Sanremo, serata due: cercasi festival della musica, meno male che c’è Rosa Chemical

“Made in Italy” ci ha fatto ballare sulla sedia. La nostra Shari canta “Egoista” e fa tremare il teatro con la sua grandissima voce. Ma in classifica finisce penultima. In testa Mengoni, Colapesce Dimartino, Madame.

Gian Paolo Polesini

Non è difficile, cribbio, far tornare Sanremo uno stracavolo di vitale festival — be’ Rosa Chemical con “Made in Italy” ci ha fatto ballare sulla sedia e che cavolo!, l’unico brano di Sanremo 73 a contenere i geni del movimento spontaneo e che ha risposto così alle polemiche della deputata Morgante — e non una soporifera dependance del Quirinale.
 

Bastava rimuovere dal debutto la politica, appunto, i bimbiminchia giardinieri e la Mortissia bionda (a pensarci l’hanno davvero peggiorata, la Chiara, porella) e sostituire tutto ‘sto mondo di gran pesantezza con tre magnifici irremovibili pilastri del sound verace — anche perché finché la gioventù rapperà — Gianni, Al Bano e Massimo canteranno fino alla morte facendo sussultare i vecchi cuori che ormai battono forte solamente per poche cose.

Capita che “Perdere l’amore”, “Uno su mille ce la fa” e “Felicità”, nonostante appartengano alla collezione di Ramsete III, hanno un che di rassicurante ed è come se questi tempi cupi non siano mai esistiti.

Quelli dell’Ariston saltano e ballano come se avessero un cobra addosso e tutto ciò fa bene anche a chi, da casa, è raggomitolato dentro la coperta e sa di spettatore ormai perduto dentro la nebbia della notte.

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Dicevamo dei cambi.

Ci venga un colpo se a prescindere ce l’abbiamo con la povera Ferragni, nulla di tutto ciò, è che la influencer più influencer che sia mai esistita sta bene dietro un cellulare, non davanti a una platea. Non è il suo, è stata chiamata solamente perché ha più follower di tutti gli abitanti di Roma messi assieme. E comunque ci ha lasciato in dote il marito, piazzandolo sulla nave sponsor, che ha rappato sul viceministro Galeazzo Bignami, fotografato in divisa nazista, e poi si è pigliato la responsabilità del gesto, strappando anche la foto. Vabbè. Vabbè

La “Belva” Francesca Fagnani, lady Mentana, tanto per farvi capire a quale fortunato maschio si affianca, è una vera donna da festival, con grazia, bellezza, savoir faire, competenza, gestualità eleganti, oh cristobeato, non è difficile da capire. E anche il suo discorsone (un must di Ama, ormai) sui minori incarcerati diventa una storia finalmente “ascoltabile”. Questa tipologia femminile serve alla causa.

Lo sapete, non sono mai stato a favore, appunto, degli show sanremesi sui vari disagi dell’umanità.

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Preferisco i “Black Eyed Peas” alle denunce, ma non per ristrettezza di sensibilità, non sia mai. Ma almeno per cinque sere l’anno lasciamo la tristezza dove sta e maledettamente giace. Già ci perseguita ogni santo giorno, poveri noi.

Però: un po’ per share un po’ per sentirsi meno frivoli, le donne o la libertà negata in Iran raccontata ieri sera— ed è tornata all’Ariston la magnifica Drusilla — o il razzismo (che arriverà sul primo binario con la pallavolista Paola Egonu) fanno da liquido di contrasto alla musica per evidenziare i bubboni della società. Boh, una roba così.

Non è che mettiamo sempre la musica in fondo, semmai il gesto è fatto apposta per lasciare il ricordo di quando uno finisce di leggere.

Ci sia consentita una botta di campanilismo con la nostra Shari, personalità in eccesso, voce come poche giovinette che altrimenti sussurrano, ma non cantano, lei molla gli acuti e si scheggiano i piloni della scenografia.

La sua “Egoista”, scritta con Salmo, si è decisamente staccata dal gruppone degli under, che rappano come se non ci fosse un domani. La sala stampa (ma che competenze hanno i colleghi? Suonano qualche strumento? Cantano?) l’hanno relegata al penultimo posto.

Accidenti Giorgia. Lei è sempre l’armonia, ma ahimè la canzone non entra nel cuore. Madame insite a non farsi capire come due anni fa (abbiamo colto solo alcuni momenti del testo: qsdxguwsvxdswbcqxdowòcx puttana), Colapesce e Dimartino hanno sfoderato un’altra canzone da Oscar e mi sono piaciuti molto i Modà e Paola & Chiara.

Pensate, è comparso pure un comico, che un tempo faceva parte della tappezzeria e adesso pare non vada più di moda ridere, o per lo meno non fa share, il pianto convince di più. Angelo Duro è apparso nella tarda notte magnificamente trasgressivo. A qualcuno sarà andata per storto la tisana, capisco, Duro offre roba forte. Orbene, chiudiamo con la classifica parziale della serata e buongiorno a tutti.
 

Colapesce e Dimartino, Madame, Tananai, Lazza, Giorgia, Rosa Chemical, Paola e Chiara, Levante, Articolo 31, Modà, LDA, Will, Shari, Sethu.
 

E quella generale:

  1. Mengoni,
  2. Colapesce Dimartino,
  3. Madame,
  4. Tananai,
  5. Elodie,
  6. Coma _Cose,
  7. Lazza,
  8. Giorgia,
  9. Rosa Chemical,
  10. Ultimo,
  11. Leo Gassmann,
  12. Mara Sattei,
  13. Colla Zio,
  14. Paola & Chiara,
  15. Cugini di Campagna,
  16. Levante,
  17. Mr.Rain,
  18. Articolo 31,
  19. Grignani,
  20. Ariete,
  21. Modà,
  22. Gianmaria,
  23. Olly,
  24. LDA,
  25. Will,
  26. Oxa,
  27. Shari,
  28. Sethu.

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