De Biasi analizza il momento dell’Udinese: «Adesso tocca a Runjaic»
L’ex ct dell’Albania crede che tocchi all’allenatore alzare la temperatura del gruppo: «Ma i friulani qualche punto in più avrebbero potuto averlo»

«Adesso tocca a Kosta Runjaic rialzare la temperatura dello spogliatoio, del gruppo bianconero». Torino e Udinese sono ancora lontane dal lunch match delle 12.30 fissato per il lunedì di Pasquetta allo stadio Grande Torino, quando andrà in scena lo scontro diretto per il decimo posto, ma nell’attesa Gianni De Biasi ha già individuato l’uomo che può risollevare l’Udinese dopo quattro sconfitte consecutive. Lo ha fatto soppesando più fattori, stabilendo anche un confronto indiretto con Paolo Vanoli, il collega granata che da mesi sta facendo a meno di Duvan Zapata.
De Biasi, Torino e Udinese hanno la classica che si meritano a sei giornate dalla fine?
«Direi di sì, anche se la tifoseria granata non è contenta. Il Torino aveva cominciato molto bene, poi l'infortunio di Zapata è stata una mazzata che ha inciso. L’Udinese qualche punto in più avrebbe potuto averlo, ma ha anche vinto le partite che doveva vincere, e lo ha fatto nei tempi giusti».
Delle due chi arriva meglio a questa sorta di “spareggio” per il decimo posto?
«Tutto sommato il Toro, ma soprattutto perché l’Udinese ha battuto in testa perdendo le ultime quattro partite, anche se poi le sconfitte vanno sempre analizzate».
Lei quali aspetti ha notato negli ultimi ko?
«Quello più inatteso e anche immeritato è stato col Verona, ma poi ci sta di perdere con squadre superiori come Inter e Milan. Tutto sommato anche a Marassi, perché a Genova è sempre campo difficile».
Tuttavia i numeri ricordano anche il solo gol all’attivo nelle ultime quattro...
«L’Udinese ha pagato dazio all’assenza di Thauvin. La sua qualità offre soluzioni e molte alternative in campo, tra gol, dribbling e assist».
Lo ha sottolineato anche Runjaic che ne lamenta l’assenza.
«D’accordo, ma se c’è anche dell'altro allora il discorso va approfondito».
Si riferisce al possibile calo motivazionale dell'intera squadra?
«Sì, e può anche starci dopo essere arrivati all’obiettivo, ma in questi casi è sempre l’allenatore che deve tenere tutti sulla corda. Il tecnico deve alzare la temperatura dello spogliatoio quando serve, così come deve saperla abbassare alla bisogna. E adesso tocca a lui, che forse deve ancora capire bene la mentalità italiana».
In settimana glielo ha ricordato anche Gianpaolo Pozzo che aveva pensato al ritiro anticipato...
«A Udine la società è giustamente sempre esigente».
De Biasi, a parte Thauvin, c’è attesa anche per il ritorno al gol di Lucca.
«A me piacciono gli attaccanti come lui, specie se si muovono e fanno ciò che devono in base alle caratteristiche fisiche. Lucca sta crescendo e imparando sotto molti aspetti, ma almeno l’Udinese può farci affidamento, mentre Vanoli è senza Zapata da mesi».
Visto che lo ha citato, che Toro è quello di Vanoli?
«Una squadra in cui tutti si aiutano in campo e Vanoli, che si è inserito subito bene, ed è apprezzato, sta facendo un buon lavoro in un ambiente non facile».
Lei ha avuto Alexis Sanchez all’Udinese. Crede ancora nel cileno?
«Dipenderà dalla condizione, ma il Sanchez che ho conosciuto io è un uomo generoso e pronto a spendersi per la causa. Bisogna capire come sta vivendo questo susseguirsi di infortuni».
De Biasi, alla fine chi vincerà lo scudetto e chi retrocederà?
«La Champions è l'unica variabile dell'Inter che è la favorita. In coda, a parte il Monza, il calendario penalizza Lecce e Parma, mentre il Venezia ha ancora delle possibilità».
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