Troppo odio sui social, si metta in discussione la responsabilità delle piattaforme
UDINE. Forse è capitato, a voi o a qualche vostro conoscente, il profilo Facebook bloccato. La pubblicazione di un nudo, di qualche parolaccia o le minacce al cane del vicino che ogni giorno fa i bisogni sul vostro zerbino fanno scattare l’allarme al centro di “controllo” del social più famoso al mondo.
“Contenuti inappropriati” che possono essere segnalati anche da altri utenti. Per sbloccare il vostro profilo dovete dimostrare che quell’account è davvero il vostro e inviare una difesa scritta.
“Scusi signor Facebook, non ce l’ho con il cane, ma con il suo padrone: mi fa perdere la pazienza”.
La regola, a quanto pare, non vale per tutti gli odiatori seriali, gruppo a cui sono iscritti alcuni No vax. Recentemente, un’ex dipendente, Frances Haugen, ha dichiarato che «Facebook alimenta di proposito l’odio online, per aumentare il traffico e di conseguenza i profitti».
Non ne ho le prove, ma posso raccontare cosa è accaduto all’Associazione della stampa del Friuli Venezia Giulia.
In questi giorni Assostampa ha deciso di costituirsi parte civile a fianco dei giornalisti che hanno presentato denuncia dopo le violenze e le minacce subite durante le manifestazioni No green pass; di segnalare alla Polizia postale le continue minacce ricevute sui social network da giornalisti e media che seguono le manifestazioni di protesta e di segnalare a Facebook quelle stesse minacce e le violenze verbali divulgate attraverso la piattaforma, non rispettando quanto indicato nella policy di utilizzo della stessa piattaforma per non alimentare l’odio e la violenza.
«Sei un schifoso coniglio bastardo»; «un lurido porco»; «devi morire»; «saremo sotto casa tua»; «corrotto criminale nazista»; «sappiamo chi sei»; «quello che seminate raccogliete»; «giornalisti terroristi» sono alcuni dei commenti pubblicati su profili Facebook di colleghi e dell’Assostampa stessa segnalati agli “arbitri” del social.
Che così hanno risposto: «Salve, la ringraziamo per la sua segnalazione. Desideriamo analizzarla, ma dalle informazioni che ci ha fornito non è chiaro quali contenuti specifici sta segnalando o dove questi siano visualizzati su Facebook.
Per consentirci di comprendere meglio la segnalazione, la preghiamo di rispondere con link diretti a ciascun contenuto che sta tentando di segnalare; link che può trovare cliccando direttamente sul contenuto o sull’ora e sulla data visualizzate in grigio vicino al contenuto stesso.
Se non è disponibile un link, la preghiamo di fornirci una descrizione dettagliata dei contenuti specifici e di dove sono visibili, compresi i nomi degli utenti responsabili, le date e gli orari di pubblicazione e/o citazioni o descrizioni dei contenuti che desidera segnalare. Una volta ricevute queste informazioni, saremo lieti di analizzare ulteriormente la questione. Grazie».
Non sono chiari i contenuti segnalati? Ma come? La lite con il vicino per la cacca sullo zerbino l’avete bloccata in un batter d’occhio e non vi è chiaro se qualcuno minaccia un altro?
Credo sia venuto il momento di mettere in discussione l’esenzione da responsabilità dei proprietari delle piattaforme. Per aiutare a stemperare un clima sempre più avvelenato. Se ne sente il bisogno.
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