Roglic e la sua gente: “Mi hanno spinto verso il sogno”. E Doncic lo applaude
La nuova maglia rosa racconta la sua grande giornata nata da una preparazione maniacale

TARVISIO. Si era preparato in modo monacale per vincere questo Giro d’Italia. Con lunghissimi ritiri in altura, sia al Teide alle Canarie che a Sierra Nevada. Con un obiettivo: vincere la maglia rosa.
Alla fine è scoppiato in lacrime nell’angolo dedicato al dopo corsa. Mentre i suoi compagni della Jumbo Visma, su tutti il fido (e fondamentale) Sepp Kuss, si complimentavano. Accanto subito il figlioletto, già vestito con la maglia rosa e con l’immancabile bandiera slovena in mano. La Slovenia ieri era con Roglic.
E lui se lo ricorda bene: «Questi tifosi sono stati incredibili, perché sono venuti qui a sostenermi comunque fosse andata questa grande ultima sfida». Già dal mattino il pubblico arrivato dalla vicina repubblica (meno di 10 km) lo aveva incitato, mentre il 33enne vincitore di Tre Vuelta, una Liegi e pure della medaglia d’oro nella crono olimpica a Tokyo 2021, provava il percorso. A proposito del Tour perso nel 202O: è questa una rivincita?

«Beh, quella sconfitta mi ha insegnato che non bisogna mai mollare, che con il lavoro si riescono a superare le sconfitte e anzi che le sconfitte diventano vittorie», ha detto sorridendo.
Roglic è anche andato oltre l’incidente meccanico con la sua bici.
«Intanto devo dire che quando mi sono dovuto fermare è stato provvidenziale l’intervento di un tifoso che era lì a fianco. Era bello grosso e mi ha aiutato a ripartire nel modo giusto. Ho cercato di andare oltre quella disavventura: è il mio obiettivo, andare oltre la sfortuna. E posso farlo anche grazie a una famiglia straordinaria che mi sostiene oltre ai miei tifosi».
Lo acclamano i tifosi. Lui ringrazia. Una festa per loro? «Magari ci berremo qualche birra con i miei amici, ma prima bisogna finire il lavoro a Roma. Ho battuto un grande rivale come Geraint Thomas, con cui ho un bellissimo rapporto. Siamo amici, è stato un avversario leale e che mi ha dato del gran filo da torcere», ha detto.
Poi ancora i ringraziamenti alla squadra. Arriva Vincenzo Nibali, con cui battagliò, anche con qualche frecciatina reciproca, al Giro 2019, stretta di mano.

«La squadra è stata speciale nonostante i problemi: senza un team forte non si va da nessuna parte», dice lo sloveno che ricorda bene quando a Tarvisio vinse una medaglia mondiale giovanile nel salto.
La moglie Lora interviene: «Ho la pelle d’oca per il supporto dei tifosi è bello vedere che sono arrivati in tanti sulle strade, C’è tanto sacrificio dietro a queste vittorie, oltre al bimbo qui con noi ne abbiamo uno a casa di soli quattro mesi», dice.
Cantano gli sloveni. Una nazione è in delirio. Luka Doncic, la star Nba dei Dallas Mavericks twitta venti minuti dopo la fine della tappa rimandando l’account del Giro con le foto di “Rogla”: «Bravo».
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