Il Messaggero Veneto Scuola compie 25 anni: la grande festa in Fondazione Friuli

Gli interventi degli ideatori dell’inserto, le voci degli “ex” ragazzi, progetti e prospettive per il futuro 

Fabiana Dallavalle

Capita nella vita di avere buone idee, specie se si vive in una città come Udine, ricca di cultura e di opportunità educative capaci di incuriosire, sollecitare e coinvolgere i suoi cittadini fin da molto piccoli. Ma non è così scontato che le idee nate in un territorio fecondo diventino progetti a lungo. Il Messaggero Veneto Scuola è una di quelle realtà, nata da una felice intuizione, tenuta viva da continui aggiornamenti e nuove idee. A Udine, nella sede della Fondazione Friuli, che ha fin da subito sostenuto l’idea dell’inserto, la festa per i 25 anni di MvScuola.

A fare gli onori di casa è stato il presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini: «Ogni mercoledì, all’interno del Messaggero Veneto, ci sono quattro pagine. Si tratta di uno diventato irrinunciabile per tutti noi: è il Messaggero Veneto Scuola. Questo inserto, che ci mostra da vicino cosa pensano i giovani è un patrimonio da tutelare e fare crescere. Perché abbiamo bisogno di imparare da voi ragazzi».

A seguire il vicedirettore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, che ha tracciato un bilancio della storia dell’inserto: «Sono passati 25 anni, sono cambiati tre editori e diversi direttori. Il primo è stato Gervasutti che accolse la proposta di Gianpaolo Carbonetto e di Oscar D’Agostino. Con loro c’era la collega Violetta Feletig a cui seguì Gabriella Scrufari, fondamentale pilastro della redazione Scuola. Sono passati gli anni ma mai nessuno ha pensato di toccare il progetto che, non solo ha resistito, ma si è anche continuamente aggiornato per restare al passo con i tempi».

Un po’ di numeri per capire i cinque lustri di storia, di un inserto cartaceo prima e ora anche online, scritto e curato dai giornalisti delle redazioni di Udine e Pordenone. Sono più di mille gli studenti membri delle redazioni che si sono avvicendati in un progetto unico nel panorama nazionale, molto radicato, con 140 istituti scolastici coinvolti.

Particolarmente emozionanti le testimonianze degli “ex” che, nel corso dei festeggiamenti, si sono susseguiti in un videoracconto che ha ripercorso gli ultimi 25 anni di storia dei ragazzi.

Da Roma a Singapore, passando per la Calabria e il Friuli: tutti gli ex partecipanti hanno espresso la consapevolezza di aver vissuto una rivoluzione culturale. Sullo schermo si sono dati il cambio le parole di Francesco Cosatti (1999), Virginia Gomiselli (2022), Sara Cucci (1999) , Lisa Marin (2016), Jennifer Ceconi (2009), Chiara Zanella, Daniele Bezzi (1999), Timothy Dissegna (2012), Metteo Iseppi (2015), Alessia Anniballo (2006), Margherita Scialino (2020), Gabriele Franco (2008).

Poche regole, tante idee. Proprio questo è il segreto del successo del MvScuola. A raccontarlo, intervistati da Sofia Mecchia e Paolo Fumi, i due curatori dell’inserto, Gianpaolo Carbonetto e Oscar d’Agostino: «Nel 1999il direttore Gervasutti era un po’ scettico riguardo al progetto. Le pagine dedicate alla scuola, negli altri giornali c’erano, è vero, ma erano fallite. E qui nasce la nostra rivoluzione: il nostro inserto non era a professori e insegnanti. Ma solo ai ragazzi. Gli unici adulti in redazione dovevamo essere io, Oscar e Violetta Feletig con il solo compito di sorvegliare che i ragazzi restassero nei limiti delle leggi della stampa. E ha funzionato».

E da qui, grazie al passaparola, quella che era una sperimentazione è diventata realtà: «Non esistevano gruppi whatsapp, c’era solo il passaparola. Lavoravamo e facevamo seguire gli eventi ai ragazzi, poi abbiamo coinvolto le scuole. Il risultato fu immediato».

Concordi entrambi che attraverso l’inserto scuola, il Messaggero Veneto ha trovato nuove strade e voci dando ai ragazzi la possibilità di uno spazio di discussione. Lo scopo principale «era quello di far pensare i ragazzi autonomamente e questo ha dato la forza di andare avanti».

Per d’Agostino, i ragazzi «fanno esperienza di un mestiere, che nonostante le trasformazioni resta bello e importante. Quanto a noi, ci ha resi più giovani per molti anni e ancora per un po’. Credo sia stato è un arricchimento per tutti, perché ci ha aiutati a capire cosa interessa, dove indirizzare il giornale, quali argomenti trattare. È ed è stato una vera sfida professionale». Infine, la ricetta del successo del progetto: «Abbiamo creato e applicato cose che non erano così scontate. Il giornale è opera di ingegno collettivo e i ragazzi hanno avuto modo di sperimentarlo sempre, dibattendo e confrontandosi», ha concluso Carbonetto.

E mentre sullo sfondo ieri scorrevano le immagini dello speciale inserto a fumetto, realizzato dalla studentessa del Sello Martina Modonutti, a Gabriella Scrufari il compito di chiudere la giornata, lei che è diventata il punto di riferimento per tutti i ragazzi e la coordinatrice delle attività: «Vedo i visi dei ragazzi di ieri e di oggi. E sono felice, perché la redazione (che non è né scuola, né famiglia) è il luogo dove si sono scoperti. Vengono a imparare le tecniche, interpretare, a trovare il loro sguardo critico, ma soprattutto la redazione dei ragazzi è il loro luogo dove stare insieme, parlare e capire cosa vogliono. Abbiamo una fortuna enorme. I giovani grazie al collegamento con i teatri, la cultura, le realtà della città, hanno conosciuto il nostro territorio, in tutta la sua ricchezza. Grazie a tutti, ai professori e ai presidi. Grazie di far crescere e credere nei ragazzi».

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