«Mi ha chiesto 260 euro senza neppure toccare il climatizzatore»
La disavventura di Elena nasce da una emergenza. Il condizionatore perde acqua dallo split. Ecco cosa è accaduto
È vero, avrebbe dovuto controllare il numero di partita Iva, l’eventuale iscrizione al registro delle imprese, o avrebbe dovuto notare che un riferimento dell’azienda in questione è in Irlanda, ma le persone perbene pensano che tutti siano fatti allo stesso modo.
La disavventura di Elena nasce proprio da una emergenza. Il condizionatore perde acqua dallo split. Cerca delle imprese in zona, ma una fa riparazioni soltanto su impianti installati da lei, un’altra solo su apparecchi di una determinata marca. Così cercando altri riferimenti su Google si imbatte in tale ProntoIntervento, numero telefonico di Udine.
Nella pagina web assicurano risposte celeri e interventi su apparecchi di qualsiasi marca. Elena chiama. Risponde una ragazza, non italiana dall’accento, disponibile e spiega: “Il tecnico può venire in giornata, costo 100 euro per la chiamata, o programmiamo per un altro giorno e il diritto di chiamata scende a 50 euro”. Elena opta per la seconda soluzione, concordando un appuntamento per un paio di giorni dopo.
E quel giorno il presunto tecnico entra in casa, chiede che cosa ha l’apparecchio ed Elena spiega – come peraltro aveva già detto al telefono – che lo split perde acqua. Risposta: “Mi hanno detto di dirle che l’intervento costa 260 euro”.
A quel punto la donna risponde che non le interessa. Il tizio chiama qualcuno al telefono, riferisce e passa il cellulare: un uomo cerca di giustificare il costo sostenendo che l’apparecchio avrebbe dovuto essere smontato. Elena replica: «Non serve smontarlo. Basta aprire la scatola e pulire il tubo di deflusso dell’acqua. Non mi pare lavoro da 260 euro chiesti da uno che non ha neanche acceso l’apparecchio.
E se già sapevate quanto sarebbe stato l’ammontare del servizio potevano dirmelo al telefono e vi sareste risparmiati la visita».
Chiude la telefonata e accompagna il presunto tecnico alla porta, il quale esce e poi risuona il campanello. «Deve pagare la chiamata», concetto ribadito dal collega al telefono in viva voce. Risposta: «Mi mandi la fattura e poi vediamo».
«Sbollita la rabbia sono tornata sul sito di ProntoIntervento per andare a cercare sede e riferimenti di questi signori, cosa che avrei dovuto fare prim’ancora di telefonare, e mi sono accorta che quelle informazioni non ci sono: niente sede legale, niente partita Iva, nessun indirizzo fisico, solo il numero telefonico con il prefisso di Udine o un numero verde, e una mail generica. Ovviamente attendo la fattura…».
Non tutti hanno la prontezza di rispondere e controbattere a tali ingiustizie. La signora Elena è, probabilmente, una delle poche persone che è riuscita a non farsi spelare
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