Che fine ha fatto il Covid? Ecco la variante estiva 2024: come si cura, quanto dura e cosa fare
L'ultimo bollettino del ministero della Salute segnala un lieve aumento dei contagi. Rialzo che sembra essere correlato alla sottovariante KP.3 che discende dalla mutazione “madre” JN.1, attualmente predominante
Guai a nominarlo, soprattutto in estate. Eppure il Covid, che nel maggio del 2023 l’Oms ha dichiarato chiuso nella sua fase emergenziale, non è certo sparito. Soprattutto nella sua ultima variante “estiva” che presenta sintomi, seppur lievi, in chi si infetta (o per quei pochi cittadini che si sottopongono ancora a tampone).
La tendenza al rialzo, sia pure non preoccupante, è confermata dai bollettini del ministero della Sanità, divenuti settimanali dall’ottobre 2022. Dal 27 giugno al 3 luglio, i nuovi positivi sono stati 3.855: dato in rialzo rispetto ai 2.505 della settimana precedente.
Anche in Italia, come riferito dal direttore della prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, "la variante JN.1, con tutti i suoi sotto-lignaggi, si conferma predominante". In particolare, il rialzo dei casi sembra essere correlato alla sottovariante KP.3. Dai sintomi alle precauzioni, ecco cosa c’è da sapere sulla variante che discende dalla mutazione “madre” JN.1.
L'ultima variante
Come osservato dal direttore scientifico della Simit, la Società italiana di Malattie infettive e tropicali, Massimo Andreoni, “siamo di fronte ad un picco estivo dei casi Covid che certamente era inatteso perché di fatto avevamo visto un progressivo scemare dei contagi”. Ed è proprio la sottovariante KP.3, che “sta determinando questo rialzo con qualche ricovero in più negli ospedali”. Questo dimostra, ha sottolineato l’esperto all'Adnkronos Salute, “come il virus Sars-CoV-2 non sia più stagionale ma determinato nella sua aggressività dalle varianti che emergono”.
I sintomi
Nessun allarme. Il Covid, nella sua variante estiva, si manifesta con i tipici sintomi di una sindrome simil influenzale, e in tutte le sue sfumature: dalle forme lievi a quelle più impegnative. I più comuni della sottovariante KP.3, e della mutazione “madre” JN.1 sono: raffreddore, mialgie, mal di testa più o meno forti, febbre, brividi e mal di gola.
Disturbi meno comuni, ma secondo gli esperti comunque possibili, sono: dolori muscolari e senso di braccia o gambe pesanti, stanchezza o grave affaticamento, occhi rossi, vertigini, tosse, dolore al petto o senso di pressione, fiato corto, raucedine, intorpidimenti o formicolii, perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale o diarrea, difficoltà a dormire
Le complicazioni possono insorgere nelle persone fragili, inclusi gli anziani, le donne in gravidanza, i pazienti con patologie croniche, oncologiche e immunodepressi.
Le precauzioni
Quanto alle precauzioni, “visto che stiamo andando incontro ai viaggi per le vacanze con treni e aerei verso località turistiche molto affollate, indossare la mascherina rimane una delle difese migliori”, ha ribadito il direttore scientifico della Simit. È consigliato, inoltre, evitare i luoghi affollati soprattutto quando si ha a che fare con persone fragili e lavarsi spesso le mani.
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