Consiglio regionale, il territorio è suddiviso nelle circoscrizioni elettorali di Trieste, Gorizia, Udine, Tolmezzo e Pordenone.

Le circoscrizioni elettorali di Gorizia, Pordenone e Trieste corrispondono rispettivamente alle soppresse province di Gorizia, Pordenone e Trieste. La circoscrizione elettorale di Udine corrisponde alla provincia di Udine, esclusi i comuni compresi nella giurisdizione del soppresso tribunale di Tolmezzo. La circoscrizione elettorale di Tolmezzo, corrisponde ai comuni compresi nella giurisdizione dell’ex tribunale di Tolmezzo.

Considerato che due seggi andranno al presidente eletto e al secondo classificato, i posti a disposizione sono 46. E dunque, contati 533 candidati nelle 13 liste iscritte alla competizione, ce la farà di fatto uno su dodici, poco meno. La porta è tra l’altro ancora più stretta di cinque anni fa, dato che il Consiglio regionale rinnovato all’inizio del prossimo mese si ridurrà di un seggio – da 49 a 48 – per un calcolo legato alla popolazione.

L’articolo 13 dello Statuto di autonomia della Regione prevede infatti che il numero dei consiglieri sia determinato «in ragione di uno ogni 25mila abitanti o frazione superiore a 10mila», secondo i dati desunti dall’ultima rilevazione ufficiale dell’Istat. Il milione 194mila 647 residenti di quella fotografia si traduce così in 48 consiglieri, dei quali, sempre in proporzione alla popolazione, 17 apparterranno alla circoscrizione di Udine, 12 a quella di Pordenone, 9 a Trieste, 5 a Gorizia e 3 a Tolmezzo.

A perdere un rappresentante sarà il collegio di Udine e in particolare l'opposizione, se scatterà il premio di maggioranza (60% alla coalizione vincitrice nel caso di un presidente eletto con più del 45%) previsto da una legge elettorale a turno unico con soglie di sbarramento (4% per le liste che corrono da sole, 1,5% per quelle in coalizione) che tutela la rappresentanza slovena e le minoranze (che otterranno il 40% dei seggi anche in caso di risultato più basso), ma che alla fine della legislatura non è stata ritoccata con la doppia preferenza di genere per il mancato accordo tra le forze politiche (l’unica salvaguardia sui temi della parità è il limite del 60% a uomini o donne in lista).

I cittadini aventi diritto

Stando ai dati del Servizio elettorale della Regione, i cittadini con diritto al voto in occasione di una tornata che interesserà anche 24 comuni, saranno 1 milione 113mila 191. Di questi, 173mila 472 sono compresi nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) e iscritti d’ufficio nelle liste elettorali, ma, diversamente dalle elezioni politiche, non potranno votare per corrispondenza e, se lo vorranno, dovranno necessariamente presentarsi ai seggi.

La scheda elettorale

Chi si recherà alle urne potrà barrare sulla scheda (di colore azzurro, nel sito della Regione lo si precisa come pantone 278 U) il simbolo di una lista (e scrivere appunto l’eventuale voto di preferenza personale) oppure il nome del candidato presidente a esso collegato, o ancora tutti e due. Nel caso di segno posto solo sul governatore, il voto non verrà esteso ad alcun partito. È inoltre ammesso il voto disgiunto, vale a dire il sostegno espresso a un candidato presidente e contestualmente a una lista non a lui collegata.

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