Battuti dal belga
Volatona a Padova, il treno della Lidl Trek deraglia, la maglia ciclamino di Jonathan Milan resta indietro, prova la rimonta, ma viene battuto al colpo di reni dal belga Tim Merlier (Saudal), che già l’aveva battuto nel primo sprint del Giro a Fossano. Poi, delusissimo, dopo aver indossato la maglia ciclamino (ormai praticamente sua) fa una cosa che non è da tutti: «I ragazzi della Lidl Trek sono stati straordinari – ha detto – è colpa mia, avrei dovuto mantenere la loro ruota, ma il finale era pericoloso, sono rimasto indietro e non sono riuscito a rimontare. Non era questione di gambe, ma di posizione».
Incassa i complimenti di Alessandro Petacchi, ora commentatore Rai, ma nemmeno le belle parole di AleJet («succedere perdere il treno, ma la potenza è incredibile») lo consolano. Come a Fossano e a Napoli. Il friulano, che oggi si godrà la tappa di casa da Mortegliano a Sappada, ci proverà domenica a Roma dopo aver salvato le gambe nella doppia ascesa al Monte Grappa.
Dietro a Merlier («grazie alla mia squadra e anche ad Alaphilippe», ha detto) e Milan, al termine di una volata caotica, si sono piazzati l’autraliano Caden Groves (Alpecin) e il padovano Alberto Dainese (Tudor), il corridore di casa che era andato all-in in questa tappa e che a cento metri dal traguardo ha anche accarezzato la vittoria, prima di essere risucchiato dalla rimonta dei primi tre (rapporto troppo duro per il vincitore di un anno fa a Caorle?). Il treno perso da Milan gli ha scompaginato i piani costringendolo ad anticipare lo sprint.
Ci spiace, però, per gli atleti, ma la vera notizia di ieri, bellissima, è la gente. La tantissima gente vista sul percorso. Da Fiera di Primiero attraverso Valdobbiadene, Treviso, Martellago, Dolo e poi Padova. Le strade che portano alla città del Santo e l’arrivo (splendido) di Prato della Valle che mancava, ed è un’assurdità, dal 2000, erano piene di gente. Con i corridori che hanno corso tra due ali di folla e la location scelta per l’arrivo che si candida ad esere una tra le più belle della corsa rosa e non solo di questa edizione.
Volata doveva essere e volata è stata. Anche se una nota di merito va per i solitifuggitivi. Mirco Maestri e Andrea Pietrobon (Polti-Kometa), per il cadorino altra fuga da lontano e i complimenhti alla fine del “capo” Alberto Contador, Filippo Fiorelli (Bardiani) e Mikkel Honorè (EF), trevigiano acquisito per matrimonio, cui si è poi aggiunto in corso d’opera il passistone Edoardo Affini (Visma).
Niente da fare, il gruppo non ha lasciato scampo, la volata era scontata. E l’epilogo non scontato, perchè il favoritissimo era Milan, che cacciava il poker a un passo da casa, ma negli sprint a sessanta all’ora basta un dettaglio che salta e le cose vanno diversamente.
Merlier fa festa. Anche per due numeri mica tanto banali: l’ultimo belga ad aver vinto due tappe dello stesso Giro era stato nientemenio che Roger De Vlaeminck nel 1979, inoltre, con il successo di ieri in Prato della Valle il belga ha colto la nona vittoria stagionale. Primo degli umani perchè Tadej Pogacar ne ha già prese 12 ed è pronto a fare 13 e 14 nel week end.
Il piano dello sloveno della Uae è chiaro: in Friuli, dove saranno migliaia i tifosi dalla Slovenia, lasciar fare ai fuggitivi, pur tenendosi pronto sulla rampa finale verso il centro dolomitico se rivali, non certo da far tremare i polsi, dovessero mettergli un’altra vittoria sul piatto d’argento. E poi completare la tronfale campagna d’Italia a Roma portandosi a casa la maglia rosa finale. Ah, siccome è un uomo squadra ha un altro obiettivo. «Se potrò, aiuterò a Roma in volata il mio compagno di squadra Molano», ha detto lo sloveno dicendo a chi gli chiedeva del Tour de France che andrà in Francia per vincere «ma sicuro che Jonas Vingegaard in giugno sarà competitivo». Un passo alla volta. Ieri sera, intanto, i parenti di Dainese e oggi i tifosi di Milan nel suo Friuli faranno tornare il sorriso a due velocisti delusi. Tra una marea di gente.
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