Milan, la carrambata arriva da Buja
La maglia ciclamino al traguardo di Fossombrone trova il vicesindaco-amico del suo paese. “Siamo orgogliosi di te, continua così”
FOSSOMBRONE. Gli luccicano gli occhi, Michela che è vicino a lui gli stringe forte il braccio. «Per me Jonathan è come se fosse un figlio. Io e suo papà Flavio siamo amici da sempre, anche se abbiamo qualche anno di differenza, perché io ne ho 47 e lui 54. Prima era il mio idolo per le sue vittorie tra i dilettanti, poi è diventato amico inseparabile. Non sapete quanto orgoglio c’è dentro di me e quanto nella nostra comunità di Buja per questo ragazzo».
Fossombrone, sabato 13 maggio. Mancano 150 km all’arrivo della tappa. Questa è una terra di passaggio carica di storia, l’antica via Flaminia portava i Romani al mare. C’è fermento perché l’arrivo del Giro è un vento.
Marco Zontone è arrivato da Buja da poco, del centro collinare è anche il vicesindaco, ma soprattutto è uno degli artefici del miracolo bicicletta in paese. È stato campione d’Italia juniores di ciclocross mentre il papà della maglia ciclamino del Giro d’Italia era stato tricolore allievi in maglia Bujese.
«Non potevamo restare a casa, è da domenica, da quando il nostro eroe ha vinto la tappa di San Salvo, che io e Michela stiamo fremendo per raggiungere il Giro e salutare il nostro Jonathan che ci sta facendo vivere giornate da sogno», spiega Zontone.
Che va alle origini del fenomeno Milan mentre guarda il podio premiazioni dove salirà il suo orgoglio dopo qualche ora.
«Era il 2005, io e Flavio e le rispettive famiglie eravamo a una grigliata ad Arta. Vedevamo i nostri bimbi giocare sul prato e abbiamo pensato di creare una squadra di ciclismo. Johnny, Asia mia figlia e Matteo il fratello di Johnny danno così il nome alla Jam’s Bike. Ora tutti corrono, mia figlia Asia, progfessionista alla Pramac Vitoria, Matteo al Team Friuli tra gli under 23. Sono amici per la pelle, Asia attende l’arrivo della tappa per fargli una videochiamata e sostenerlo».
Poi Zontone ti racconta quando per la prima volta intuì che quel bambinetto vivace avrebbe fatto strada.
«Era piccolino, un giorno, finito l’allenamento andò dal suo direttore sportivo Roby Ursella e gli disse sicuro: un giorno voglio andare al Giro d’Italia».
«Era determinato, ci è arrivato al Giro e ha anche già vinto una tappa a 22 anni, oltre a tutto quello che ha già vinto in pista», continua Zontone, che oltre alla convinzione del suo orgoglio di compaesano parla di motori».
«È un grande atleta, ha un motore eccezionale, valori ematici e capacità polmonare super. Insomma, come si dice adesso, watt di potenza da vendere.
Tra gli allievi ha avuto qualche problema di crescita, guai alla schiena, ma da juniores ha cominciato a crederci davvero. Poi è sbarcato in Nazionale e, grazie anche al ct della pista Marco Villa, ha fatto il salto definitivo».
Dove può arrivare? Zontone non ha dubbi. «Con una squadra al suo servizio può diventare il nuovo Cipolllini. Ma attenzione, c’è anche Alessandro De Marchi che sta facendo grandi cose e l’altro giorno speravo vincesse e abbiamo anche tanti altri corridori, penso a Filippo Ridolfo, che, col diabete, da anni sta facendo grandi cose e in questi giorni sta volando al Giro d’Ungheria».
Inevitabile la festa per Johnny e il Rosso di Buja alla fine del Giro. Comunque la corsa rosa finirà per i due corridori sarà già un successo.
La gente continua ad arrivare, l’altoparlante annuncia la volata di Milan che prende punti al traguardo volante per puntellare la sua maglia ciclamino. Poi la fuga da lontano va, l’irlandese Ben Healy, uno di talento, arriva e vince. Ecco la maglia ciclamino. Milan arriva in area premiazione, vede Marco e Michela. Loro hanno già hanno le lacrime agli occhi. Spunta la bandiera del Friuli. La maglia ciclamino se li coccola, come sa splendidamente fare, e li ringrazia per la sorpresa.
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