Un’altra vittoria per il Fvg: il via all’edizione 2025 è sempre più vicino a Trieste

Il giorno successivo, ecco la scontatissima frazione (partenza da Cormòns?) con arrivo a Gorizia, in particolar modo nel simbolo della città riunificata: piazza Transalpina.

Il direttore del Giro Mauro Vegni al murale per l'amico Enzo Cainero
Il direttore del Giro Mauro Vegni al murale per l'amico Enzo Cainero

Immaginiamo l’ex allenatore della nazionale di calcio albanese Edy Reja quando leggerà che la sua Gorizia ha praticamente vinto la sfida con Tirana per aggiudicarsi la partenza del Giro d’Italia 2025.

Perchè l’aria che tira in carovana è quella: il Friuli Venezia Giulia è vicinissimo a chiudere l’accordo per ospitare la partenza della prossima edizione della corsa rosa.

«La regione continuerà a lavorare affinché il connubio tra il Giro d’Italia e il Fvg possa proseguire anche in futuro portando nuovamente la carovana rosa lungo le strade del nostro territorio», dice la nota della Rrgione.

Ma le foto, come spesso accade, parlano. E testimoniano sorrisi, confidenza, collaborazione unità di intenti tra i protagonisti di questa vicenda.

Col direttore del Giro Mauro Vegni che ha fatto foto sorridente assieme al presidente del Fvg Massimiliano Fedriga, al suo portavoce Edoardo Petiziol (che è l’indispensabile tessitore) e naturalmente anche con il project manager delle tappe in regione Paolo Urbani.

Anche se la foto a cui Vegni sarà più affezionato è quella fatta nella discesa verso Ligosullo al murale dedicato all’amico Enzo Cainero.

Tirando le somme, Fedriga e Vegni con Urbani si sono incontrati alla partenza di Mortegliano e hanno ancora parlato del progetto Trieste che prevede la partenza del Giro dal capoluogo giuliano con una tappa in linea, stile quella (spattacolare) di quest’anno a Torino.

Poi, il giorno successivo, ecco la scontatissima frazione (partenza da Cormòns?) con arrivo a Gorizia, in particolar modo nel simbolo della città riunificata: piazza Transalpina.

Qui, se le sirene del Tour de France non avranno il sopravvento, potrebbe esserci l’occasione giusta per Jonathan Milan, la maglia ciclamino che è stata coccolata dal presidente della Regione.

Non è escluso poi che una terza tappa possa partire dal Friuli direzione ovest. Cosa manca allora all'annuncio ufficiale?

Innanzi tutto il tempo. Siamo a fine maggio, il Giro sta per finire, non è questo il momento di annunci ufficiali ma solo di rumors. E poi c’è ancora quell’ostacolo albanese.

Vi abbiamo detto nei giorni scorsi della promessa della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (che a Roma assisterà al gran finale del Giro) fatta al presidente dell’Albania Rama: il Giro d’Italia partirà da voi.

Chiaro: è una presa di posizione ingombrante. La Regione ha fatto nelle scorse settimane tutti i passi necessari per fare in modo che questa promessa (affascinante, anche per i rapporti particolari nella storia spesso recente tra i due popoli) non venga mantenuta nella prossima edizione.

I sorrisi al termine del vertice tra organizzatori del Giro e rappresentanti della Regione fanno intendere che a Trieste possano dormire sonni tranquilli.

E una partenza del Giro, lo ricordiamo, vuol dire alberghi pieni, luci della ribalta e affari per l’economia per una settimana intera, con una visibilità mondiale in quasi duecento paesi grazie alla diretta tv che non ha eguali. Come, del resto, lo sforzo economico previsto dalla regione: almeno 6 milioni di euro.

La delibera di Promoturismo per sbloccarli è pronta da tempo. La luce verde sta per arrivare. E anche Reja, buon pedalatore, sarà contento. 

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