Il trio della canzone italiana farà crollare i muri dell’Ariston: a Sanremo arrivano Morandi, Al Bano e Ranieri
Amadeus ha fornito agli over qualcosa un buon motivo per riassaporare gli odori dei nostalgici Settanta di Canzonissima. Da non sottovalutare la tonalità vocale del terzetto
Morandi, Al Bano e Ranieri, da qualche giorno, stanno brillando sui social italiani. Sebbene il giovane popolo tricolore si sforzi d’inventarsi rime baciate con osteoporosi, girello, catetere, è quello diciamo più anzianotto ad abbinare la minestra di ceci con la diretta sanremese, mentre la meglio gioventù si spalma abitualmente sugli happy hour della città fregandosene del santo della Riviera di Ponente.
Amadeus ha fornito agli over qualcosa un buon motivo per riassaporare gli odori dei nostalgici Settanta di Canzonissima.
Lo spirito eleva il buonumore, ci mancherebbe, ma ciò che conta è fare cassa e gli ultimi festival hanno gonfiato i panieri senza peraltro usare tattiche da baro di provincia, anzi, vittoria netta per la musica che ha superato con vitalità la solita settimana successiva alla finale e gran spettacolo all’Ariston.
C’è stato, poco fa, un accenno di materia scandalistica con Madame, che pare abbia fatto dei maneggi per un green pass fasullo, poi tutto è rientrato in buon ordine con Ama a confermare la presenza dell’artista. L’unico problema nostro è riuscire a capirla quando canterà, visto che ancora ignoriamo il testo del brano di un paio d’anni fa e ci vengono i brividi (Blanco, cit.) ad affrontarne uno nuovo.
Il commento da bar sui tre tenori del Novecento è il più gettonato di gennaio 2023, soprattutto se i super ospiti della seconda serata dell’8 febbraio (Sanremo 73 andrà in onda dal 7 all’11) fanno un totale di 228 anni in tre. Anche di 90 milioni di dischi venduti, però, il che fa sparire di netto il primo dato.
A sostenere l’azzardo di sbatterli in contemporanea sullo stesso palco è che l’ambulanza costa parecchio e così la terrebbero pronta e col motore acceso per una sera soltanto, liberandola le altre.
Ecco, vedete, ci sono cascato, sebbene mi fossi riproposto mai e poi mai di fare dell’ironia, fra l’altro sciocca, ma Sanremo calamita battute di ogni ordine e grado, dispensa euforia, l’Italia tutta gareggia, partecipa, gioca, canta e, per cinque serate, si scorda le accise sulla benzina. Dico bene? Mmm, forse le accise son dure da dimenticare. Comunque.
L’equilibrio canoro è garantito da parecchia new generation: la nostra Shari, una voce pazzesca che saprà ipnotizzare la platea dell’Ariston così come fece con il pubblico di “Tu sí que vales”, Elodie, Leo Gassmann, Tananai, Colla Zio e molti altri in rappresentanza degli under, confortati dalla presenza di big d’autore come Giorgia, Ultimo, Levante e Grignani, guardati a vista dalla truppa campagnola dei Cugini e dall’insperato ritorno di Paola e Chiara.
Morandi è davvero prigioniero di un incantesimo. Gianni è del 1944 e quando venne al mondo la Wehrmacht lanciò l’offensiva delle Ardenne. Emoziona solamente a scriverlo. Ed è ancora che salta come un canguro, agita le manone e mentre lo fa non si muove dalla testa un solo capello nero.
Al Bano ha un anno in più, è del 1943. Pochi giorni dopo la sua nascita De Gaulle entrerà ad Algeri. Non è che voglio fare lezioni di storia, però ‘sto giochino qui dà l’idea di quanto i ragazzi siano maledettamente in forma nonostante i decenni che premono sulle loro spalle.
Massimo Ranieri è il pupo della compagnia: è del 1951. Un giovanotto. Attore di teatro, showman, insomma tanta roba.
Adesso. Oltre le battute, questo trio produce una tonalità vocale talmente alta da far crepare i muri delle case di Sanremo sul corso Matteotti.
A volte si dice, no? Dai, su, hai un’età, faresti meglio a incollare francobolli con una tisana sul tavolo. Ma l’arte è talmente coriacea addosso a qualcuno da tenerlo imbullonato al palcoscenico per l’eternità. Basti pensare a certi immensi attori del teatro, da Calindri a Tedeschi fino a Franca Valeri, ultranovantenni che duellarono con le battute di prosa di grande annata.
Ascolteremo per la centomilionesima volta “Fatti mandare dalla mamma”, “In ginocchio da te”, “Felicità” e “Perdere l’amore”, ma noi ci ritroveremo a cantare con loro perché Sanremo ha anche questo potere: correggere gli stonati per una settimana.
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