Il rammarico di Reja: «Udinese, poteva essere la partita del vero cambio di passo»

Il tecnico di Lucinico analizza le implicazioni del ko con il Verona visto al Friuli: «Società e tecnico hanno fatto un grande lavoro, buttare a mare tutto sarebbe un peccato»

Stefano Martorano
Edy Reja
Edy Reja

«Il sogno europeo è svanito troppo presto e dispiace perché poteva essere la partita del vero cambio di passo. L’Udinese sconfitta nel derby non sarebbe piaciuta neanche all’indimenticabile Bruno», dice a un certo punto della sua disamina Edy Reja, sicuro che anche l’amico Bruno Pizzul ne avrebbe condiviso l’analisi e la delusione per una sconfitta evitabile e non riconducibile alla sola assenza di Florian Thauvin.

Reja, l’applauso del pubblico friulano e veronese nel ricordo di Bruno Pizzul è stata l’emozione più intensa...

«Assolutamente. Mi ha emozionato rivederlo nelle foto sui megaschermi e mi ha fatto particolarmente piacere la considerazione della gente che ha riconosciuto l’uomo di valore, la grande persona che è stata. Ho avuto la fortuna di frequentarlo e di avere un grande signore per amico. Parlavamo in friulano, commentavamo le partite e sono sicuro che l’Udinese del derby non gli sarebbe piaciuta».

Così come ha deluso anche i tifosi, pronti a riconoscere il peso dell’assenza di Thauvin.

«È chiaro che la mancanza del francese è stata determinante perché è lui il padrone assoluto delle trame offensive, l’uomo che accende la luce, ma la sua assenza non è sufficiente per sollevare dalle critiche l’Udinese che ha giocato la partita meno intensa delle ultime sette proprio quando avrebbe potuto fare il cambio di passo restando in zona coppe».

Runjaic ha puntato su Sanchez per sostituire Thauvin, ma il “vecchio Niño” ha deluso. Come legge questo segnale?

«È difficile dare giudizi sulla scelta perché la squadra va vissuta in settimana e dal suo interno. Tuttavia, credo che sia stata fatta per mantenere la squadra in assetto, senza andare a stravolgerne gli equilibri. Poi, vedendo la partita, sono dell’idea che Sanchez vada sfruttato più sulla trequarti e nei finali di gara e che Lucca, per le sue caratteristiche, andava servito in area per la sua forza nei colpi di testa».

Infatti sono mancati i cross dalle fasce laterali, là dove l’Udinese ha fatto poca strada...

«Qui però bisogna anche fare i complimenti a Zanetti che è riuscito a imbrigliare i bianconeri raddoppiando e chiudendo ogni varco dappertutto in maniera sistematica. Alla fine a Lucca sono arrivati solo un paio di cross e uno nel finale a Atta che, a rivedere l’azione, è stato un gran peccato perché il ragazzo non si è accorto di essere solo e di poterla stoppare».

A proposito di replay, nel rivedere Okoye sulla punizione-gol del Verona, lei quali responsabilità attribuisce al portiere?

«È partito ma ci è arrivato dopo. Il tiro è stato bello, ma se Bravo si fosse alzato guardando il pallone, invece di girarsi, magari sarebbe andata diversamente».

Anche se Davis fosse subentrato prima dell’ 81’?

«Parlando sempre col senno di poi, giocando con Lucca e con le due punte nel 4-4-2 Davis fa la sua parte per la consistenza che ha. Ho grande considerazione di questo attaccante a cui è difficile rinunciare se sta bene. Un peso come il suo davanti può fare la differenza e io l'avrei visto prima e meglio di Bravo».

Reja, c’è il rischio che dopo il treno per l’Europa l’Udinese perda anche motivazioni?

«No, anche perché società e tecnico hanno fatto un grande lavoro e buttare a mare tutto sarebbe un peccato. Piuttosto, credo che l’Udinese sia più adatta a esprimersi contro grandi avversari e il calendario è ricco di stimoli sotto questo aspetto, a cominciare dall’Inter». —

 

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