Verso Lazio-Udinese, Fiore: «A Roma mi aspetto una partita aperta»

L’ex esterno sul match dell’Olimpico e sulla squadra di Runjaic: «Quando Thauvin si accentra diventa fondamentale»

Stefano Martorano
A sinistra Stefano Fiore e, a destra, Runjaic firma autografi nell'allenamento a porte aperte
A sinistra Stefano Fiore e, a destra, Runjaic firma autografi nell'allenamento a porte aperte

«Quando Thauvin si accentra diventa fondamentale nel gioco dell’Udinese e a Roma prevedo una partita molto aperta». Sarà perché quando giocava creava calcio di qualità interpretando il ruolo di esterno “alla Thauvin”, sta di fatto che Stefano Fiore vede nella creatività e nell’imprevedibilità del capitano bianconero i fattori con i quali l'Udinese può sorprendere la Lazio nel posticipo di lunedì 10 marzo (20.45) all’Olimpico.

Fiore, sotto quali aspetti tecnico e tattici l’Udinese può mettere in difficoltà la Lazio?

«Sicuramente la capacità fisica con cui sa aggredire l’avversaria, andandola a prendere molto alta. È il modo che permette all’Udinese di innescare i suoi giocatori offensivi e soprattutto Thauvin che ha in mano le chiavi del gioco bianconero».

Meglio che il francese parta largo da destra, oppure seconda punta vicino a Lucca?

«Meglio da destra, perché il giocatore che taglia il campo partendo largo non è semplice da marcare, soprattutto per avversarie che giocano a tre in mediana. È una scelta che rende, soprattutto se interpretata da giocatori di qualità come Thauvin, ma anche da Ekkelenkamp e Atta che partono esterni per poi entrare e attaccare gli spazi in mezzo al campo, portando così la superiorità numerica».

È proprio su questo spartito basato col 4-4-2 che Runjaic ha svoltato nell'ultimo mese...

«È il modulo che permette di coprire meglio il campo ed è quello più scolastico e assimilabile perché evita scalate difensive o diagonali, se non quelle di prassi. I riferimenti sono precisi e il benefit è la molta libertà d’azione che si gode in avanti. Magari questo atteggiamento può un po’ penalizzare Lucca che non avrà molti cross dal fondo, ma giocando così il terzino che sale può anche fare il cross dalla trequarti, che di solito è più deciso di quello morbido che arriva dal fondo».

La Lazio gioca col 4-3-3 ed è in grande forma, ma senza Castellanos.

«Attacca con tanti uomini, ma la sua peculiarità è restare bilanciata senza perdere equilibrio. Mancherà Castellanos, ma la panchina è profonda e Baroni ha tante soluzioni, anche quella di cambiare volto alla squadra all'interno della stessa partita senza far perdere identità alla squadra».

Che partita prevede?

«La classifica lascia pensare a una partita aperta e anche spettacolare. La Lazio dovrà fare tesoro della partita di andata, dove non era ancora la squadra che abbiamo poi conosciuto, e l’Udinese solitamente non sfigura mai contro le grandi».

Parla di leggerezza, ma in ballo c’è l’Europa, almeno per la Lazio...

«A prescindere da dove arriveranno, Lazio e Udinese le considero le due sorprese del campionato perché a Roma ci si sta giocando un posto in Champions dopo aver cambiato allenatore e tanti giocatori in estate e a Udine, seppur con qualche sfumatura diversa, si è ripartiti con un tecnico straniero e tanti ragazzi nuovi. Entrambe le società hanno quindi lavorato bene sul mercato varando due progetti».

L’Europa per l'Udinese è possibile?

«Sì, anche se complicata perché chi le sta davanti sta bene, eccezion fatta per il Milan. L’Udinese non ha nulla da perdere e può puntare a rendere superlativo un campionato già buono. Può farlo puntando sul gioco e il carattere, visto che non l’ho mai vista arrendenvole con nessuno». 

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