Padre Gianantonio si veste di rosa in attesa dell’arrivo a Castelmonte: «In fondo sono un ciclista mancato»

Il religioso, buon pedalatore, non nasconde i benefici per il santuario con il traguardo di tappa: «Il merito è della capacità manageriale e dell'entusiasmo di Enzo»

Lucia Aviani
Anche Padre Gianantonio, a Castelmonte, veste in rosa
Anche Padre Gianantonio, a Castelmonte, veste in rosa

PREPOTTO. Il rettore del santuario di Castelmonte, padre Gianantonio Campagnolo, non sta nella pelle. Del resto è un ciclista mancato: «Quello sarei stato, se non fossi diventato frate», aveva detto a patron Enzo Cainero al momento della proposta di programmare l’arrivo di tappa a Madone di Mont.

Tale era il suo pallino per la bicicletta, da bambino, da fargli «consumare le manopole del manubrio». Immaginarsi, dunque, l’entusiasmo di questo (simpaticissimo) uomo di fede e di sport di fronte all'idea di accogliere il gran finale della 19ª tappa della Corsa Rosa: un regalo enorme, lascia intendere, facendo prevalere sulla passione personale per le due ruote il ruolo di guida della comunità religiosa di Castelmonte, consapevole dei benefici di una vetrina irripetibile. «Perché questo posto meraviglioso, il più antico santuario del nordest dopo Aquileia, è periferico, isolato: un eremo in cui si deve venire apposta», osserva, più che fiducioso nella cassa di risonanza del Giro, che offre al luogo di culto una chance di visibilità senza pari.

«Il merito – dice poi, sottolineando il valore della rete tra forze territoriali creatasi proprio grazie all'evento – è della capacità manageriale e dell'entusiasmo di Enzo Cainero, in primis, ma anche della disponibilità di strutture adeguate, delle quali lo stesso presidente del Comitato tappa locale si è stupito: il bar ristorante Al Piazzale, che ha una capacità di accoglienza fino a mille persone, ospiterà nella sala da pranzo 120 giornalisti di tutto il mondo».

Ma l’esaltazione per l’opportunità spalancatasi per il santuario è corale, tanto che alle iniziative di promozione ufficiali si affiancano pure estemporanei - ma non meno efficaci - “fai da te”. È il caso della prova di bravura del ciclista cividalese Raffaele Nardini, già impostosi all’attenzione, nel 2019, con un Everesting svolto proprio sulla salita per Madone di Mont: per dare un contributo alla réclame pre-Corsa Miani ha “scalato” in sella alla sua bicicletta – documentando il tutto in un video, caricato su YouTube – la lunga gradinata verso la chiesa.

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