Funziona davvero il registro delle opposizioni? Perché continuiamo a ricevere telefonate spam e come segnalarle
Due anni fa è stato attivato il registro a cui iscriversi per evitare il telemarketing molesto. Ma le chiamate non accennano a fermarsi. E ora c’è una proposta di legge che apre al “registro dei consensi”
Squilla il telefono, a tutte le ore, a casa e sul cellulare. «Pronto? Ma chi è?». Nessuno. Dall’altro lato della cornetta c’è silenzio per qualche secondo e poi eccola, la voce squillante, registrata e un po’ metallica, di qualche giovane ragazza pronta a venderci di tutto. Offerte telefoniche. Luce e gas scontato. L’imperdibile e ultima occasione di accedere a buoni sconto.
Insomma, quelle proposte commerciali per offerte last minute ma dalle quali bisogna molto spesso diffidare. Cosa fare? Iscriversi al registro delle opposizioni serve? Teoricamente sì, praticamente...no. .
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalle associazioni dei consumatori, infatti, il trend non è cambiato con l’introduzione delle nuove normative per la tutela dei cittadini. Non solo, come segnala il Codacons, sono aumentate le chiamate con voce automatica, provenienti dall’estero e con numeri fittizi.
Abbiamo provato anche noi, due anni fa, proprio quando venne introdotto a luglio 2022, a iscriverci al registro ma senza successo. Le chiamate, sul telefono fisso e sul cellulare, continuano. E non solo noi ci abbiamo credito: ad oggi sono 30 milioni i numeri registrati.
La nuova proposta di legge
Qualcosa, in realtà, si sta muovendo anche a livello parlamentare. Nelle ultime settimane (ma con un iter che va avanti dal 2022) si sta lavorando a una nuova riforma dei call center che mira a combattere la mai sanata piaga del telemarketing illecito con un “registro dei consensi”.
L’idea, ribaltando la prospettiva, è quella di rendere lecite solo le chiamate pubblicitarie fatte ai numeri presenti in quel registro. Le due cose insomma potrebbero andare assieme.
Come funzionerebbe il registro dei consensi
l registro dei consensi dunque permetterebbe di chiamare solo i numeri lì iscritti. E non quelli per i quali le aziende hanno raccolto il consenso in vari modi (e che non sono iscritti nel registro delle opposizioni).
La proposta di legge – primo firmatario Piero De Luca (PD) – è stata ripresa in mano dalla Camera in questa fase in cui si vuole riformare l’intero comparto call center. Non solo per combattere il telemarketing illecito ma anche per tutelare di più i lavoratori e dare più garanzie di qualità agli utenti che chiamano i call center, come si legge nella proposta di riforma complessiva, il cui esame è cominciato a luglio 2024 (prima firmataria Eliana Longi, di Fdi).
Il registro dei consensi è l’inverso dell’attuale registro delle opposizioni. Adesso si possono chiamare o numeri presenti in registri pubblici o quelli il cui titolare ha dato un consenso al telemarketing in varie forme o possibilità. Basta poi iscriversi gratis al registro delle opposizioni per cancellare i consensi dati o la possibilità di chiamare un nostro numero pubblico.
Funzionerà? Ni. Secondo molti esperti sarebbe un disastro: il registro consenso è la una cura peggiore del male perché avrebbe il solo effetto di annientare il mercato dei call center leciti, quelli che seguono le normative. Nessuno stop, invece, per la stragrande maggioranza che si nuove nelle zone grigie. I
Che cosa è successo al registro delle opposizioni
Ma per capire cosa non ha funzionato, occorre fare un passo indietro al luglio del 2022 quando viene attivato il registro delle opposizioni, il “viatico” contro il telemarketing aggressivo. Nulla di più falso. Le società, dopo aver constatato che non rischiano sanzioni, hanno iniziato a operare a ritmi ancora più accelerati.
Oltre all’attivazione del registro delle opposizioni, a marzo il Garante per la privacy ha approvato anche un nuovo codice di condotta dell'Autorità garante delle comunicazioni destinato a call center, teleseller, list provider.
«Le società che aderiranno al Codice - si legge nel regolamento - si impegneranno ad adottare misure specifiche per garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati svolti lungo tutta la “filiera” del telemarketing». E questo significa raccogliere il consenso specifico per ogni singola finalità, informando con precisione gli utenti su come vengono utilizzati i loro dati. Il codice di condotta è stato firmato da tutti i principali operatori telefonici così come dalle più importanti associazioni di call center.
Che cos’è e come ci si registra al registro pubblico delle opposizioni?
Si tratta di una piattaforma a cui i cittadini possono aderire e che consentirà agli utenti di opporsi all'utilizzo per finalità pubblicitarie (telemarketing) dei numeri di telefono di cui si è intestatari.
Cellulari inclusi. Grazie al servizio è possibile bloccare il trattamento dei propri dati personali presenti negli elenchi telefonici pubblici da parte degli operatori che ne hanno accesso (anche quelli concessi con la sottoscrizione delle carte fedeltà, ad esempio).
Rispetto al passato, la novità introdotta due anni fa, è stata questa: il Registro si allarga anche ai numeri pubblici non presenti nell'elenco. Nella norma si era imposto alle società di telemarketing di adeguarsi entro il 31 luglio alla nuova misura che, di fatto, dovrebbe impedire loro di contattare senza consenso via telefono potenziali clienti. Il condizionale però resta d’obbligo, soprattutto per i call center che operano fuori dall’Italia.
Al Registro ci si può iscrivere gratuitamente in 4 modi (qui ve li spieghiamo passo dopo passo): compilando un modulo sul sito; con una chiamata ai numeri 800-957766 (da linea fissa) oppure 06-42986411 (da linea mobile); con una mail, in cui il richiedente deve inviare un modulo con i dettagli della numerazione telefonica da iscrivere, dimostrando di averne la disponibilità (di essere il titolare del contratto, insomma); con una lettera raccomandata. Le chiamate non desiderate diventeranno illegali entro 15 giorni dall'iscrizione.
Un’ultima novità interessante riguarda anche gli indirizzi postali associati ai numeri di telefono: l’utente, iscrivendosi al Registro, non riceverà più i volantini dagli operatori di marketing che utilizzano per i contatti gli elenchi telefonici pubblici. Per l’iscrizione dell’indirizzo postale, infine, le operazioni sono sempre le stesse.
Come ottengono il nostro numero?
Ok, ma come fanno i call center ad avere il mio numero? La domanda è giusta ma forse pecca un po’ di ingenuità in un mondo interconnesso.
I call center per il telemarketing si avvalgono di liste telefoniche che possono essere acquistate legalmente - e in questo caso per chi è iscritto al registro delle opposizioni non dovrebbero esserci sorprese - ma che possono anche essere recuperate in modo illegale.
Come? Basta una nostra piccola disattenzione. Per esserci iscritti a un servizio senza leggere tutte le condizioni, per aver barrato la casella sbagliata e aver consegnato i nostri dati anche a società terze su siti poco affidabili, per aver voluto partecipare a un sondaggio o aver semplicemente lasciato il nostro numero per la tessera punti del supermercato o della profumeria di fiducia. Noi cerchiamo gli sconti ma regaliamo sempre qualcosa.
Cosa fare? Il primo consiglio è, innanzitutto, di aggiornare ogni tanto l'iscrizione al registro delle opposizioni. Il secondo è di stare sempre attenti a dove si lasciano i propri dati online. Il terzo è di dotarsi di pazienza e di bloccare i numeri di telefono legati al telemarketing, segnalandoli anche - per quanto possibile - al Garante per la privacy. Ci sono poi diverse app che bloccano le chiamate dei call center. Non funzionano sempre, ma possono aiutarci perlomeno a smistarle. Tra i nomi più noti: Truecaller e Should I Answer.
Le segnalazioni al Garante
Non è però inutile iscriversi al registro delle opposizioni. Anche perché, se la legge è legge, chiunque utilizzi i numeri di telefono degli iscritti al registro delle opposizioni per portare avanti campagne di telemarketing va incontro a sanzioni, che sono descritte nel Regolamento generale sulla protezione dei dati.
Le sanzioni possono arrivare fino a 20 milioni di euro o fino al 4 per cento del fatturato annuo dell'azienda. Il problema è identificare questi casi illeciti. Nella sua relazione annuale relativa al 2023, il Garante della Privacy racconta gli interventi che è riuscito a portare avanti.
Delle oltre 120mila segnalazioni pervenute al Garante nel 2023, quasi 114mila riguardavano proprio le «reti telematiche e marketing». Il Garante ha avviato diverse istruttorie, alcune delle quali sfociate in sanzioni. Le cifre sono decisamente più basse rispetto a quelle scritte nella norma anche perché hanno colpito più che altro soggetti che hanno sfruttato liste telefoniche illecite. Sono comunque attive istruttorie «nei confronti di vari attori del settore telefonico, energetico, di tv interattiva e di vendita porta e porta».
Come inviare la segnalazione?
Il Garante per la privacy ha pubblicato un modulo per agevolare la lotta al telemarketing molesto (Qui per scaricarlo). Compilando il modello è possibile segnalare la ricezione di chiamate promozionali effettuate con sistemi automatizzati (voce preregistrata) o con l’intervento di un operatore. La segnalazione deve riguardare un solo titolare (il soggetto nel cui interesse è effettuata la promozione) ma possono essere inserite segnalazioni relative a più chiamate (purché riferite sempre allo stesso titolare). Le segnalazioni verranno analizzate ma, come si specifica nel documento, la presa in carico non comporta una obbligatoria adozione di provvedimento da parte del Garante.
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