Decine di segnalazioni per il progetto Plastic Free, così le famiglie si raccontano: "Via bottiglie e buste inutili"
La differenza la fanno i piccoli gesti. La busta di stoffa quando si fa la spesa, le bottiglie di vetro riempite alle casette dell’acqua, andare a lavoro in bici o scegliere prodotti della filiera locale. Attraverso i racconti dei nostri lettori abbiamo scoperto che il Friuli crede nella causa ambientale e che il vero motore di questa silenziosa rivoluzione ambientale sono le famiglie.
Da quando abbiamo lanciato l’iniziativa “Fvg Plastic Free” attraverso il nostro portale abbiamo ricevuto decine di segnalazioni da tutta la regione. Ognuno ci mette del suo: aziende grandi o piccole, famiglie, associazioni e privati costruiscono giorno dopo giorno una lista di buone pratiche da replicare per eliminare in parte o del tutto la plastica.
Addio alla plastica. C’è Gianni Tallian, da Marano Lagunare, che ha deciso di lasciar perdere l’albero di Natale artificiale e crearne uno lui con i rami di un pioppo caduto. «Il risultato è più che buono e c’è la soddisfazione di aver fatto qualcosa per l’ambiente», ci rassicura.Poi c’è la Protezione civile di Tavagnacco che ama ritrovarsi a tavola dopo una esercitazione. Il tutto plastic free con stoviglie di ceramica e borracce da riempire alle casette dell’acqua. «Siamo una sessantina e, prima di questa scelta, consumavamo centinaia di piatti e bicchieri di plastica. Uno spreco - racconta Piero Zoratti - davvero incredibile che non ci potevamo permettere». Hanno detto addio alle buste e alle bottiglie di plastica anche Chiara Pilosio e Anna Scattolini da Udine. Via tutti gli imballaggi e gli sprechi anche per aiutare le nostre finanze. Ce l’ha fatto notare il papà di una famiglia di Martignacco (ha voluto mantenere l’anonimato) che, conti alla mano, ha deciso di comprare il latte in vetro: «Facciamo attenzione alla spesa e risparmiamo».
Le boracce. E se il cammino parte sempre da un piccolo passo (citazione abusata ma efficace), allora va elencato il popolo delle borracce. In questo gruppo ci siamo anche noi del Messaggero Veneto e del Piccolo che da inizio anno abbiamo deciso di dare una svolta green alla nostra redazione e abbandonare le bottigliette di plastica. Una scelta che ritroviamo anche in molte scuole della nostra regione come l’Istituto Comprensivo IV di Udine e, l’avrete letto nelle nostre cronache dei giorni scorsi, quella di Trivignano Udinese.
Una borraccia arancione scintillante è invece il premio che la società Canoa San Giorgio ha voluto regalare ai suoi iscritti. Il gruppo è stato premiato con un riconoscimento speciale: gli atleti sangiorgini sono stati nominati “Sentinelle delle acque” dalla Guardia forestale per il loro impegno nella pulizia e nella cura degli argini del fiume Corno. A Fagagna, invece, una famiglia ha regalato alla sezione 4B della scuola primaria le borracce con il nome. Questa storia ce l’ha raccontata Cinzia Presello. Dario Foschia, invece, con la sua bottega Kilometrozero ha deciso di puntare tutto sugli alimenti sfusi: «I giovani sono quelli più propensi alle buste di stoffa».
Le aziende. Protagonisti di questa iniziative sono le aziende, grandi e piccole. A Rivignano Teor c’è Gaia Terra, un ecovillaggio dove un gruppo di amici porta avanti un progetto applicato a tutti gli aspetti del vivere: relazioni, abitare e costruire, coltivare e la cura del corpo. E se è vero che per far bene agli altri bisogna far bene a se stessi, va segnalata l’iniziativa di Fabrizio Bortolotti e Michela Moras da Codroipo che vendono in tutta Italia spazzolini biodegradabili (a proposito, lo sapevate che uno spazzolino impiega tra i 400 e i 1000 anni per decomporsi?).
A Colloredo di Monte Albano, invece, vengono sperimentate formule da Saponidea che puntano a prodotti beauty eco-sostenibili. Si studia un progetto per eliminare circa 5.000 bottigliette di plastica alla Catas di San Giovanni al Natisone. Anche qui sono state distribuite le borracce ai dipendenti e con i clienti si punta a un percorso di sensibilizzazione relativamente alla questione degli imballaggi. «La nostra azienda – ci scrivono – riceve circa 20.000 campioni all'anno da testare. Si tratta di una grande quantità di prodotti da smaltire e non sempre sono riciclabili».
Chi invece fa degli scarti la materia prima del suo lavoro è Aurora Ovan che con la sua neonata “We Dare” si occupa di sceneggiature con oggetti di scena riutilizzabili. Si tratta di una casa di produzione una casa di produzione per video eco-friendly e per progetti che aspirano a sostenere iniziative green. Capitolo a parte meritano le strutture ricettive. In diversi alberghi (ci hanno scritto dalla Val Tramontina e da Pordenone), al posto delle bottiglie di plastica e delle stoviglie monouso, distribuiscono agli ospiti le borracce. Roberto Tonial ci ha raccontato la sua esperienza in Val Tramontina: «Dal giugno del 2018 effettuiamo la ricarica dell’acqua gratuitamente ogni volta che i nostri clienti ci riportano le nostre borracce oltre alle loro».
Cosa fare in città. C’è tanto da fare nelle nostre città e nelle strutture pubbliche. A partire degli ospedali dove, come racconta una nostra lettrice, «tutto è monouso. Ho visto plastica ovunque. Non dovrebbero partire proprio da qui i progetti per il bene dell’ambiente?». Piccoli ma significativi cambiamenti si sono visti, invece, all’Università di Udine. A dicembre 2019 sono stati installati nell’Ateneo 12 erogatori d’acqua ai quali attingere per riempire le proprie borracce. Attenzione anche alla Mappa Ecocittadino, l’iniziativa del Comune di Udine che fornisce ai cittadini informazioni utili ed educative in fatto di ambiente. Se invece volete avere un quadro più ampio delle iniziative plastic free e mirate alla cura dell’ambiente c’è il portale Zero Waste Fvg. ll progetto è nato un anno fa ed è strutturata come una vera e propria bussola digitale per trovare negozi, associazioni ed eventi.
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