Costacurta sul calo dell’Udinese: «L’assenza di Thauvin è un alibi che non regge»
L’ex difensore rossonero analizza il momento della squadra di Runjaic: «Deve ritrovare se stessa e la solidità difensiva che aveva fino a qualche giornata fa»

«L’assenza di Thauvin è un alibi che non regge. L’Udinese deve ritrovare se stessa e quella solidità difensiva che l’aveva caratterizzata fino a qualche giornata fa». Parola di Alessandro “Billy” Costacurta, chiamato a rivisitare in chiave bianconera le manchevolezze di un’Udinese che gli è apparsa ben poco riconoscibile venerdì sera contro il Milan. In particolare, l’ex rossonero ha posto l’accento sulla mancanza motivazionale e le lacune difensive dei bianconeri che, a suo giudizio, prescindono dal modulo.
Costacurta, è stata una piccola Udinese a fare grande il Milan?
«Bella domanda, ma la mia impressione è che la novità della difesa a 3 varata da Conceicao abbia convinto tutti. I rossoneri sono stati encomiabili ed efficaci, applicandosi con entusiasmo alla nuova proposta tattica. Prima della partita tra noi commentatori in studio ci siamo chiesti il perché di questa scelta, a fronte del solo Lucca schierato in attacco dall’Udinese, ma come si è visto ha avuto ragione il tecnico. Per contro, bisogna chiedersi quante motivazioni ha l’Udinese».
È la stessa domanda che si stanno ponendo anche i tifosi bianconeri, piuttosto delusi dalle quattro sconfitte consecutive.
«Purtroppo non è la prima volta. Succede a tante squadre di perdere smalto una volta raggiunto l’obiettivo stagionale, anche se ci sono tutte le possibilità di continuare a sognare per cercare di fare una grande impresa».
Runjaic sta facendo capire l’importanza dell'assenza di Thauvin. Il tecnico ha detto che è mancata qualità in alcuni momenti della partita...
«Vero, ma con tutto il rispetto per Thauvin non credo che stiamo parlando di un giocatore che da solo possa spostare tutti gli equilibri dell’Udinese. È importante che la sua assenza non sia considerata un alibi, perché non può reggere».
Non ha retto neanche la difesa bianconera. Bijol ha ammesso che nella ripresa l’Udinese non ha difeso. È un’accusa grave.
«Questa a mio avviso è la vera grande sorpresa in negativo, perché l’Udinese quest’anno l’ho vista bella solida. Invece col Milan ho trovato una squadra che andava al 90% e non al 100% contro avversari temibili come gli attaccanti rossoneri. Pronti via, dopo dieci secondi Pulisic è andato al tiro e poco dopo Leao ha mancato un aggancio su lancio da dietro. Erano segnali che qualcosa non ha funzionava da subito».
Anche in questo caso si può parlare di motivazioni?
«Conceicao a mio avviso ha preparato bene la partita puntando a creare spazi tra i difensori della retroguardia bianconera, cercando quindi di evidenziarne i limiti allargando le maglie bianconere. Detto questo, il primo gol segnato dal Milan è grave perché Leao non può avere sette metri di spazio al limite dell’area per calciare un pallone che avrebbe anche potuto stoppare. Nello specifico, Jovic ha fatto il movimento verso la porta portandosi via due difensori che non avrebbero dovuto farsi sorprendere in quel modo».
Un errore simile quali aspetti pone all’attenzione?
«Una certa inesperienza, ma anche la necessità di lavorare a livello individuale e in maniera collettiva in allenamento. Prendo a esempio Kristensen che fa delle giocate buone, ma poi non legge bene certe situazioni».
Anche l’oggetto del desiderio chiamato Solet ha balbettato.
«Aspetterei un attimo prima di definirlo straordinario come leggo. Sento che ha conquistato tutti, ma vedendolo noto che in tante situazioni non si muove bene con la squadra. Sull’uno contro uno può essere forte, ma per ora vedo un po’ più di difetti. A volte, nel lavoro di squadra, è troppo alto e troppo aggressivo quando invece dovrebbe capire se marcare o coprire. La scelta delle giocate nei tempi è importantissima per giocare a certi livelli. In Kristensen e Solet vedo un po’ gli stessi difetti di lettura dell’azione difensiva».
Costacurta, preferiva l’Udinese con la difesa a 4 oppure a 3?
«Bijol ha detto giustamente che in alcuni momenti sono in tre o quattro. A me piace la mobilità e non riesco più davvero a concepire la difesa a 3 o a 4. L’ideale sarebbe trovare un esterno alla Walker che fa bene entrambe le fasi».
Lei in carriera di centravanti forti ne ha marcati molti. Qual è il suo giudizio su Lucca?
«È un discorso delicato, anche perché Lucca è molto seguito dai grandi club sul mercato. Anche in questo caso bisogna capire le motivazioni, ma in ogni caso le prestazioni non devono mai calare anche quando la testa può andare al mercato. Se uno pensa al mercato abbassando le prestazioni diventa un problema anche perché uno dei criteri con cui un giocatore viene scelto dalle grandi è la capacità di resistere alle pressioni esterne, e se la pressione esterna abbassa la prestazione non si è da grande squadra».
Chiudiamo con la serata dei fischi e della preoccupazione per Maignan.
«Pensavo che Maignain potesse essere ignorato e quindi non fischiato dal pubblico di Udine. Invece mi sono piaciuti gli applausi».
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