Fvg sempre più protagonista al Giro, Fedriga: «Abbiamo le capacità organizzative per i grandi eventi, nel 2023 avremo due tappe»
Il governatore sull’importanza del Giro: «È una promozione a livello mondiale»
UDINE. Le tappe friulane? Un’emozione sempre incredibile. La corsa rosa nel 2023? Il sogno è ottenere due traguardi, con l’arrivo finale a Trieste, ci stiamo lavorando.
Il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, venerdì 27 maggio si godrà l’ascesa dei corridori a Castelmonte, ma intanto fa qualche valutazione su cosa significa la corsa per l’economia e il turismo.
Presidente, cosa porta il Giro in una regione come la nostra?
«Cito solo due dati: la competizione è seguita in 200 Paesi e ha una platea superiore agli 800 milioni di spettatori. Numeri da capogiro, che rimarcano il prestigio della corsa e l’importanza, per i territori, di legare il proprio nome a essa. Il Friuli Venezia Giulia, anche grazie agli investimenti promossi dall’amministrazione regionale, sta attraversando un momento importante di crescita sul piano turistico, che non potrà che trarre beneficio da questa rinnovata partnership».
E poi c’è il tema della mobilità sostenibile...
«Una questione centrale nelle politiche di sviluppo del Friuli Venezia Giulia. Nello specifico, il piano di potenziamento delle reti ciclabili riconosce e valorizza la loro funzione su tre livelli: quello turistico, che guarda a un settore in costante crescita non solo in Italia ma in Europa; quello ambientale, mirato a incentivare l’utilizzo della bici anche negli spostamenti quotidiani; quello transfrontaliero, che proprio attraverso progetti comuni favorisce il rinsaldarsi dei legami con Slovenia, Austria e Croazia».
Cosa vede nel 2023 per il Giro in regione?
«Nel 2023 mi piacerebbe vi fossero due tappe in Friuli Venezia Giulia, così da valorizzare da un lato le nostre montagne e, dall’altro, il mare e, in particolare, la città di Trieste. Un obiettivo ambizioso, al quale stiamo già lavorando da tempo in sinergia con Enzo Cainero e i vertici Rcs sport, nella persona di Mauro Vegni».
Due tappe in regione anche grazie alle ottime prove organizzative dimostrate in passato?
«Il Friuli Venezia Giulia ha certificato nel tempo la propria capacità di rispondere “presente” all’appello dei grandi eventi: una qualità che trova testimonianza, oltre che nelle precedenti edizioni del Giro d’Italia, in un ampio ventaglio di iniziative di respiro internazionale. Ritengo che tale merito vada equamente distribuito tra gli organizzatori e i tanti volontari».
Che rapporto ha con le due ruote e i pedali?
«Confesso di limitare l’uso della bici a specifiche circostanze, in particolare quando mi trovo in vacanza con la famiglia. Devo dire però che la possibilità di assistere a più tappe del Giro in anni recenti mi ha regalato emozioni incredibili».
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