Oreti: «Io assessore nella Giunta Fedriga? Sono pronto, sto incrociando le dita»

L’esponente forzista, pur con 1.014 voti, non entrerà in Consiglio. «Posso essere il collante per la Capitale 2025»

Francesco Fain
Fabrizio Oreti fotografato da Pierluigi Bumbaca
Fabrizio Oreti fotografato da Pierluigi Bumbaca

TRIESTE «Io assessore regionale? Incrocio le dita. Se dovesse concretizzarsi questo scenario, io sono pronto».

Fabrizio Oreti scalda i motori. Non è riuscito a entrare in Consiglio regionale nonostante i 1.014 voti in saccoccia nel collegio di Gorizia, ma voci sempre più insistenti dicono che c’è chi sta lavorando (il sindaco Rodolfo Ziberna e la coordinatrice provinciale di Forza Italia e assessore comunale Silvana Romano) per farlo entrare nell’esecutivo, in maniera tale da dare a Gorizia una rappresentanza in ottica della Capitale della cultura.

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Oreti, iniziamo da un commento sul suo risultato elettorale che non le consente, però, di entrare in Consiglio. È felice? O è amareggiato?

Sono molto soddisfatto. Ne esco rafforzato politicamente. Nelle tornate elettorale precedenti per le Comunali sono stato il più votato a Gorizia, ora sono colui che ha portato a casa più preferenze nel centrodestra in tutto il territorio isontino. Perché dovrei essere amareggiato?

Perché non è entrato in Consiglio...

Ma non è una sconfitta, sicuramente. C’è un meccanismo regionale elettorale complesso e contorto e le regole vanno rispettate. Partiamo da una considerazione: la mia non è stata una candidatura tanto per esserci. Il mio, anzi il nostro obiettivo era ed è quello di creare un collante fra Comune e Regione. Questo è stato il senso dell’essermi presentato agli elettori per le Regionali.

Intende dire che lei potrebbe essere un buon assessore regionale alla Cultura?

Non sta a me dirlo. Osservo soltanto che ho seguito tutte le fasi della Capitale europea della cultura dall’inizio ad oggi, anche quando più di qualcuno diceva che mai avremmo raggiunto l’obiettivo. Io e tutta la Giunta Ziberna ci abbiamo creduto, abbiamo lavorato e portato a casa un risultato che non era per nulla scontato.

Le dà fastidio che il suo nome circoli nel toto-Giunta?

Che il mio nome giri, non costituisce affatto un problema. Certo è che bisogna incastrare tutto in un’ottica di dieci assessori regionali e non è facile far quadrare i conti. Se, poi, dovessi essere io il prescelto, sono pronto. So ciò che bisogna fare. Ripeto: la mia candidatura non scaturisce da mero spirito di servizio, ma ha una logica legata alla grande opportunità della Capitale europea della cultura 2025. Credo di conoscere bene l’argomento, al contrario di quelli che dimostrano di non aver capito nulla di questo evento.

Qualcuno la accusa di aver speso tantissimo per la sua campagna elettorale. È vero?

È falso. È esattamente il contrario: ho speso il minimo sindacale.

Quanto?

Sto facendo i conti proprio in questi giorni ma vi assicuro che la spesa è stata minima.

In molti dicono che lei è un uomo social, un “one man show”. E, per questo, i risultati arrivano. Come risponde a tali valutazioni?

Guardi, io sono un uomo del popolo. Non sono nato qui ma ho dimostrato che una figura istituzionale può essere il vicino della porta accanto. Questo, evidentemente, dà fastidio a un modo vecchio di fare politica in cui io non mi riconosco né mai mi riconoscerò.

Nell’Isontino è il più votato in casa centrodestra. Quali sono i Comuni dove ha fatto il pieno?

Ho conquistato tante preferenze a Gorizia e non è sorprendente visti i risultati precedenti alle Comunali. Ottimo anche il bilancio a Gradisca d’Isonzo. Mia moglie, del resto, è originaria della cittadina della fortezza. Ma mi hanno piacevolmente stupito i 15 voti presi a Savogna d’Isonzo, gli 11 di Staranzano e l’unica preferenza presa a Doberdò del Lago dove penso di non aver mai messo piede.

Qual è il suo sogno?

Vedere Gorizia protagonista per la Capitale. E portare avanti il territorio goriziano. In Giunta? Chissà. Incrocio le dita.

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